San Nicolò
Si avvicina il periodo delle feste. Ho già accennato alla tradizione della corona dell’avvento, ed ora invece scriverò delle altre festività che precedono il Natale.
Qui in Alto Adige, come avevo scritto tempo fa, la prima è quella di San Nicolò, che si festeggia il 6 di dicembre. Nella notte del 5 i bambini buoni ricevono allora un sacchetto pieno di dolcetti, (solitamente di panpepato ricoperti dall’immagine del santo), mandarini, arachidi, un piccolo giocattolino. Il vescovo, originario della città di Myra, in Turchia, è raffigurato spesso con tre biglie d’oro nella mano, a simboleggiare tre miracolo che avrebbe compiuto.
Il primo sarebbe relativo al salvataggio di un vascello in preda alla tempesta, e per questo è il protettore dei naviganti; il secondo – cui si ricollega l’usanza dei doni – è quello di aver lasciato sull’uscio di casa la dote a tre sorelle molto povere; con il terzo miracolo infine avrebbe fatto resuscitare tre ragazzi uccisi da un malvagio assassino, ed è quindi ricordato come protettore dei giovani. Con il tempo, la figura del santo è diventata quella di Santa Claus (Sanctus Nicolaus), ossia Babbo Natale, non più vestito dei paramenti, ma con il costume rosso per esigenze di marketing di una nota bibita 🙂 .
Accanto a san Nicolò, troviamo i Krampus,personaggi che definire dispettosi è riduttivo: hanno lunghe corna, indossano vesti lacere di lana caprina, lanciano urla terrificanti accompagnandosi con il suono di campanacci e l’agitare di grosse catene. Inoltre spesso fanno schioccare le fruste, e povero il malcapitato che si trova a prendere una scudisciata. I Krampus inoltre ai bimbi cattivi consegnano un sacchettino di carbone: da anni si usano grossi pezzi di zucchero scuro a simulare il carbone, ma prima si usava quello vero…
San Nicolò
O du guter Nikolaus
Mit dem Bart und Besen
Leer dein Säklein für uns aus
Wir sind brav gewesen.
(Oh tu, buon Nicolò, con la barba ed i baffi, vuota il tuo sacchetto per noi, che siamo stati bravi)
In seconda elementare, da noi, era d’obbligo lo studio del tedesco. E subito ci insegnavano le filastrocche per ogni occasione e festività.
Quella riportata sopra era per san Nicolò, una festa molto sentita in area tedescofona, ed era pure giorno festivo per gli scolaretti delle elementari (“San Nicolò da Bari, la festa dei scolari, la festa dei putei… Sona tuti i campanei.” ).
I bimbi bravi ricevevano un sacchetto di cellofane rosso, ripieno di dolcetti, tra i quali un’effigie del santo in pasta di pan di zenzero, mentre i cattivi venivano puniti dal Krampus, sorta di orrendo diavolaccio cornuto, armato di frusta. Per le strade sfilava appunto il carro che trasportava i due personaggi, il vescovo lanciando dolciumi ed il diavolo agitando le catene e la sferza. E l’apparizione del Krampus, che si agitava ed urlava come un ossesso, provocava molto spavento tra noi bambini.
La figura di San Nicolò si tramutò poi in quella del Babbo Natale, inizialmente vestito con una lunga zimarra come l’indumento del vescovo, che poi diventò il rosso costume bordato di bianco, inventato dalla Coca Cola.
Cosa ne pensate?