Intolleranza
Sarà l’età che mi rende intollerante?
Primavera, giorni che precedono le festività pasquali, e forse per questo motivo molte scolaresche vanno in visita a musei, monumenti, mostre. Se ai bambini delle elementari posso perdonare una certa esuberanza, come pure a quelli delle medie, non tollero la maleducazione di certi studenti delle superiori. Occupano tutto il marciapiede invece di camminare affiancati due a due. Ti guardano pure male se cerchi di passare (ma non mi faccio certo intimidire da squinziette e bulletti vari). Alle pestate di piedi, rispondo con altrettante pestate, visto che non si premurano nemmeno di chiedere scusa…
Altra cosa che infastidisce alquanto: i signori uomini quando sono seduti sulle panche o sui sedili in fila dei mezzi pubblici: belli sparapanzati con le gambe divaricate a più non posso. E se tra di loro c’è un posticino libero per potercisi sedere, è un’impresa poterlo fare… Poi, se ci riesco, mi sembra di essere la classica sardina.
Girando per la città poi si vedono cose assurde: alcune signore di una certa età strizzate dentro tunichette elasticizzate che evidenziano sia la pancetta che le maniglie dell’amore, oppure giovani ragazze con delle “mortadelle” fasciate da leggins neri traforati, sulle quali troneggia un popò di rispettabili dimensioni infilato in un paio di short bianchi sfilacciati. D’accordo che ciascuno è libero di vestirsi come gli pare, però anche l’occhio vuole la sua parte, e qui il buon gusto davvero non si sa dove stia di casa…
Razzismo, xenofobia, intolleranza
C’è molta confusione tra questi tre termini, che vengono a volte usati indistintamente e quindi impropriamente.
Razzismo è l’atteggiamento di chi si ritiene SUPERIORE a qualcun altro in virtù di una specifica differenza biologica o meno. L’esempio più semplice è quello del bianco che si ritiene superiore all’uomo di colore, oppure quello classico dei “WASP”, bianchi anglosassoni e protestanti nei confronti di chi è cattolico o ebreo, nero o giallo. Ma anche chi si ritiene migliore per altre ragioni. L’uomo nei confronti della donna, specie nei paesi meno sviluppati, l’istruito nei confronti dell’ignorante, il sano verso l’handicappato,l’eterosessuale nei confronti dell’omosessuale o anche verso chi professa differenti idee politiche… Insomma ogni presunta superiorità rispetto a qualsiasi essere del genere umano.
Xenofobo è invece chi ha paura da chi è diverso da noi, perché lo “straniero” ha usanze, culture o modi di vivere diversi dai nostri, perché si ha paura che possa in qualche modo sconvolgere un modo di vita consolidato, minando la sicurezza del nostro lavoro e delle nostre tradizioni, assorbendole o addirittura cancellandole, ed in parte è una paura condivisibile e comprensibile.
Molto spesso però si tratta di semplice intolleranza, e di questo, credo, siamo tutti capaci. Ci danno fastidio, ad esempio, certe manifestazioni estreme promosse dai circoli gay, ci danno fastidio certi atteggiamenti arroganti di altre etnie che arrivano qui e subito pretendono quanto ci siamo guadagnati con anni di lavoro nostro e dei nostri avi. Vedo ad esempio in questi giorni questi presunti “PROFUGHI”” che sbraitano gridando “libertà” e rifiutando il cibo che forniamo loro perché non conforme alle loro abitudini.
Mi chiedo allora…gridate “libertà”? restavate nei vostri paesi a combattere per essa… non vi va cosa vi diamo per rifocillarvi? Ma cosa pretendete?
Siamo disponibili ad aiutarvi, ma anche da parte vostra ci vuole rispetto ed educazione, e tanti di voi non ne hanno minimamente. Nessuno vi ha chiamato qui, ma una volta che ci siete, abbiate almeno la decenza di capire che non possiamo attrezzarci in pochi giorni per accogliere una così gran massa di gente….
Cosa ne pensate?