La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Da “Gli amori difficili”

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NEW YORK, NY – OCTOBER 24: Graffiti by British street artist Banksy is seen on a roll-down security gate covering the main entrance to Larry Flint’s Hustler Club on October 24, 2013 in the Hell’s Kitchen neighborhood of New York City. On Banksy’s website a caption for the work reads, “Waiting in vain…at the door of the club.” (Photo by John Moore/Getty Images)

Potremmo essere in giro a passeggiare in una
città qualunque, col caldo, mano nella mano e io dovrei accorgermi del
tuo sorriso triste e allora darti un bacio o prenderti il viso e farti
fare una smorfia che mimi la gioia. Sorrideresti e il mio desiderio di felicità per te sarebbe compiuto.

La verità è che i tuoi sorrisi tristi a me piacciono, perché a te
stanno bene, perché li sai trattare, li sai adoperare e mettere in fila
senza che rompano le righe. Se lo facessi io sarei penoso.
Questo è il punto: faccio pensieri e desidero cose nuove. Non importa cosa so.

Per la prima volta, non importa. Non so da dove vengono o come si chiamino e non potrei spiegarle a nessuno eccetto te, con un po’ di tempo, con un po’ di pause, con quei
silenzi che non saprei riempire, all’inizio.
Ma potrei imparare.
Sono un pessimo romantico, lo ammetto.

E’ per questo che non sono riuscito a farti innamorare. Lo so che è così.

Ho immaginato che potessi bastare io, con i miei modi normali e l’aria
spavalda. Fintamente sicura. E del tempo, per spiegarti quello che
manca, per farti vedere che ne sarebbe valsa la pena, alla fine.
Ho provato, che dire, a farmi scegliere. Ho sperato. Dovevo. Era una
possibilità, capisci? Come fare a metterla via, a dimenticarla. Forse
aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro
tempo. Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei
portato via con me. E’ l’idea che almeno una volta succeda, no? Hai
presente? Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e
lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di
niente se hai un po’ di senno.
Come un sibilo fluttuante e sinuoso.
A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo.

Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per
egoismo quasi, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua
felicità non dipende da me.

E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro.
Verresti?

Italo Calvino.