La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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questione di soldi

lira-euro-transizioneQuello che molti non capiscono.

Non è tanto la questione Euro o non Euro, Lira o non Lira.

Non importa come si chiami la moneta: è sempre un pezzo di carta che rappresenta qualcosa.

Una volta rappresentava le riserve auree (la cosiddetta “convertibilità”); adesso dovrebbe rappresentare la ricchezza di un paese espressa in altri termini: materie prime, fabbriche manifatturiere, beni archeologici ed artistici, turismo, manodopera etc, in poche parole le attività produttive di una nazione.

Ma se uno stato rapace e predatore tassa le attività produttive in un modo asfissiante, costringendole a chiudere e/o a cercare lidi migliori, questa moneta non sarà altro che carta straccia senza valore.

L’unica via per riprendere a crescere è quindi una tassazione equa ed una seria riduzione delle spese correnti, altrimenti impediremo sia lo sviluppo che la crescita, innescando un circolo vizioso per cui meno attività produttive produrranno meno introiti fiscali, il che si concretizzerà in un aggravio di tassazione sulle attività rimanenti e così via…


per una lira…

Euro? Lira?

Questo è il dilemma!

L’introduzione dell’ euro è stata una solenne fregatura grazie ad un cambio falsato voluto dalla Germania ed accettato supinamente da Prodi. Però un ritorno alla lira sarebbe davvero una tragedia per noi. Innanzitutto ce lo sogniamo un cambio ” di ritorno” al valore di 1936,27… Poi la svalutazione, alla quale molti si aggrappano, non sarebbe di certo una soluzione. L’inflazione schizzerebbe alle stelle, vanificando ancora quel poco risparmio che ci resta. L’unica via percorribile rimane quella di stringere i denti, resistere, resistere e resistere, ma nel contempo diminuire drasticamente la spesa pubblica, cosa che col ritorno alla lira nessuno si bisognerebbe di fare (anzi verrebbe coniata nuova moneta alimentando sempre più l’inflazione), ma accompagnandola alla richiesta di dilazionare il raggiungimento del pareggio di bilancio in un periodo leggermente più lungo, per non strozzare del tutto l’economia.

Solamente la Germania vuole un euro forte rispetto al dollaro, ma in questo modo vengono penalizzate le esportazioni, avvantaggiando i paesi emergenti che possono contare su costi di lavoro notevolmente inferiori. Come svincolarsi dall’abbraccio mortale della Frau? Monti sembra intenzionato a richiedere l’introduzione degli Eurobond, ma da quell’orecchio la “dolce” (?) Angela non ci sente. Allora o si impuntano i piedi, magari con l’appoggio non solo dei paesi più deboli, ma anche con l’aiuto della Francia nella persona di Hollande o davvero per l’euro sembra suonare l’ultima campana…