Le stelle si addormentano
Le stelle si addormentano così in pace…
i loro occhi alti e dolci si chiudono come fiori bianchi
nel sogno di un paradiso infantile.
Con il mattino, in casa dopo lugubre casa,
in una smania di denaro, adatti a baciare la loro guerra,
questi piccoli nobili sciocchi si ridestano.
Oh, l’anima del mondo è morta…
La verità marcisce in un fossato di sangue;
e l’amore è impalato su un milione di baionette
ma buon Dio! Si addormentano così pacifiche le stelle
Kenneth Patchen, da «Poesia», dicembre 2007
La 23° strada porta al Paradiso
Stai vicino alla finestra mentre le luci ammiccano
lungo la strada.
Da qualche parte un tram, che porta
a casa commesse e impiegati, passa sferragliando in questa
sera del Sabbath.
Un gatto nel cortile piange
perché trova il bidone dell’immondizia chiuso;
gli strilloni iniziano il loro giro che trasforma omicidi in penny.
Siamo chiusi in casa, per un po’ al sicuro, salvi
fino a domani.
Ti sfili il vestito, ti arrotoli le calze, attenta a non smagliarle.
Nuda ora,soffice luce su soffice carne,
ti fermi un attimo; ti volti di fronte a me –
sorridi come sanno fare solo le donne
che hanno giaciuto a lungo con il loro amante
uscendone più vergini.
La nostra cena è semplice, ma noi siamo meravigliosi.
(Kenneth Patchen)
Vorrei che i suoi occhi si riempissero di meraviglia
Vorrei che i suoi occhi si riempissero di meraviglia
vorrei che le sue labbra solo un poco si aprissero
vorrei che al mio tocco il suo seno tremasse
e Oh le direi che l’ho amata
Direi che il mondo iniziava e finiva là dove era lei
Oh giurerei che il Bello abbia pianto per vedere la sua
nuda grazia.
Vorrei che le sue braccia mettessero uccelli tra le mie dita
vorrei che il suo ventre fosse come un gattino addormentato
vorrei che il suo sorriso il mio incontrasse come un bacio
di fiamme in foreste di sogno.
e Oh le direi che l’ ho amata..
Direi che tutte le più nobili cose della terra e del cielo
sono rese più nobili solo perché lei vive
e Oh saprei che gli angeli più leggiadri si inginocchiavano
mentre dormivo io tra le sue braccia.
Kenneth Patchen
Dobbiamo andare piano
Per me e te immersi nel silenzio:
qui dove il paese tutt’intorno
è quieto; addormentato nella delicatezza
di questa stella della sera, scintillante
nel polso della notte. Le luci del villaggio,
come antichi bardi in preghiera, vengono
gentilmente da noi sui campi di grano che spiga
e docili pecore. Vorremmo far parte
di questo posto, dove il sonno non è quello cittadino,
dove il sonno è pieno e lieve e vicino
come il profilo di una foglia in un bicchiere di tè; ma
la conoscenza ha dipinto nel cuore di ognuno di noi
occhi rotti nel capo: non abbiamo scelta: vediamo
tutto le cose che piangono ed i giorni ricchi
su quest’umile terra, mischiando
trombe di taxi e disperazione gigantesca
con ogni paesaggio, qui, o altrove.
Kenneth Patchen
(Quadro di Nicola Nannini)
COSÌ COM’ERA TUTTA SOLA NEL CHIARORE LUNARE
Così com’era tutta sola
nel chiarore lunare,
ritta tra la roccia e il cielo,
che sembrava quasi non toccare la terra,
i riccioli neri e gli indumenti sciolti agitati dal vento,
appariva come uno spirito gigantesco dei tempi più antichi
si preparasse ad ascendere nella poderosa nuvola
che sola pendeva da questo povero cielo
così quando mi giacque accanto
la città del sonno la circondò
e fanciulli meravigliati premettero contro le alte finestre
della stanza dove eravamo stati
così quando mi giacque accanto
una voce, ricordo di una antica abitudine:
“Di che cosa parlano?
di pianeti e di tortore?
del boscaiolo e dell’ape?”
ma eravamo troppo orgogliosi per rispondere, troppo
stanchi per curarci di disegni “di tende e libri e spade e uccelli”
così il cerchio si chiude su se stesso
e tutti gli angeli vagabondi ci spingono dentro
finché io riesco a raggiungerla in quella morbida città
dove le campane
spaccano le mele sulle loro lingue
e spingono il sonno in basso come l’ombra d’un pesce.
Kenneth Patchen
Cosa ne pensate?