Silenzio
La mia anima mi ha parlato,
fratello, e mi ha illuminato.
E spesso anche a te l’anima parla
e ti illumina.
Tu infatti sei come me,
e non c’è differenza tra noi,
se non questa:
io esprimo ciò che è dentro di me
in parole che ho udito nel mio silenzio,
mentre tu custodisci tacito
ciò che è dentro di te.
Ma la tua silenziosa custodia
ha lo stesso valore del mio tanto parlare.
Kahlil Gibran
Manicomio
Fu nel parco di un manicomio che incontrai un giovane con il volto pallido e bello, colmo di stupore.
E sedetti accanto a lui sulla panca, e gli domandai: “Perché sei qui?”.
E lui mi rivolse uno sguardo attonito e disse: È una domanda poco opportuna, comunque risponderò.
“Mio padre voleva fare di me una copia di se stesso, e così mio zio.
Mia madre vedeva in me l’immagine del suo illustre genitore.
Mia sorella mi esibiva il marito marinaio come il perfetto esempio da seguire.
Mio fratello riteneva che dovessi essere identico a lui: un bravissimo atleta.
E anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia, e il maestro di musica, e il logico, erano ben decisi: ognuno di loro voleva che io fossi il riflesso del loro volto in uno specchio.
Per questo sono venuto qui. Trovo l’ambiente più sano. Qui almeno posso essere me stesso.”
E di scatto si volse verso me e chiese: “Anche tu sei qui a causa dell’educazione e dei buoni consigli?”
Ed io risposi: “No, sono qui in visita”.
E lui disse: “Ah, ho capito. Vieni dal manicomio dall’altra parte del muro”.
Kahlil Gibran
Goccia
Ogni cosa, dalla più bassa alla più sublime, dalla più piccola alla più grande, esiste dentro il tuo essere, senza differenze.
In una goccia d’acqua c’è il segreto di tutti gli oceani sconfinati.
Kahlil Gibran
Senza titolo
In verità chi non c’è è
stato solo nascosto ai nostri occhi
ma la sua presenza respira l’aria.
Come noi respiriamo l’attimo del ricordo.
Insieme siamo l’impossibile presente che
torna indietro mentre gli andiamo incontro…
“Il ricordo è un modo d’ incontrarsi”,
mi porta lontano.
Kahlil Gibran
Magia della vita
In un campo ho veduto una ghianda:
sembrava così morta, inutile.
E in primavera ho visto quella ghianda
mettere radici e innalzarsi,
giovane quercia verso il sole.
Un miracolo, potresti dire:
eppure questo miracolo si produce
mille migliaia di volte
nel sonno di ogni autunno
e nella passione di ogni primavera.
Perché non dovrebbe prodursi
nel cuore dell’uomo?
Kahlil Gibran
I folli
“Fu nel parco di un manicomio che incontrai un giovane con il volto pallido e bello, colmo di stupore.
E sedetti accanto a lui sulla panca, e dissi, “Perché sei qui?”
E lui mi rivolse uno sguardo attonito e disse:
“E’ una domanda poco opportuna, comunque risponderò.
Mio padre voleva fare di me una copia di se stesso, e così mio zio. Mia madre vedeva in me l’immagine del suo illustre genitore.
Mia sorella mi esibiva il marito marinaio come il perfetto esempio da seguire.
Mio fratello riteneva che dovessi essere identico a lui: un bravissimo atleta.
E anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia, e il maestro di musica, e il logico, erano ben decisi: ognuno di loro, voleva che io fossi il riflesso del suo volto in uno specchio.
Per questo sono venuto qui.
Trovo l’ambiente più sano.
Qui almeno posso essere ME stesso”.
E di scatto si volse verso me e chiese: “Anche tu sei qui a causa dell’educazione e dei buoni consigli?”.
Ed io risposi: “No, sono qui in visita”.
E lui disse:” Ah, ho capito. Vieni dal manicomio dall’altra parte del muro”
(Kahlil Gibran – Il Folle)
Cosa ne pensate?