Povera Grecia? No, poveri noi.
A tutti quelli che dicevano “povera Grecia qua, povera Grecia là ” faccio una domanda semplice semplice : siete disposti a pagare la VOSTRA parte dei nuovi finanziamenti a questa Nazione? Se rispondete di sì, ok, ma non lamentatevi se poi NOI (quindi anche VOI) dovremo sopportare nuove tasse e nuove restrizioni per favorire chi non rispetta le regole. E le regole sono chiare: se fai un debito, lo devi pagare, anche perché si tratta di 300 miliardi di euro, una cifra spaventosa .
La Grecia con il suo referendum ha scelto di non volere più austerità, quindi di fatto ha rinunciato a chiedere ulteriori prestiti e Tsipras che fa? Accetta il diktat europeo che consiste in nuovi sacrifici, ancora più pesanti delle richieste originarie, e che, a mio parere, non fa altro che prolungare l’agonia ellenica. (Ma forse pensava solo spremerci altri soldi per poi prenderci nuovamente per i fondelli come ha fatto fino ad oggi, ma questa volta il giochetto non funzionerà più).
Poi, tutti a parlare della “cattiva Germania”.
Già, la cattiva Germania che ha un saldo negativo tra soldi versati all’Europa e quelli ricevuti. I telegiornali ieri parlavano del NOSTRO saldo negativo di 37,9 miliardi di euro (siamo al 4°posto in questa classifica ), ma la Germania ha un saldo che equivale a più del doppio del nostro, 83,5 miliardi. Ovvio che i “crucchi” siano piuttosto scocciati da questa faccenda, e lo sonopure io, perché il nostro saldo negativo è all’incirca uguale alla somma che vantiamo come credito dalla Grecia.
Un amico si lamentava con me ieri perché l’immissione dei paesi ex – Europa est nell’area euro si è tradotta in una concorrenza sleale di manodopera a basso prezzo, ma di questo proprio la Germania dovrebbe essere maggiormente danneggiata, visti gli alti salari dei suoi operai. Ma la Germania di questo non ha sofferto data la qualità dei suoi prodotti. E noi italiani su questo dobbiamo puntare, la qualità e la specificità, solo che in Europa non abbiamo voce in capitolo vista l’inadeguatezza dei nostri rappresentanti che spesso non vengono neppure interpellati.
(Invece io adesso temo per la nostra economia agricola quando verremo inondati da milioni di ettolitri di olio d’oliva greco a prezzo stracciato: non bastava la xylella…)
Quello che sta rovinando la Grecia è la perdita di credibilità. La Merkel ha parlato di mancanza di fiducia e non posso darle torto. La Grecia si è comportata come la cicala della favola, continuando a spendere soldi che non aveva, assumendo sempre più dipendenti pubblici, non alzando l’età pensionabile, mantenendo bassa l’aliquota IVA (la più bassa in assoluto in Europa), non tassando gli armatori, concedendo pensioni di reversibilità anche alle figlie nubili dei dipendenti statali.
Praticamente aveva fatto suo il detto keynesiano “Se ti devo un dollaro, ho un problema, ma se ti devo un milione di dollari il problema è tuo”, ma ad un certo punto la corda si spezza…
Non per altro i più favorevoli a Grexit erano i paesi nordici, di stampo calvinista, molto più “rigidi” di noi cattolici e latini, che vogliamo mantenere in Europa la Grecia solo per via della sua storia e cultura millenaria. Ma in questo caso i greci si sono dimostrati più bizantini che europei.
(A proposito…dove sono tutti i nostri politici che in piazza Syngtagma esultavanoperla vittoria dei “NO”?)
Grexit…tragedia greca
Discussioni a non finire su ogni network per l’esito del referendum in Grecia.
Quello che molta gente non capisce, è che ormai il paese aveva perso di credibilità: adesso le banche sono senza soldi, e mi chiedo chi presterà denaro alla Grecia quando si sono dimostrati inaffidabili nella gestione del debito, rinviando sempre più la restituzione delle rate dei prestiti ricevuti (mi sembra che in totale ammontino a 250 miliardi di euro). Ultimamente la Merkel aveva lanciato un’altra possibilità: effettuare SOLO una delle riforme, ma Tsipras e Varoufakis hanno risposto picche.
Beh, fin da piccola mi hanno insegnato che gli impegni presi si rispettano, che i debiti vanno saldati e cose simili. Invece la Grecia (continuo a parlare di Grecia come entità statale e non di greci come popolazione) ottenuti i prestiti a tassi pure agevolati ha risposto che non poteva onorare il debito perché i soldi se ne erano andati in fumo (leggi pensionamenti anticipati-ed il totale dei pensionati supera la metà della popolazione – e stipendi pubblici, che sono circa la metà degli occupati). Inoltre chiedeva di continuare ad essere foraggiata con ulteriori immissioni di denaro, senza garantire la restituzione. Chi sarebbe così pazzo da prestare soldi ad uno che è certo che non li restituirà mai?
Il presidente polacco – che preme fortemente per il Grexit – ha fatto presente che nella sua nazione le pensioni ammontano a circa 300 euro e vengono percepite a 70 anni e non a 50 come in Grecia dove sono notevolmente superiori.
La Grecia doveva fallire ancora parecchio tempo addietro: le sono state concesse dilazioni, agevolazioni, ed in cambio le si è domandato solo di effettuare alcune riforme. Il Governo invece (tale e quale al nostro) ha saputo solo aumentare le tasse, (che non sono ancora al livello delle nostre) e loro si lamentano per l’austerità.
Adesso le casse delle banche sono praticamente vuote, ed a giorni dovranno essere corrisposti stipendi e pensioni: dove prenderanno le risorse necessarie, visto che la Grecia non produce praticamente nulla (Feta? Yoghurth? Miele? Ouzo?) e l’unica risorsa che ha è praticamente solo il turismo? Anche dovessero stampare moneta, quale credibilità internazionale avrebbero, visto il comportamento attuato nei confronti della Comunità Europea? E se qualcuno dovesse concedere prestiti da ripagare in dracme, gli interessi passivi sarebbero altissimi
L’errore è stato quello di non spiegare la situazione economica alla popolazione, ma di presentare il referendum come una rivalsa, uno scatto d’orgoglio contro la Troika e come un appello nazionalistico . Lo stesso Tsipras, appena l’esito del referendum è stato reso noto, ha detto che “forse” usciranno dall’Euro,ma non dall’Europa, dalla quale sperano di mungere altri aiuti rinegoziando le condizioni. Ma adesso sia la Comunità europea che la BCE non possono più scendere a patti, perché se passa l’idea che i miei debiti li pagano gli altri stati, questi ultimi direbbero che non avrebbe senso fare noi le formiche e lavorare per permettere a voi, cicale, di continuare a fare la bella vita. Anche perché, per regolamento, la BCE non potrà più rifornire di valuta le banche greche, a meno di una deroga, e non credo che Draghi sia disposto a concederla. Qui non è, come vogliono farci credere, questione dell’egoismo di quei cattivacci dei tedeschi, ma dell’egocentrismo e l’avidità dei greci che continuano a voler pretendere sovvenzioni dagli altri stati senza fare nulla per modificare lo status quo. E noi italiani, con le misere riforme che abbiamo fatto, non siamo da meno, e questo mi spaventa parecchio.
I greci hanno preso quindi questo referendum come uno scatto di dignità: la abbiano fino in fondo, escano dall’Euro e non chiedano più nulla alla Comunità europea cercando davvero di cavarsela da soli. Auguri!
(scritto di getto dal cellulare mentre ero in montagna, quindi mi scuso per eventuali imperfezioni)
NB:
Nessuno, Grecia ed Italia comprese, può pensare di consumare più di quanto produce, facendoselo dare dagli altri . Sarebbe utile anche sapere chi sono gli “intelligentoni ” italiani che si fanno prestare i soldi, aumentando il debito, per poi prestarli alla Grecia e perché lo hanno fatto . Mai visto che uno vada in banca a farsi prestare soldi perché i suoi conti non quadrano e poi vada lui a prestarli ad altri . Qualche stranezza o idiozia da qualche parte c’è. (web)
http://www.lintraprendente.it/2015/07/ci-son-altri-18-popoli-quelli-che-pagano-il-parassitimo-greco/
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Inviato dal Veloce promemoria
Oxi
Sempre una spirale perversa sarà…dovranno chiedere prestiti da ripagare in dracme svalutatissime (se non è l’Europa, sarà la Cina, o Putin o qualcun altro) e dovranno corrispondere interessi altissimi…ed il ciclo continuerà, tale e quale ad ora.
Chi resterà con il cerino in mano sarà proprio l’Europa che ha concesso prestiti fino ad oggi e non vedrà un centesimo di ritorno.
Tragedia greca
Letta sul web…mi è sembrata esplicativa, oltre che carina (e mi scuso anticipatamente per i termini un po’ forti)
– Yannis vive al disopra delle proprie possibilità giocando d’azzardo, andando al night ed a troje tutte le sere;
– Yannis va in rosso in banca;
– Yannis chiede un prestito al Babbo;
– Babbo presta i soldi a Yannis, ma a condizione che Yannis si dia una regolata e per un bel po’ mangi pane e cipolle;
– Yannis accetta;
– Yannis continua a giocare d’azzardo, andare al night ed a troje, però rinuncia al lunedì sera;
– Yannis va ancora di più in rosso;
– Yannis chiede un altro prestito a Babbo e promette di giocare d’azzardo, andare al night ed a troje solo il venerdì ed il sabato sera;
– Babbo accetta;
– Yannis ritorna a giocare d’azzardo, andare al night ed a troje, però solo due sere a settimana, e chiede un nuovo prestito a Babbo;
– Babbo si adira e non presta più soldi a Yannis;
– Yannis si arrabbia ed afferma: “Babbo, a queste condizioni non ce la faccio!”
Repubblica scrive un pezzo in cui dà la colpa alle politiche di austerità del babbo. La “ggente” si scaglia contro l’avido genitore, esaltando la reazione orgogliosa del bistrattato erede. L’editoriale sul Manifesto dà la colpa al neoliberismo. Borghi e Bagnai ce l’hanno col babbo perché non dà a Yannis i soldi del monopoli con su scritto “pagherò”.
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Questa l’ironia.
Vediamo invece il vero effetto della questione.
Tanti criticano Tsipras per la decisione del referendum: la decisione popolare è quanto di più democratico possa esserci, ma non è detto che sia la migliore e/o la più giusta. Quando si presentò alle elezioni, vincendole, il suo slogan fu “basta austerità”, ma questo appunto era solo uno slogan. Di fatto il nuovo governo greco non ha fatto nulla per stimolare il mercato del lavoro, liberalizzandolo, anzi, ha riassunto 4000 lavoratori statali che erano stati licenziati (e qui vedo forti analogie con l’assunzione dei 100mila precari nella scuola italiana e con la farsa della legge dello job act).
Se ripristini le precedenti condizioni, l’esito sarà sempre e comunque un aumento dell’indebitamento, ed è quello che è accaduto.
Molti sostengono che uscire dall’Euro e svalutando la moneta farebbe ripartire l’economia: nulla di più falso. Esiste quella cosa che si chiama “cambio”, e bisogna innanzitutto distinguere tra il cambio nominale (rapporto tra due monete) e quello effettivo o reale, che è dato dalla combinazione tra il cambio nominale e la reale produttività di un paese e la dinamica dei prezzi (mercato). Nel caso della Grecia, che ha un export praticamente nullo, si verrebbe a creare una fortissima svalutazione che non potrebbe essere in alcun modo compensata da un aumento di produttività, aggravata per giunta da costi molto elevati della pubblica amministrazione, da un regime di salari minimi obbligatori, da un sistema pensionistico insostenibile, da un corporativismo esasperato (e pure qui ci sono troppe analogie con la situazione italiana).
Non è affatto vero quindi che tornando alla moneta sovrana cesserebbe l’austerità. Anzi, la Grecia era già sull’orlo del fallimento ancora prima di entrare nell’area Euro.
L’esito del referendum è un’incognita: dovessero vincere i NO non si sa se gli stati creditori possano rinegoziare condizioni con Atene, la Grecia fallirebbe subito e sarebbe costretta ad uscire dall’Euro. Se invece vincessero i SÌ molti ministri hanno già preannunciato le dimissioni, e Tsipras e Varoufakis o chi per loro,visto che sarebbero sfiduciati in ogni caso, dovrebbero recarsi a Canossa a negoziare ulteriori condizioni.
La sostanza comunque non cambierebbe: la Grecia rimarrebbe comunque uno stato in default.
Le ripercussioni sugli altri paesi europei? La nostra situazione sarebbe molto difficile,nonostante le rassicurazioni di Padoan, perché siamo esposti per almeno 40 miliardi di euro. Non ci resta che sperare, in compagnia di Spagna e Portogallo.
Grexit
Se, umanamente, sto dalla parte dei greci (per quanto Tsipras e pure Varoufakis mi stiano sulle scatole, dato l’orientamento politico), non posso che concordare con la decisione dell’Unione Europea.
Inutile continuare a concedere prestiti a chi sperpera i denari concessi per via di una politica economica dissennata.
Tsipras in campagna elettorale ha fatto delle promesse che solo degli ingenui avrebbero potuto capire che non potevano essere mantenute. La popolazione greca vorrebbe fortemente restare nell’area Euro, conscia che la dracma varrebbe quanto carta straccia in campo internazionale. Non peraltro stanno prelevando più che possono dai bancomat, (tutto quello che le banche concedono di prelevare) perché almeno avrebbero una piccola riserva di moneta forte.
Piuttosto era da intervenire molto prima.
Se sovraccarichi di sanzioni ed interessi il debitore, questo è strozzinaggio puro e semplice.
Se tosi troppo la pecora, alla fine lei non avrà più lana, ma nemmeno il pastore…
Ora vedremo se e come avverrà il Grexit, come e quando la Grecia potrà ripagare i suoi debiti nei confronti della comunità Europea.
E preghiamo che questo non succeda anche a noi.
Cosa ne pensate?