La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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La strada

DON JUAN: «Tutto è solo una strada tra tantissime possibili. Devi sempre tenere a mente che una strada è solo una strada; se senti che non dovresti seguirla, non devi restare con essa a nessuna condizione. Per raggiungere una chiarezza del genere devi condurre una vita disciplinata. Solo allora saprai che qualsiasi strada è solo una strada e che non c’è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nel lasciarla andare se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare. Ma il tuo desiderio di insistere sulla strada o di abbandonarla deve essere libero dalla paura o dall’ambizione.»

 «Ti avverto. Guarda ogni strada attentamente e deliberatamente. Mettila alla prova tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda.
“Questa strada ha un cuore?”
Se lo ha la strada è buona.
Se non lo ha non serve a niente.
Entrambe le strade non portano da alcuna parte, ma una ha un cuore e l’altra no. Una porta un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L’altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l’altra ti indebolisce.»

 CARLOS CASTANEDA: «Ma come si fa a sapere quando un sentiero non ha un cuore, don Juan?»

DON JUAN: «Prima di inoltrarti in esso poniti la seguente domanda: “Questa strada ha un cuore?” Se la risposta è no, lo saprai, e allora dovrai scegliere un altro sentiero.»

CARLOS CASTANEDA: «Ma come faccio a capirlo?»

DON JUAN: «E’ una cosa che si sente. Il problema è che nessuno si pone questa domanda, e quando un uomo si accorge di aver intrapreso una strada senza cuore, essa è pronta per ucciderlo. Arrivati a quel punto, sono pochi quelli che si fermano a riflettere e abbandonano la strada.»

CARLOS CASTANEDA: «Cosa devo fare per formulare la domanda nel modo giusto, don Juan?»

DON JUAN: «Fallo e basta.»

CARLOS CASTANEDA: «Quello che vorrei sapere è se esiste un metodo per non mentire a se stessi credendo che la risposta sia positiva quando in realtà non lo è.»

DON JUAN: «Perché dovresti mentire?»

CARLOS CASTANEDA: «Forse perché in quel momento la strada sembra piacevole e divertente.»

DON JUAN: «Sciocchezze. Una strada senza cuore non è mai piacevole. Devi lavorare duramente anche per intraprenderla. D’altra parte è facile seguire una strada che ha un cuore, perché amarla non ti costa fatica.»

 

Carlo Castaneda

 

 


Strade

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Passò la diligenza per la strada, e se ne andò;
E la strada non divenne più bella, e neppure più brutta.
Così è l’azione umana, fuori, nel mondo.
Nulla prendiamo e nulla poniamo; passiamo e dimentichiamo;
E il sole è sempre puntuale tutti i giorni.

(Fernando Pessoa – Quaderni di Alberto Caeiro)


Strade…

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Sono un idealista.
Non so dove sto andando,
ma sono sulla mia strada.

Carl Sandburg

Se non qui, in altro luogo che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò.

Fernando Pessoa


La grande bellezza

Ora che Sorrentino ha vinto l’Oscar, tutti ad elogiarlo comparandolo a Federico Fellini. Per mio conto questo paragone è una nota di demerito: vado controcorrente e dico chiaramente che Fellini non mi piace o, meglio, mi piacciono solamente i primi film degli anni ’50 in bianconero, quali “Luci del varietà”, “I vitelloni”, “La strada” e “Il bidone”, che ho rivisto recentemente, dove il regista racconta di un’Italia povera, uscita dal dopoguerra, in cui ciascuno si ingegnava a vivere alla bell’e meglio o campava sulle spalle degli altri. Già “La dolce vita” ha iniziato a piacermi meno: quel mondo di decadenza, vacuo, cinico, dove chi può, per ingannare la noia, ricerca divertimenti proibiti, per quei tempi, a base di alcool e sesso e che dista anni luce dalla vita normale l’incomunicabilità con la quale è rappresentata dalla scena finale in cui Valeria Ciangottini grida qualcosa a Marcello Mastroianni, ma le sue parole sono coperte dal rumore della risacca e del vento. Gli altri film li giudico ancora peggio (naturalmente sempre e solo a mio parere): ormai abbandonato uno stupendo bianconero sostituito da colori sgargianti, anche le trame si fanno più astruse e grottesche, come i personaggi, spesso deformi.

E “La grande bellezza” sembra ricalcare questo cliché. Molte le analogie: scrittori falliti, sia nel film di Sorrentino che ne “La dolce vita”, feste di gente che cerca in ogni modo di passare serate in maniera divertente, una Roma decadente, sia allora che adesso anzi, oggi ancora di più, sante, prelati, spogliarelliste, ….

Per esperienza so che determinati film più premi vincono, più barbosi sono, e questo credo che non faccia eccezione: solo il trailer mi mette angoscia a vederlo, lento e soporifero, dove Servillo recita con voce monocorde… anche qui vacuità di personaggi, di situazioni. Però dire che è bello fa fine, fa persona colta anche se ci si è addormentati ancora a metà della proiezione. Passare da ignoranti? Non sia mai detto !

Stasera lo trasmetterà Mediaset (visto che è una sua produzione). Non lo guarderò solo perché odio vedere i film interrotti dalla pubblicità come succede sulle reti commerciali (ma pure la RAI non ne è più immune). Un film va gustato per intero, fotogramma dopo fotogramma, titoli di testa e di coda inclusi, senza interruzione, altrimenti che spettacolo è? Magari più avanti, se qualcuno mi presterà il DVD ci penserò, però sono sicura che sarà solo una “Grande noia”…


Modena City Ramblers -La strada