Harlem
Cosa succede ad un sogno rimandato? Appassisce come uva al sole? O come una ferita suppura Per poi scomparire? Puzza come carne andata a male? O fa la crosta di zucchero come un dolce sciroppo? Forse semplicemente affonda come pesante carico. O esplode? Langston Hughes illustrazione di Jacob Lawrence
La nostra terra

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Dovremmo avere una terra di sole,
di sole sgargiante,
e una terra d’acqua fragrante
dove il tramonto è un morbido fazzoletto di seta rosa e d’oro,
e non questa terra
dove la vita è fredda.
Dovremmo avere una terra d’alberi,
alti alberi folti,
piegati al peso di pappagalli ciarlieri
lucenti come il giorno,
e non questa terra dove gli’ uccelli son grigi.
Oh, dovremmo avere una terra di gioia,
d’amore e gioia e vino e canto,
e non questa terra dove la gioia è un errore.
Langston Hughes
Tenetevi stretti i sogni
Tenetevi stretti i sogni
perché se i sogni muoiono
la vita è un uccello con le ali spezzate
che non può volare.
Tenetevi stretti i sogni
perché quando i sogni se ne vanno
la vita è un campo arido
gelato dalla neve.
Langston Hughes
Blues di stanchezza
Mormorava un torpido motivo sincopato,
e si cullava a una dolce cantilena –
ho udito un negro che suonava.
A Lenox Avenue l’altra sera
sotto il fioco pallore d’un vecchio lume a gas
pigro oscillava…
pigro oscillava…
al ritmo di quegli stanchi blues.
Con le mani d’ebano a ogni tasto d’avorio
faceva gemere di melodia quel povero pianino.
Oh blues!
Avanti e indietro oscillava sul fragile sgabello
e suonava quell’aria triste e sbrindellata come un pagliaccio musicante.
Dolci blues!
Sgorgati dall’anima d’un nero.
Oh blues!
Con voce profonda di canto e malinconico accento
ho udito il negro cantare, gemere quel vecchio pianoforte:
“Non ho nessuno al mondo,
nessuno tranne me .
Stenderò le rughe della fronte
e gli affanni poserò sul canterano”.
Tump tump tump faceva a terra il suo piede.
Suonò qualche accordo, e cantò ancora:
“Malinconie di stanchezza:
non mi so rassegnare.
Malinconie di stanchezza:
non mi so rassegnare.
Non sono più felice
e vorrei essere morto”.
Fino a notte alta canto’ sommesso quel motivo.
Le stelle si spensero, e cosi’ la luna.
Il cantante lasciò di suonare e andò a letto.
Langston Hughes,
illustrazione di Richard Duval
Frammento afroamericano
Così remota, Così lontana l’Africa. Non un ricordo più in vita Oltre quelli nati dai manuali di storia, Oltre quelli che i canti Tornano a farti pulsare nel sangue – Pulsanti dal sangue come tristi parole cantate In una strana lingua non negra – Così remota, Così lontana L’Africa. Soggiogati e senza tempo I tamburi – eppure Da un’immensa nebbia di razza Questo canto Che non comprendo, Questo canto di una terra atavica, Di struggenti brame perdute Senza luogo – Così remoto, Così lontano Il volto scuro dell’Africa. Langston Hughes
Il negro parla di fiumi
Ho conosciuto i fiumi:
Ho conosciuto fiumi antichi come il mondo
e più vecchi del flusso del sangue umano nelle vene umane!.
La mia anima è divenuta profonda come i fiumi.
Mi bagnai nell’Eufrate che l’albe eran giovani.
Costruii la mia capanna sulla riva del Congo che mi cullò nel sonno.
Vidi il Nilo e v’innalzai su le piramidi.
Ascoltai il canto del Mississippi quando Abe Lincoln discese fino a New Orleans,
e vidi il suo corso melmoso indorarsi al tramonto.
Ho conosciuto i fiumi: antichi fiumi oscuri.
La mia anima è divenuta profonda come i fiumi.
Langston Hughes
foto di Thérèse Di Campo 
Colore
Bella è la notte, e il volto della mia gente. Belle le stelle, e gli occhi della mia gente. Bello, anche il sole, Bella, anche, l'anima della mia gente. Portatelo come uno stendardo d'orgoglio: non come sudario. Portatelo come un canto che si leva alto: non lutto o pianto. Langston Hughes Dipinto di Jacopo Camera
Le storie di zia Sue
Zia Sue ha la testa piena di storie. Zia Sue ha un cuore colmo di storie. Le sere d'estate sul portico zia Sue stringe al seno un bimbo dal viso bruno e gli racconta delle storie. Schiavi negri che lavorano sotto il sole cocente, e schiavi negri che camminano nella rugiada della notte, e schiavi negri . che intonano canti di dolore sulle rive d'un grande fiume si confondono dolcemente nel fluire delle parole della vecchia zia Sue, si confondono dolcemente nelle ombre scure che passano e ripassano nelle storie di zia Sue. Il bimbo dal viso bruno ascolta e sa che quelle di zia Sue sono storie vere. Sa che zia Sue non ha mai tolto quelle storie dai libri, ma che sono uscite proprio dalla sua vita. E il bimbo dal viso bruno quieto nella sera d'estate ascolta le storie di zia Sue. Langston Hughes dipinto di Homer Winslow
Blues di nostalgia
Il ponte della ferrovia è un canto triste nell'aria. Quando passa un treno vorrei andare chissà dove. Sono sceso alla stazione. Avevo il cuore in bocca. Sono sceso alla stazione. Avevo il cuore in bocca. In cerca di un vagone che mi portasse al Sud. La nostalgia, Signore, è una cosa orribile. La nostalgia, è una cosa orribile. Per frenare il pianto Apro la bocca e rido. Langston Hughes
Anch’io
Anch'io canto l'America. lo sono il fratello più scuro. Mi mandano a mangiare in cucina quando vien gente, ma io rido, e mangio bene, e divento forte. I negri e l'America Domani siederò a tavola quando verrà gente. Nessuno oserà dirmi: «Mangia in cucina », allora. E poi, vedranno la mia bellezza e ne avranno vergogna anch'io sono l'America. Langston Hughes
Dipinto di Jean-Louis André Théodore Géricault
Sono un nero Pierrot
Sono un nero Pierrot: lei non mi amava, così io mi tuffai dentro la notte, e la notte era nera, anche la notte. Sono un nero Pierrot: lei non mi amava, così io piansi fin quando fu l'alba e insanguinò le colline ad oriente e il cuore, anche il mio cuore sanguinava. Sono un nero Pierrot: lei non mi amava, così con l'anima un tempo a colori come un pallone sgonfiato grinzosa, me ne andai via nella mattina in cerca d'un altro amore bruno. Langston Hughes Illustrazione di Lynette Yadom Boakye
La giostra
Bambino negro alla fiera: Dov'è il reparto di Jim Crow in questa giostra, signore? Perché ci voglio salire. Giù nel Sud da dove vengo bianchi e negri non possono sedere vicini. Giù nel Sud nel treno c'è un vagone per i negri. Sul tram ci mettono dietro: ma non c'è un dietro nella giostra! Dov'è il cavallo per i bambini negri? Langston Hughes
La scala di cristallo
Figlio, ti dirò che la mia vita
non è stata una scala di cristallo
ma una scala di legno tarlato
con dentro i chiodi e piena di schegge
e gradini smossi sconnessi
e luoghi squallidi
senza tappeti in terra.
Ma ho sempre continuato a salire,
ed ho raggiunto le porte
ed ho voltato gli angoli di strade,
e qualche volta mi sono trovato nel buio,
buio nero, dove mai è stata luce.
Così ti dico, ragazzo mio,
di non tornare indietro,
di non soffermarti sulla scala
perché penoso è il cammino,
di non cedere, ora.
Vedi io, continuo a salire…
E la mia vita,
non è stata una scala di cristallo.
Langston Hughes
Cosa ne pensate?