Gay pride
I gay non mi danno fastidio, a patto che non diano loro fastidio a me.
Già circolare a Milano con i mezzi pubblici è un dramma, causa i lavori della M4, il rifacimento di piazza Cinque Giornate e Corso 22 Marzo, ma oggi ci si è messo pure il Gay pride. L’applicazione di ATM che mi dovrebbe tenere informata delle variazioni delle linee non mi ha avvisato che il tram n. 1, l’unico che porta vicino a casa, deviava per la stazione e faceva capolinea là. Così, per non trovarci in mezzo al caos come era già successo lo scorso anno e quello precedente, siamo scesi a piazza Repubblica e per la via Vittorio Veneto ci siamo avviati verso porta Venezia – Oberdan. Una goduria, con tutta la strada al sole e solo 36 gradi 😡. Come se non bastasse, c’erano già folti gruppetti di persone che attendevano di unirsi al corteo: molti a torso nudo, alcuni con canottiere a rete tra le cui maglie sarebbe passato anche un merluzzo adulto, uno con un ridottissimo perizoma, altri in stile drag queen, con vestiti improbabili, tacchi vertiginosi, parrucche dalle acconciature elaboratissime, scie di profumo che stordivano lontano un miglio. C’era perfino uno con un costume composto di piume variopinte che lo faceva assomigliare al mitico quetzalcoatl. Le donne erano più discrete, limitandosi ad indossare magliette con l’arcobaleno o, qualcuna, un tutù di tulle.
Come dicevo, il fastidio è stato dato più che altro dallo stravolgimento dei mezzi pubblici. Cavolo, già paghiamo per i trasporti, già sovvenzioniamo (non so a quale titolo, in quanto non la ritengo culturale) la manifestazione, ma dobbiamo pure sopportare dei disagi?
Sempre più caldo
Afa, non se ne può più.
Questa mattina, ancora prima delle otto, il termometro segnava 31 gradi, e quel che è peggio, è che non c’era nemmeno un filo d’aria. Alla stessa ora l’applicazione meteo per Bolzano segnava invece 26 gradi, anche se ieri le previsioni la indicavano come la città più calda d’Italia.
Ovvio che con questo caldo gli spostamenti a piedi siano ridotti al minimo: ci si sposta con il tram (il vetusto Carrelli non è condizionato, quindi gira con tutti i finestrini aperti, con grande danno per la cervicale), mentre il Sirietto a volte sembra addirittura un frigorifero, tanto bassa viene tenuta la temperatura. L’unico posto dove si sta bene è il pub dove pranziamo: temperatura perfetta, birra fresca, insalatone a volontà tra le quali scegliere e, per finire, gelato affogato nel caffè. Quando si esce, la calura ci abbatte come un maglio; anche i milanesi, solitamente attivissimi, ne risentono e si muovono lentamente, con quello che io chiamo “effetto bradipo”. Non appena si accelerano i movimenti, si suda e si perdono energie, nonostante gli integratori di magnesio e potassio. Poi i cani che, poverini, arrancano con due palmi di lingua fuori.
Allora che fare? O si fa un altro giro su un tram o si visitano i grandi magazzini o vari negozi. Optiamo per la seconda soluzione, e troviamo una chicca che cercavamo da tempo, un B movie che, fino a poco tempo fa era disponibile solamente in blu ray.
Quando si avvicina l’ora del rientro, recandoci alla fermata del tram, una sosta obbligata: ci sono solo due canzoni per le quali ci fermiamo senza dubbio; la prima è “The sound of silence”, la seconda (come in questo caso, è “Country man”.
Il ragazzo la suona e canta abbastanza bene, anche se l’abbigliamento non è per nulla consono al brano che sta eseguendo 🙂 e lo sfondo non è certo dei migliori, in quanto stanno restaurando il Broletto di piazza dei Mercanti.
Saliti sul tram e giunti a Repubblica qualcosa non quadra… Il tram invece di svoltare a destra, gira a sinistra e ci avvisano che fermerà alla stazione anziché proseguire per Greco. Scendiamo, e ci “accoglie” un fracasso infernale che si sente fin da lontano…Gay pride…ed ho detto tutto. Come ho sempre detto, se gli omosessuali si fanno i cavolacci loro, non mi interessa minimamente, rientra nella loro sfera personale, però le carnevalate proprio non mi vanno, specie se, come abbiamo intravisto, girava un camion pieno di gente seminuda (beh, faceva anche caldo 😀 ). In effetti la cosa che più mi ha infastidito è stato il cambiamento di mezzo: ci siamo sorbiti un altro bel pezzo di strada con il caldo che faceva, per arrivare alla fermata della metro.
Una sosta in gelateria, e poi finalmente a casa, dove ci attendevano le nostre belle stanzette calde 🙂 .
Una bella doccia, acqua a volontà…erano le uniche cose che sognavo.
Orgoglio …e pregiudizio
La bellezza di essere “normali”
In questo mondo dove gli omosessuali sono orgogliosi di esserlo, mi permetto di essere fiera di essere una normalissima eterosessuale, senza doverlo ostentare con boccaccesche carnevalate, per di più patrocinate da comuni ed enti vari.
Sia ben chiaro che non discrimino o condanno nessuno, è solo che le pagliacciate, di qualunque tipo siano, non mi piacciono.
Nemmeno mi spingerei al punto di dire che vorrei un figlio omosessuale come ha fatto tempo fa Laura Pausini: di certo non lo allontanerei, ma dire di esserne contenta, proprio no!
E sempre a tale proposito, con tutto il rispetto per Umberto Veronesi, credo che stavolta abbia sbordato parecchio asserendo che l’amore omosessuale sia il più puro perché non finalizzato alla procreazione! Non si spiega allora perché gli omosessuali facciano fuoco e fiamme per poter adottare dei figli, mentre gli eterosessuali consumino contraccettivi di tutti i tipi, tra pillole, preservativi, diaframmi, spirali fino ad arrivare a quell’aberrazione dell’aborto. Ma forse sarà colpa del caldo… O magari dell’età molto avanzata…
Cosa ne pensate?