All’armi, siam “fassisti”
Vorrei capire cosa significa “Libertà di opinione”, così, tanto per sapere.
Su tutti i giornali si parla della vicenda del bagnino “fascista” di Chioggia. Fermo restando che è un’azione di cattivo gusto, però scomodare il prefetto, la Digos ed addirittura i servizi mi sembra un tantino esagerato, calcolando anche i problemi causati dall’immigrazione, che mi sembrano assai più pericolosi.
Però il prefetto di Venezia non sembra dello stesso avviso, ed ha ordinato la rimozione di striscioni e cartelli con la scritta “Ordine, pulizia, disciplina” o la vituperata parola “Patria”. Magari li si potrebbe sostituire con cartelli più consoni, con le scritte “Disordine, sporcizia illegalità” ed altre amenità del genere, però politicamente corrette.
Inciso:
Notare che in quel di Capalbio invece, dove i radical chic non hanno voluto i clandestini, verrà esposta un’opera dedicata ai migranti titolata “La nave della tolleranza”… belle parole, ma fatti niente, perché i migranti, sporchi e cattivi vanno bene su altre spiagge ma non sulla loro, altrimenti la quiete ne risente.
Spiaggia dove ogni tentativo di sbarco sarebbe stato “congelato su quella linea che i marinai chiamano bagnasciuga“. (sappiamo, è la battigia,ma non sottilizziamo troppo 🙂 )
Tornando al dunque, il piddino Fiano ha stilato una proposta di legge richiedente l’introduzione dell’articolo 293bis del CP, per punire chi “propaganda immagini o contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco” prevedendo la reclusione da sei mesi a due anni ed aumentando la pena di un terzo se detta propaganda viene attuata tramite supporti informatici o telematici, quale Facebook, che si era impegnato a contrastare questo fenomeno mentre filmati e post inneggianti all’ISIS e con esecuzioni sommarie continuano tranquillamente a girare in rete.
Il presidente emerito della Corte Costituzionale Mirabelli si è espresso chiaramente, dicendo che quanto proposto da Fiano è incostituzionale perché vieta la libera manifestazione del pensiero, garantita dalla Costituzione, il che è assai diverso dalla “riorganizzazione sotto qualsiasi forma del partito fascista”.
Si obietterà che il fascismo proibiva la libertà di espressione: verissimo, ma c’è una sostanziale differenza.
Mentre il fascismo affermava con fierezza la sua natura di regime e si comportava di conseguenza, Fiano ed i suoi compagnucci della parrocchietta si proclamano DEMOCRATICI, ma agiscono in tutto e per tutto come i loro acerrimi nemici. Inoltre il fascismo è morto e sepolto, mentre il comunismo impera ancora in molte nazioni,Laos, Vietnam, Cina, Corea del Nord e Cuba.
A tutto questo, si aggiunge la boutade della Boldrini che vorrebbe radere al suolo tutti i monumenti del periodo mussoliniano perché, a suo dire, causerebbero imbarazzo ai partigiani (quanti “veri” partigiani sono rimasti?).
Bene, abbattiamo tribunali, ponti, palazzi, stadi, case popolari (incluse quelle dove alcuni esponenti di sinistra abitavano a prezzo agevolato!), gli edifici dell’ex OMNI, eccetera eccetera, case che ancora oggi, se ben mantenute, resistono al tempo, mentre non si può dire altrettanto di quelle costruite successivamente.
Dulcis in fundo: queste sono le priorità del governo?
E i terremotati?
I disoccupati?
L’immigrazione?
Il degrado urbano?
Il debito pubblico?
La corruzione?
Questi problemi possono aspettare…
gli intoccabili
Criminale!
Come è noto, Sallusti rischia la galera per un articolo apparso su “Libero” quando ne era direttore responsabile. Un articolo in cui l’estensore (non lui, ma un giornalista della testata) esprimeva la propria opinione sulla sentenza di un magistrato che aveva autorizzato una tredicenne ad abortire.
Una volta la magistratura era una di quelle istituzioni in cui gli italiani riponevano maggior fiducia, ma considerando quanto sta accadendo ultimamente, questa fiducia va sempre più sminuendo, ed i suoi membri stanno diventando una casta di intoccabili.
Buona parte della stampa è a favore del direttore, anche quella di parte avversa, quale l’Unità, Repubblica, Il Fatto, il Corriere della Sera, in nome della libertà di stampa e, soprattutto di opinione. In un paese dove stupratori, ladri, assassini, malversatori e quant’altro sono liberi o scontano il minimo della pena, che una persona debba andare in galera “perché non è possibile formulare una prognosi favorevole e ritenere che si asterrà dal commettere in futuro ulteriori episodi criminosi“, senza poter quindi godere nemmeno della condizionale e solo per aver avallato l’opinione di un suo giornalista, grida vendetta contro il termine stesso di GIUSTIZIA… L’ultima parola, sembra, potrà spettare a Napolitano, specie nella sua veste di capo del CSM….
Cosa ne pensate?