Siamo tutti competenti
Gli italiani sono dei grandi improvvisatori.
Inizia il campionato di calcio, e si sentono tutti commissari tecnici.
C’è una manovra finanziaria, e diventano tutti ministri dell’economia.
Adesso, dopo il crollo del ponte Morandi, leggo che ci sono un sacco di ingegneri, “laureati” su Facebook.
Personalmente non sono in grado di stabilire le cause del disastro, suppongo sia principalmente a causa della insufficiente manutenzione, anche perché Autostrade per l’Italia aveva preventivato degli interventi per il suddetto ponte subito dopo le ferie, bandendo un maxi appalto per 20 milioni di euro.
Però leggo delle constatazioni interessanti fatte da gente che senza dubbio è piùinformata di me ed ha gli strumenti per accedere a determinate informazioni, sia tecniche che finanziarie.
Solitamente non leggo Libero, però l’articolo di Franco Bechis mi è sembrato piuttosto interessante. Devo sintetizzare, in quanto l’esposizione è piuttosto lunga.
Il ponte inaugurato nel 1967 fu considerato a rischio dalla società Autostrade ancora nel 1994, quindi il governo Berlusconi bandì una gara per la costruzione della cosiddetta “Gronda”, ossia il Passante di Genova. Il governo però cadde, e subentrò Prodi, con Burlando ai Lavori Pubblici. Questi si oppose da subito alla Gronda invisa a Rifondazione Comunista (il M5S non era ancora nato), partito necessario alla continuazione del Governo. Cade Prodi, ritorna Berlusconi che rimette la Gronda tra le opere necessarie, ma vari enti locali, in primis la Provincia di Genova retta da Marta Vincenzi del PD, presentano numerose opposizioni ai ben 5 progetti presentati dalla Società Autostrade, seguita poi dal Comune di Genova, guidato da Doria, sempre del PD.
Ad un certo punto Burlando cambia rotta e si schiera a favore della Gronda, anche se il provvedimento incontra ancora la solita resistenza.
Nel 2012 Alessandro Repetto della Margherita, profeticamente annuncia che prima o poi il ponte sarebbe crollato, e quanti avevano ostacolato la Gronda avrebbero avuto dei morti sulla coscienza. Tra i tanti oppositori si annovera anche Finmeccanica, nella sua branca di Ansaldo Energia, che paventava la perdita di 2800 posti di lavoro per lo spostamento delle unità produttive.
Gli ultimi ad opporsi, nel 2017, sono stati proprio i pentastellati, anche se la loro opposizione contava praticamente una cippa, visto che l’Unione Europea nel frattempo aveva dato l’OK ai lavori, il cui inizio era previsto per l’anno prossimo, con termine nel 2028.
E i termini della responsabilità su chi ricadono?
Premettendo che i vari governi e ministri Prodi, Amato, Di Pietro, D’Alema, Letta, Renzi, Gentiloni, Del Rio hanno svenduto Autostrade all’Atlantia, in parte proprietà dei Benetton, c’è da considerare che sembra che Autostrade controlli se stessa, ispezionando i tronchi autostradali e autocertificando i lavori svolti da personale proprio o esterno, però sempre retribuiti da Autostrade, senza fornire un piano di manutenzione, necessario solamente per chi gestisce strutture costruite dopo il 1999.
E questo, purtroppo, è stato il risultato.
Notizia distorta
Stando ad un certo Saverio Tommasi, (notizia presa dal suo sito facebook) 15 anni fa Carlo Giuliani era un ragazzo che voleva andare al mare.
Lo si deduce infatti dalla cuffia da bagno che indossava, che copriva anche tutto il viso secondo la moda-mare di quegli anni, e portava inoltre un salvagente a forma di estintore, mentre uno dei suoi compagni si aggrappava ad una trave di legno per paura di affogare…
il Grillo sparlante
Ancora c’è chi crede a Grillo, che ha collezionato due magre figure in soli due giorni.
La prima concernente la responsabilità del blog a lui intestato e degli account Twitter.
Il comico “non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del Blog, né degli account Twitter, né dei Tweet e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul Blog, né sugli account Twitter, né sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato.”
: in poche parole il comico (sempre più difficile considerarlo un politico) su internet può postare quello che vuole, insulti compresi, ma non ne è responsabile. Il dominio del blog infatti è intestato ad un certo Bottaro residente a Modena, però sull’atto costitutivo del MoVimento 5 Stelle si legge che Beppe Grillo è il titolare effettivo del blog all’indirizzo www.beppegrillo.it, cosa da lui stesso ribadita in un post del marzo 2012, in cui afferma che la responsabilità editoriale del blog è esclusivamente sua. Ma la questione si complica: il titolare dei dati personali per quel che concerne la privacy è lo stesso Grillo, ma il responsabile invece appare la Casaleggio associati, i cui dati però vengono condivisi dall’associazione Rousseau, che a sua volta è titolare del trattamento relativamente all’attività del “Blog delle stelle”… Delle vere scatole cinesi!
Quando poi i post sul blog non sono a firma del comico, ma del MoVimento 5 Stelle Europa, o Gruppo di Coordinamento 5 Stelle o semplicemente MoVimento 5 Stelle è difficile risalire al responsabile dello scritto, e se qualcuno dovesse sentirsi offeso si con figurerebbe quindi una denuncia contro ignoti!
Facile quindi lanciare il sasso e nascondere la mano.
La seconda figuraccia l’ha fatta a Genova.
Dopo aver indetto le Comunarie ( 😀 ) dalle quali è uscita vincente Marika Cassimatis, Grillo ha ritirato il simbolo dalla sua lista, asserendo che “Non possiamo permetterci nessuna sbavatura. Non possiamo permetterci di candidare persone su cui non siamo sicuri al 100 per cento.”
Beh, un controllo preventivo poteva ben farlo, o no? Si accorge solo alla vigilia delle elezioni che quella candidata non era valida? E secondo quali criteri?
Ma i grullini, in obbedienza al guru, hanno provveduto ad altre consultazioni telematiche, il cui responso ha dato un altro nominativo gradito al grande capo…
Bravi! Continuate così!
liti in famiglia
Quanto mi rogna questa volta dover essere d’accordo con Marco Travaglio. Premetto che non ho guardato “Servizio pubblico”, il programma di Santoro, – non guardo mai le trasmissioni televisive, men che meno quelle “urlate” – però ne ho letto abbondantemente su giornali ed altri mezzi di informazione.
Michele Santoro ha un bel coraggio a dire che nella sua trasmissione non si viene per offendere e che sia giusto concedere il diritto di replica al contendente. Proprio lui che per anni ha ospitato un sacco di gente (o meglio gentaglia, trattandosi di mafiosi e ricattatori/trici) che non faceva altro che linciare Berlusconi e quanti erano dalla sua parte senza mai permettere il contraddittorio, anche perché la controparte non veniva mai invitata e, se c’era, veniva costantemente interrotta. E tra la gente che ha contribuito a questo sistema metto pure Marco Travaglio. Adesso che quest’ultimo si permette di criticare il governatore ligure Burlando (area PD) per tutto quello che non è stato fatto a Genova in occasione dell’alluvione e negli anni precedenti al disastro, Santoro mostra chiaramente come il suo concetto di informazione sia offuscato dalla faziosità politica adattandolo al proprio interesse personale. Così per la prima volta Travaglio si è ribellato, rifiutandosi, davanti all’evidenza dei fatti ed alle testimonianze, di fare la “foca ammaestrata” e, sulla stampa, risponde in modo ironico
«Mi scuso per aver affermato che è stato, nell’ordine: assessore, vicesindaco e sindaco di Genova, poi ministro dei Trasporti, infine governatore della Liguria, mentre avrei dovuto ammettere che tutte quelle cariche le ho ricoperte io – commenta-. Mi scuso per avergli attribuito ingiustamente la cementificazione della sua città e della sua regione, il piano casa tutto cemento, l’imboscamento di 8 dei 10 milioni stanziati dallo Stato per l’alluvione del 2010, la piastra di cemento per parcheggi costruita a monte del torrente Fereggiano, il mega-centro commerciale per 5 mila persone in una zona definita dal suo stesso assessore “a rischio di alluvioni” dopo la tragedia del 2011, i porticcioli turistici per impreziosire la costa in tandem col grande Scajola, il blocco dei lavori sul torrente Bisagno non per colpa dell’ex sindaco Sansa né del Tar, ma dalla Regione che non ha fatto nulla dal 2012, mentre è universalmente noto che tutte quelle brutte cose le ho fatte tutte io». «Mi scuso, con la Democrazia tutta, per aver colto la differenza tra l’insulto e la critica, tra il lasciar parlare e il lasciar mentire – ribadisce-. Mi scuso, con chicchessia, per non esser nato foca ammaestrata che canta o tace al fischio del domatore. Mi scuso, con tutti, per aver abbandonato lo studio di Servizio Pubblico proprio quando stavano per convincermi: ancora dieci secondi, e avrei confessato che l’alluvione l’ho fatta io. Il fango c’est moi»
Forse ora Travaglio si renderà conto di cosa abbiano provato le persone intervenute alle varie trasmissioni del guru della televisione, quando venivano zittite o addirittura nemmeno interpellate.
C’è sempre una prima volta per provare sulla propria pelle l’ingiustizia e la faziosità altrui.
domandina
Perché a Genova non si vede nessun extracomunitario che spala fango? Credono che a loro spettino solo diritti, alloggiando in hotel e mangiando ad ufo come in effetti stanno pretendendo?
Notare la sedia dietro all’extracomunitario, così potrà sedersi quando sarà stanco di guardare il ragazzo che lavora!
Due ragazzi.
Due ragazzi, pressocché coetanei, appena ventenne uno e ventitreenne l’altro, ma ai lati contrapposti della barricata.
Un sentore di morte… Uccidere o essere ucciso, ed allora uno di loro spara, intenzionalmente o no, proiettile diretto o deviato, non ha importanza. La minaccia è reale perché l’altro, viso coperto, ha in mano un estintore che può fracassargli la faccia, mentre un suo sodale sta per sfondare il finestrino del Defender con una trave. L’istinto di sopravvivenza ha il sopravvento…Pietà per il morto, ma ancora di più per chi ha sparato, e per questo gesto ha avuto la vita rovinata.
Si ricercano le responsabilità, dicendo che in quel dannato giorno, in piazza Alimonda dovevano essere prese eccezionali misure di sicurezza… Ma quelle c’erano, un sacco di blindati di Carabinieri e Polizia in tenuta da guerriglia. Nessuno va a fondo del problema, che la responsabilità principale va addebitata a chi scatena la violenza, non a chi cerca, con ogni mezzo, di contenerla. Ed è indubbio che Carlo Giuliani, viso coperto come si addice a chi non vuole essere riconosciuto perché consapevole di commettere dei reati, non aveva buone intenzioni…
Già nel 2003 il GIP di Genova archiviò l’accusa di “omicidio”, constatando che fu un chiaro “caso di legittima difesa, in presenza di una causa che esclude la punibilità”.
Adesso la Corte dei diritti umani di Strasburgo, cui si era rivolta la famiglia Giuliani, confidando nella difesa dell’avvocato Giuliano Pisapia, ha dato per la seconda volta (la prima fu nel 2009) ragione a Mario Placanica, il carabiniere che si è trovato in questa situazione, sentenziando che nessun “uso violento della forza” aveva causato la morte di Giuliani. Ero rimasta esterrefatta quando il precedente Governo aveva intitolato a Giuliani l’aula della Camera, quasi fosse un eroe… Un eroe agisce per il bene della popolazione, si sacrifica volontariamente per essa, agisce a viso aperto…Giuliani no, era un violento, magari anche solo temporaneamente, trascinato dall’evolversi della situazione, ma sapeva di agire contro la legalità. Quindi, pur deplorando la sua fine data la sua giovane età, è andato incontro al suo destino. Spero che i genitori si rendano conto di questo, ma loro continueranno a difendere questo figlio che in famiglia ha assorbito i primi semi dell’odio, un odio maturato in certi ambienti d’estrema sinistra, dove militano persone come Francesco Caruso, Luca Casarini e Vittorio Agnoletto (quest’ultimo con una fuorviante faccia da prete che contrasta con i suoi enunciati). Una giustizia che non deve essere a loro favorevole, come sembrano pretendere, ma equa, una giustizia che deve valutare non solo come si siano svolti gli avvenimenti, ma anche le cause e le reazioni concatenate ad esse. Ma questo, certi ambienti, non vogliono accettarlo…
Cosa ne pensate?