La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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#iorestoacasa

E’ iniziata l’aria tiepida
e dovremo restare nelle case
per le Antesterie
le feste dei fiori
in onore a Dioniso
Non usciremo
non festeggeremo
bensì mangeremo e dormiremo
e berremo il dolce vino
perché dobbiamo combattere
Le nostre città lontane
ornamento della terra asiatica
hanno portato qui a Gela
gente del nostro popolo
un tempo orgoglioso
Queste genti ci hanno donato
un male nell’aria
che respiriamo se siamo loro vicini
il male ci tocca e resta con noi
e da noi passa ai nostri parenti
Il tempo trascorrerà
e sarà il nostro alleato
il tempo ci aiuterà
a guardare senza velocità
il quotidiano trascorrere del giorno
Siamo forti e abbiamo sconfitto molti popoli
e costruito grandi città
aspettiamo che questo male muoia
restiamo nelle case
e tutti insieme vinciamo.


attribuito a Eracleonte da Gela, ma non è certo.


#iorestoacasa

L’appartamento non è molto grande: due camere, cucina abitabile, servizi, quindi la reclusione forzata è abbastanza disagevole.

Inizio a capire come si sentano le bestie chiuse in gabbia, camminando avanti e indietro tra queste quattro mura. Ogni tanto una sosta, poi leggo, ascolto un po’ di musica, intervallando qualche lavoretto rimandato da tempo, un poco di internet, sia dal pc che dal cellulare.

La televisione la riservo, come al solito, per la sera: per fortuna la collezione casalinga di film e serie tv è molto cospicua, quasi da far concorrenza all’offerta di qualche pay tv. Manca il movimento, certo…

Poi però penso a chi è costretto a lavorare: medici, infermieri, volontari, forze dell’ordine, cassiere dei supermercati, autisti dei mezzi pubblici: gente che non solo si prodiga per noi, ma mette in gioco anche la sua vita.

Allora mi reputo molto fortunata di poter restare a casa, uscendo solo in caso di effettivo bisogno, ed il mio grazie riconoscente va a tutta questa categoria di persone, specialmente nel campo ospedaliero, che si sta prodigando oltre ogni limite.

Vi voglio bene, ragazzi: ho visto sui media i vostri volti stanchi, segnati dai solchi che le maschere e gli occhiali protettivi hanno lasciato sulla vostra pelle dopo tante ore di utilizzo, ho visto le vostre mani screpolate per l’uso di detergenti e per il continuo contatto con il lattice dei guanti, i vostri occhi arrossati per le numerose ore di lavoro sfiancante. Non so davvero come ringraziarvi, e ripeto solo: vi voglio bene, e vorrei potervi abbracciare tutti.