Inno
Ieri sera alle 22, partita di calcio della Germania.
Ogni volta che sento l’inno tedesco, ripenso a quando Schumacher correva per la Ferrari ed alla fine della corsa venivano suonati sia l’inno tedesco in onore del pilota che quello italiano per celebrare la casa costruttrice, ed ovviamente il nostro inno ne usciva perdente. Il primo solenne e coinvolgente, l’altro tutto sembra meno che un inno: è piuttosto una marcetta da banda di paese.
E dire che abbiamo avuto i migliori musicisti del mondo… Verdi, Puccini, Rossini, Donizetti, Leoncavallo, Scarlatti, Pergolesi, Paisiello, Giordano e tanti altri.
Non me ne vogliate, però il nostro inno non mi emoziona.
Mi hanno contestato che bisogna amare il nostro inno ed essere nazionalisti: quello che certe persone non hanno capito è che io non contesto l’inno in sé, per quello che rappresenta, ma lo giudico solo dal punto musicale: è brutto.
Stop.
Non che non ci siano “marce” belle: moltissime marce militari sono davvero emozionanti, ma questa, ribadisco, non lo è.
Mi hanno contestato anche il fatto per cui bisogna collocarlo nell’epoca in cui è stato scritto e collegarlo al testo: ebbene, la musica dell’Inno di Mameli, diventato poi chissà perché “Il canto degli Italiani”, fu composta nel 1875 (il testo invece è del 1824), proprio nel periodo di maggior splendore dell’operistica italiana. Penso ad un inno con musiche di Verdi, simile alla Marcia trionfale dell’Aida, o da Puccini, come “All’alba vincerò”… sarebbe tutt’altra cosa.
Non parliamo del testo: pura retorica, ma questo è logico: analizzando anche i testi degli altri inni esteri la retorica abbonda pure lì, anche perché risalgono tutti ad epoche passate, quando le parolone abbondavano e proliferavano. In questo caso, il più bello e poetico è forse Say Can You See, l’inno statunitense.
E che il nostro inno sia brutto, lo dimostra forse anche il fatto che è rimasto “provvisorio” dal 1946, quando sostituì la Marcia Reale (quella sì, bella), fino alla definitiva consacrazione e legittimazione nel 2012.
Lo specchio del paese
Botte da orbi che nemmeno nei paesi del terzo mondo, commessi della Camera contusi (beh, con quelloche prendono, un po’ di rischio possono anche assumerselo).
Loredana Lupo del M5S che si becca uno sganassone da parte del questore Stefano Dambruoso di scelta civica.
Grillini che cantano l’Inno di Mameli o che si bendano la bocca, altri del Sel che cantano Bella ciao. Insulti a tutto spiano, epiteti di fascista a tutti, di qualsiasi colore siano… per fortuna nessuno ha cantato “Meno male che Silvio c’è”… Il quadro sarebbe stato completo!
Ricorrenze
Ed eccoci nel 2011, l’anno in cui si festeggia il 150^ dell’Unità d’Italia. Per me altoatesina non ha alcun significato, perché la mia regione fu annessa all’Italia solo alla fine della Grande guerra. Anche Trieste è in una situazione analoga, anzi,la sua annessione definitiva si verificò addirittura solo dopo la seconda Guerra mondiale… Ed oggi tutti a festeggiare il Tricolore, anche quelli che anni addietro lo bruciavano in piazza, ritenendolo un simbolo fascista e sostituivano l’Inno di Mameli (bruttarello assai a dire il vero), con “Bella ciao” e non profferirono parola alla soppressione di alcune feste nazionali quali il 4 novembre ed il 2 giugno, gli stessi che su “l’Unità” titolarono che Trieste era libera all’entrata delle truppe titine, dimenticando eccidi, foibe e l’assassinio dei cosiddetti “partigiani bianchi”, cattolici ed azionisti, quindi non comunisti, additati come traditori!
Ed ora queste stesse persone che prima osannavano l’Unità (giornale) come strumento di divulgazione politica, inneggiano ora all’Unità d’Italia… Belle facce di tolla.
Cosa ne pensate?