Bersani
Ma come si fa ad augurare la morte ad un avversario politico per quanto ci stia antipatico? Su Facebook e su varie altre fonti leggo di tutto e di più. Povera gente senza cervello e senza cuore, cieca davanti alla sofferenza ed alla malattia.
Per conto mio, i migliori auguri perché si rimetta presto.
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Inviato dal Veloce promemoria
destra-sinistra
Lo confesso, una volta votavo a sinistra. Poi, quando si verificano i “tradimenti”, le prese in giro, anche i grandi amori finiscono e, come quando si smette di fumare,ti dà fastidio perfino la vicinanza di chi fuma.
Votavo a sinistra per liberarmi dall’ingombrante presenza della balena bianca che fagocitava di tutto (per poi suddividersi in correnti e sottocorrenti), o in contrapposizione al rampantismo craxiano che cancellava quell’Italia laboriosa che nell’armadio conservava un solo vestito buono.
Ho votato a sinistra sull’onda emozionale della morte di Enrico Berlinguer, ma, con l’avanzare dell’età, è un errore che non commetterei più. Mi sono ricreduta quando ho visto che tanti, come si dice comunemente, hanno il cuore a sinistra ma il portafoglio a destra. I Marzotto, ad esempio, ma non mi risulta che nelle loro fabbriche si stesse gran che meglio che altrove, a differenza di quelle di Adriano Olivetti, che gestiva le sue con un illuminismo “paternalistico”. Poi… a rivinare l’Olivetti arrivò De Benedetti, con i suoi intrallazzi politici, col suo cuore a sinistra ed il portafoglio talmente a destra da farlo diventare perfino cittadino svizzero. Già, gli svizzeri xenofobi, che se lavori una vita per loro alla fine ti danno sì un’ottima pensione, ma poi “foeura di ball… Torna a cà tua…” Ma se sei pieno di soldi, la cittadinanza te la porgono su un piatto d’argento.
Ritornando al discorso, ero una di quelle che, ancora studentessa, leggeva “Repubblica”, molto agile nel formato e nell’informazione, con un indirizzo “lib-lab” che faceva tanto chic, così differente dall’informazione ingessata del “Corriere”, che pure contava le migliori firme. Ora, degli anni, di “Repubblica” se permettete il gioco di parole, ne ho D’Avanzo…
Ho votato a sinistra fino a che mi sono accorta che “loro” non erano per nulla migliori degli “altri”, anzi, sotto sotto erano pure peggio. Quel proteggere i “compagni che sbagliano” fu la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E l’abitudine non l’hanno persa. Ci sono certi ideologi che mi fanno paura. Per evitargli la galera, i radicali candidarono Toni Negri nelle loro file, per potergli consentire di rientrare in Italia dalla Francia dove se ne stava ben protetto (e non c’era ancora madame Carlà)… Ma nessuno propose la candidatura al povero Bepin Segato, dei “Serenissimi”, che per molto meno del Negri si sobbarcò tre anni e sette mesi di galera, fino a morirne, (morte naturale’ dicono le fonti ufficiali, come per Enzo Tortora), condotto dalla galera all’ospedale ammanettato alla lettiga, manco fosse un efferato assassino. Adesso c’è lo storico ed ideologo Asor Rosa che auspica addirittura un golpe, utilizzando perfino Carabinieri e Polizia di Stato… A quando l’esercito con i carri armati in puro stile soviet?
Tutti questi personaggi che sputano livore per le sconfitte elettorali, dicendo che chi non li ha votati non capisce nulla (proprio perché vi ho capito che non vi voto più…felice di essere cretina, allora), quelle aggressioni in piazza, come quelle dei viola e dell’IDV alla Santanchè l’altro giorno, perfino le frasi, una settimana fa, del solito don Giorgio de Capitani (sul quale avevo già scritto un post a suo tempo), che si augura che a Berlusconi venga un ictus che lo faccia secco. Ottimo esempio di carità cristiana! Oppure quelli che ricominciano a gambizzare chi non la pensa come loro, come, a Roma, Antonini di Casa Pound: iniziarono così pure le Brigate Rosse, poi si sa come finì… O le esternazioni della Rosetta Bindi che ha diretto con manifesta parzialità i lavori della Camera (al posto di Fini), tanto da imbarazzare la sua stessa corrente politica, Veltroni in primis. Ma sono avversari questi? O sono NEMICI di una guerra sotterranea? Quell’arroganza tipica di certi personaggi come D’Alema che non sopporto più, ritenendosi quasi un inviato dal cielo mandato a convincerci della bontà delle sue idee senza tollerare alcuna contraddizione.
Sognavo una sinistra liberale, capace di fare un buon governo o una buona opposizione, e mi ritrovo una massa schizofrenica e rancorosa ma soprattutto incapace di proposte concrete, che raduna dei piazzaioli capaci solo di urlare slogan, una coalizione di gente tenuta assieme solo dall’antiberlusconismo e null’altro e non si rende conto che più lo attaccano più lo rendono forte.
Ed allora da tempo, molto tempo, sono passata sull’altra sponda, senza nemmeno turarmi troppo il naso come indicava il compianto Montanelli…
Ipocriti
C’è molta ipocrisia nelle parole di quanti, a sinistra, richiedono ora l’estradizione di Cesare Battisti. Molti di loro infatti presero le parti di brigatisti ed affini, ritenendoli semplicemente “compagni che sbagliano”, anziché efferati assassini. Ed ora invece gli stessi individui accusano l’attuale Governo di non aver fatto abbastanza per ottenere l’estradizione del pluriomicida, cui è stato concesso lo status di rifugiato politico perché qui in Italia rischierebbe addirittura la morte. Premesso che se un simile individuo dovesse morire non me me importerebbe assolutamente nulla (basta osservare l’espressione insolente che mostrava all’atto della cattura), ma proprio il Brasile sarebbe in grado di darci lezioni di democrazia? La decisione di Lula travalica la sovranità del nostro Paese, ed è pure causa di dissensi interni oltre che procurare un incidente diplomatico. Inoltre Lula ha atteso l’ultimo giorno del suo mandato presidenziale per rendere nota la sua decisione, lasciando che sia la nuova presidente a subirne le conseguenze.
Nel frattempo su la Repubblica e su il Riformista appaiono due interviste rispettivamente a Paolo Persichetti e Sergio D’Elia, che plaudono alla decisione di Lula concordando con lui sulle pecche del sistema carcerario italiano. Il primo, brigatista rosso, dei 22 anni comminatigli ne ha scontati appena 6 ed attualmente gode della semilibertà, scrivendo per Liberazione, l’altro, di Prima linea, è rimasto in carcere per 15 anni, uscendone grazie a Pannella che lo aveva candidato nel partito radicale…Ambedue liberi… questo perché nelle carceri italiane si rischia di morire!
Cosa ne pensate?