E il trasalire all’improvviso
E il trasalire all’improvviso, sotto il fresco fruscio come un colpo di pugnale.
Vado girando, impazzito come le falene attorno alla lanterna
bruciandomi le ali dell’anima al canto di sirena delle tue lettere.
Ed eccomi straziato, calcinato, tra la paura della morte e lo spavento del vivere.
Ma non c’è libro alcuno che dia refrigerio alla mia angoscia.
l’anima è più secca del Sahara.
Ecco le amare ceneri del mio cuore, quasi un fiore secco.
Tu sola puoi salvarmi, speranza mia, e la tua presenza
tu mio presente, mio indicativo, mio imperfetto
tu mia perfetta, non le tue lettere, le tue labbra sole dell’eterna estate.
Ti aspetto nell’attesa di risuscitare.
Léopold Sédar Senghor
E il disco infuocato del sole
E il disco infuocato del sole declina nel mare vermiglio.
Ai confini della foresta e dell’abisso, mi perdo nel dedalo del sentiero.
L’odore mi insegue forte e altero, a pungere le mie narici
Deliziosamente. Mi insegue e tu mi insegui, mio doppio.
Il sole si immerge nell’angoscia
In una messe di luci, in un’esultanza di colori e di grida irose.
Una piroga sottile come un ago nella ferma intensità del mare,
Uno che rema e il suo doppio.
Sanguinano le rocce di Capo Nase, quando lontano si accende il faro
delle Mamelles.
Al pensiero di te, così mi trafigge la malinconia.
Penso a te quando cammino e quando nuoto,
seduto o in piedi, penso a te mattina e sera,
La notte quando piango e sì, anche quando sono felice
Quando parlo e mi parlo e quando taccio
Nelle mie gioie e nelle mie pene. Quando penso e non penso,
Cara penso a te.
Léopold Sédar Senghor
Donna nera
Donna nuda, donna nera vestita del tuo colore che è vita,
della tua forma che è bellezza.
Sono cresciuto alla tua ombra;
la dolcezza delle tue mani mi bendava gli occhi.
Ed ecco che nel cuore dell’estate e del meriggio
Ti scopro terra promessa, dall’alto di un alto colle calcinato
E la tua bellezza mi folgora in pieno cuore come il lampo di un’aquila.
Donna nuda, donna oscura
frutto maturo dalla carne piena, estasi cupa di vino nero,
bocca che rende la mia bocca lirica,
Savana di puri orizzonti, savana che fremi alle carezze ardenti del vento dell’Est
tamtam scolpito, tamtam teso che tuona sotto le dita del vincitore
La tua voce profonda di contralto è il canto spirituale dell’amata.
Donna nera, donna oscura
olio che alcun respiro riesce a increspare,
olio calmo sui fianchi dell’atleta,
sui fianchi dei principi del Mali
gazzella dalle giunture celesti,
le perle sono stelle sulla notte della tua pelle
delizie dei giochi della mente i riflessi dell’oro
che rosseggia sulla tua pelle che si screzia
all’ombra della tua capigliatura si rasserena la mia angoscia
per il sole vicino dei tuoi occhi.
Donna nuda, donna nera
canto la tua bellezza che passa,
forma che fisso nell’eterno,
prima che il destino geloso ti riduca in cenere
per nutrire le radici della vita.
Léopold Sédar Senghor
Cosa ne pensate?