La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Italiani…

Ha ancora un senso essere orgogliosi di essere italiani? Io lo sono, ma del nostro passato.

Del presente no di certo.

Al giorno d’oggi appena apri i giornali leggi di malversazioni di furti, di concussioni, di reati patrimoniali vari perpetrati da chi abbiamo preposto a rappresentarci e che dovrebbe quindi esserci d’esempio.

Siamo un popolo litigioso, ed anche con le prossime elezioni se riusciremo a formare una maggioranza stabile sarà grazie al famigerato porcellum, che tutti aborrono ma nessuno vuole abolire per poter beneficiare di un sostanzioso premio di maggioranza.

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Tanto litigiosi da presentare un sacco di liste e listine senza validi programmi nate col solo scopo di far salire in parlamento il piccolo ras di turno, ma comunque con un piccolo seguito di utili idioti che lo voteranno.

E così assistiamo al balletto di alcuni politici…mi candido, non mi candido più..lo faccio, ma sono pronto a ritirarmi se.. Mentre altri, grazie alle deroghe, ripresentano sempre le solite vecchie facce che speravo di non rivedere.

E tutti quanti, dopo aver criticato Monti pur appoggiandolo, adesso lo tirano per la giacchetta.

Tanto poco italiani da doverci fare spiegare la Costituzione dal comico di turno invece di farla studiare a scuola, al posto di far imparare obbligatoriamente e pappagallescamente il testo dell’inno, francamente bruttino, anche se da rispettare.

Centocinquant’anni fa, purtroppo, hanno fatto l’Italia, ma gli Italiani sono ancora un’utopia. Anche perché tra i voltagabbana che oggi sono tutti Tricolore e Costituzione, ce ne sono molti che preferivano sventolare un vessillo rosso e giudicavano reazionari e fascisti tutti gli altri.


Viaggio in Germania – Seconda parte

Gli italiani

Quelli non mancano mai… Girando per il Roemerberg, abbiamo trovato un ragazzo siciliano gentilissimo e simpaticissimo che sta qui da soli 10 mesi, ed è contento perché qui si vive bene ed ha un lavoro, cosa che da noi non trovava. In un mercato coperto invece, abbiamo trovato un ristoratore che è qui da circa 60 anni, e che ci ha dato l’indirizzo di un locale dove andare a mangiare.

Gli stranieri

Passeggiando per lo Zeil, in direzione opposta alla Hauptwache, ci si trova quasi senza accorgersi nel quartiere turco. Qui la comunità è assai numerosa, sono gli stranieri più rappresentati in Germania. Le ragazze sono davvero molto belle, anche se quasi tutte velate, ma con foulards coloratissimi sovrastanti una calottina elastica solitamente bianca, e quasi tutte portano soprabiti molto lunghi. Non mancano però quelle più occidentalizzate che, nonostante il velo, portato con civetteria, sfoggiano magliette e jeans anche abbastanza aderenti e trucchi che mettoni in risalto gli occhi scuri.

Uno scorcio di Kottbuser Damm, nel quartiere berlinese di Kreuzberg, area a forte immigrazione turca e crocevia di culture

Ma tra le tante, ho visto anche una giovane mamma con una palandrana larghissima e unghissima color verde smeraldo che la copriva interamente ed un velo nero che nascondeva completamente il viso lasciando scoperti solo gli occhi. Contrastava tremendamente con il marito che era vestito, come diremmo noi, da burino, ossia quel bullo di periferia con giubbotto di pelle borchiato ed accessori coordinati.

Cibi e bevande

Se ad Amburgo non eravamo riusciti a trovare un hamburger, qui cercavamo i Frankfuerter. Solo dopo abbiamo scoperto che il Frankfurter qui è un piatto tipico a base di uova sode e patate ricoperte da una specie di salsa verde.

Per mangiare il Frankfuerter come lo intendiamo noi, dobbiamo dire Frankfuerter Wuerstchen, ossia salsiccetta di Francoforte… Si differenziano dai wuerstel tradizionali perché sono meno grossi ma più lunghi, ed inoltre sono leggermente aromatizzati. Naturalmente si servono accompagnati dai crauti, però molti per contorno preferiscono delle semplici patate lessate. Immancabile…la senape o, per i più coraggiosi, essendo molto piccante, il kren.

Ma nel locale consigliatoci dall’italiano, il Wagner nella Schweitzerstrasse,

abbiamo trovato non solo i wuerstel, ma anche l’Handkaese mit Musik,

ossia un formaggio pressato a mano (da qui il nome), quasi trasparente, molto “odoroso”, e simile al Graukaese dell’Alto Adige o al Puzzone di Moena. Solitamente viene servito con cipolle tagliate molto finemente a fette e condito con olio ed aceto. La parola Musik è , diciamo, un eufemismo…in quanto ” Musik kommt spaeter” – tradotto“la musica viene dopo”-, ossia il formaggio e la cipolla hanno spesso, su varie persone, effetti “collaterali” … 🙂 Altri, più cortesemente, dicono che è la musica che fanno le boccette dell’aceto e dell’olio urtandosi fra loro…ma non credeteci, non è affatto vero 🙂 .

Oltre ai Wuerstel ed al formaggio, servono pure costine di manzo o di maiale ed altri tipi di carne ed insaccati, tutti però accompagnati dall’Apfelwein ( detto anche Apfelwoi o Ebbelwei, con termini locali dialettali), un vino aspro ricavato da un particolare tipo di mele che, fermentando, producono una specie di sidro acidulo dalla gradazione di circa 4-6 gradi e che viene portato in tavola nelle tipiche brocche grigie (Bembels) e servito nei bicchieri con tagli a diamante, usati esclusivamente per questo tipo di bevanda.

Altro piatto tipico è il Leberkaese, una specie di polpettone che, originariamente, veniva fatto con il fegato, ed ora con carne di maiale e vitello speziato con sale, cipolla e maggiorana. A dire il vero, è un piatto tipico di tutta la zona tedesca, si trova anche in Alto Adige, ma qui è particolarmente saporito.

Il pane tipico qui è il Bretzel, quel panino intrecciato in maniera ormai conosciuta, cosparso di sale grosso. La ricetta originale prevede l’immersione per pochi secondi dell’impasto, prima della cottura, in una soluzione diluita di soda caustica, che conferisce al panino il suo caratteristico sapore.

Al Wagner, un piccolo favoritismo: il locale è grandissimo, con lunghissime tavolate di legno, le pareti decorate da affreschi

ed un albero che cresce nel bel mezzo della sala,

però il cameriere (naturalmente italiano 🙂 ), ci ha sistemati in una saletta laterale con due soli tavoli, una piccola stube di legno con sedie imbottite, così siamo stati relativamente tranquilli, ed abbiamo potuto mangiare senza che nessuno ci interrompesse, come succede in Italia, vendendoci fiori o altre cose.

Una delle cose strane è che se chiedi l’acqua minerale te la servono in bottigliette da 20 cl, praticamente un niente, e che la stessa in proporzione, costa più della birra. Ed a proposito di birra, ne ho scoperta una favolosa: Erdinger Weissbier Dunkel…assolutamente da provare!

Birra Erdinger Weissbier Dunkel

http://svergari.altervista.org/blog/birra-erdinger-weissbier-dunkel-dunkler-ist-besser/

Ed il bello, qui in Germania, che sanno come si serve la birra: fresca e assolutamente NON ghiacciata.

Una delle cose strane, è che qui mangiano a tutte le ore: dalla mattina alla sera, nei bar, nelle birrerie, nei baracchini lungo le strade…è tutto un mulinare di mascelle. Il sabato, lungo il tratto che dallo Zeil arriva alla Opernplatz, è tutto un susseguirsi di bancarelle con sedie e panche, dove tutti si abbuffano come maialetti, adulti e bambini, uomini e donne….e dappertutto aleggia odore di wuerstel arrostiti, di costine, di patate fritte… 

Alla mattina, invece di fare colazione in albergo a base di prosciutti, salami, formaggi, uova e cose simili (praticamente un pranzo), preferivamo andare in una Baeckerei, ossia un panificio/pasticceria, dove, assieme al caffè alla tedesca (maledettamente lungo), potevamo scegliere tra vari tipi di pane o di dolci. Per lo più mangiavamo i Kipferl, ossia i croissants. Molti ritengono che sia un prodotto tipicamente  francese, ma in realtà il Kipferl lo hanno inventato gli austriaci, per festeggiare la vittoria sui Turchi che assediavano Vienna avvenuta nel 1683 e fu portato dall’Austria in Francia da Maria Antonietta. Il dolce di pasta sfoglia ha infatti la forma della mezzaluna ottomana.

Il ritorno

Al ritorno invece abbiamo preferito seguire l’itinerario più veloce, passando per Norimberga, Monaco e quindi il Brennero.

Mio marito ha ripreso a sacramentare contro i soliti italiani che cambiano corsia senza mettere le frecce o che ti abbagliano con i fari se vogliono sorpassare, per non parlare del prezzo del carburante! Vedere per credere, quanto costa il diesel, normale ed hightech, al di là del confine!

Io invece, dopo giorni di overdose di Kartoffel e Deutschkaffee….non vedo l’ora di farmi un piatto di spaghetti ed un espresso come Dio comanda!


Aspirina

Quando ci rechiamo in Austria o Germania, spesso acquisto in farmacia i prodotti cosiddetti da banco, ad esempio le aspirine, che costano mediamente un 40% in meno che da noi, ed in confezioni più grandi, da 40 compresse.

Ho notato una cosa. Mentre sull’involucro che ricopre le nostre pastiglie c’è scritto solamente “compresse effervescenti”, sul loro, oltre all’indicazione “hier oeffen” (aprire qui), con tanto di illustrazione di forbicina, c’è pure la scritta “Zum Einnehmen nach Aufloesen”, liberamente tradotto con “assumere dopo lo scioglimento”.

Precisione teutonica, oppure noi italiani siamo più intuitivi, abbiamo capito subito che il medicinale non va ingerito comprensivo di involucro e quindi e non necessitiamo di simili indicazioni?  


Italiani….

 

 

Come premessa, a scanso di equivoci, dico subito che sono italiana e contenta di esserlo.

Fiera un poco meno, per varie ragioni, almeno di questi tempi.

Non c’è dubbio che noi italiani abbiamo grandi doti: inventiva, senso artistico, pure in campo letterario e musicale ci siamo distinti, abbiamo capacità riconosciuteci universalmente.

Però..già, c’è un però.

Per mio conto viviamo un po’ troppo sugli allori passati. Ci crogioliamo nel ricordo di un trascorso storico che è stato grande fino alla caduta dell’impero romano, con le conquiste di Giulio Cesare, Augusto ed a seguire… ci ricordiamo degli scrittori, degli scultori degli architetti e dei pittori che hanno contribuito a costituire il nostro patrimonio artistico, rammentiamo le innumerevoli invenzioni di Leonardo, Meucci, Marconi e tanti altri…e poi?

Ci riteniamo uniti, però siamo il paese non delle Regioni, ma dei cento comuni, ognuno con una propria individualità, il proprio dialetto…guai a confondere l’uno con l’altro. Siamo il paese dei mille conflitti: guelfi e ghibellini una volta, fascisti e comunisti anni fa, berlusconiani ed antiberlusconiani adesso.

Il nostro patrimonio artistico è spesso negletto. Se confronto i nostri musei, ricchissimi di opere, ma a volte esposte in modo raffazzonato, con i musei esteri, dove le opere sono esposte con razionalità…mi viene una rabbia da non dire. Se vedo certi palazzi rinascimentali o barocchi, scrostati e cadenti o, ancora peggio, imbrattati da disegni e scritte spray, mi viene un’immensa tristezza….. E quello che mi indigna ancora di più è quando vedo che ad essere imbrattate sono le sedi universitarie….Non so adesso, ma anni fa i portici che portavano all’Università di Bologna facevano letteralmente schifo da tanto erano deturpati da graffiti e scritte oscene. C’è poca educazione nel nostro paese, c’è poco rispetto per quello che i nostri antenati hanno costruito, non lo sappiamo conservare al meglio, e tutto si sta lentamente distruggendo. La scuola non insegna più queste cose, le famiglie nemmeno, ed i ragazzi crescono con il mito dei bulli e dei più furbi, che riescono sempre a cavarsela.

Abbiamo dei panorami stupendi, e per anni li abbiamo rovinati con casermoni di cemento, per abbattere i quali debbono passare decenni, tra cause e controcause.

Lo stesso dicasi dei nostri cervelloni… Per farsi valere, al giorno d’oggi devono andare all’estero, dove vengono riconosciute le loro qualità, perché qui in Italia pochissimi trovano sbocchi lavorativi consoni alla loro preparazione. Formiamo i cervelli, che poi vanno all’estero a portare la conoscenza acquisita qui da noi.

Siamo gente refrattaria alle regole, anche perché ce ne impongono troppe, ma forse ce le impongono perché sperano che di cento, almeno una ventina vengano rispettate…

Abbiamo un’amministrazione obsoleta, farraginosa, a volte soggetta a corruzione , molto differente da quella anglosassone, molto più agile.

Siamo stati la culla del diritto, ma il diritto romano è stato acquisito dai paesi anglosassoni, mentre noi abbiamo ereditato il diritto bizantino…il che è tutto dire!

Insomma, sarebbe ora che ci dessimo una scossa, per modernizzarci, per entrare davvero nel novero delle nazioni più evolute, perché nonostante tutte le nostre arie di superiorità, non vogliamo renderci conto che in Europa siamo tra gli ultimi, o forse lo sappiamo però ci riteniamo comunque superiori, con molta presunzione. Invece sarebbe ora di mostrare un poco più di umiltà, riconoscendo le nostre manchevolezze, pur non dimenticando le nostre origini.