La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Articoli con tag “Frankfurt

Viaggio in Germania – Seconda parte

Gli italiani

Quelli non mancano mai… Girando per il Roemerberg, abbiamo trovato un ragazzo siciliano gentilissimo e simpaticissimo che sta qui da soli 10 mesi, ed è contento perché qui si vive bene ed ha un lavoro, cosa che da noi non trovava. In un mercato coperto invece, abbiamo trovato un ristoratore che è qui da circa 60 anni, e che ci ha dato l’indirizzo di un locale dove andare a mangiare.

Gli stranieri

Passeggiando per lo Zeil, in direzione opposta alla Hauptwache, ci si trova quasi senza accorgersi nel quartiere turco. Qui la comunità è assai numerosa, sono gli stranieri più rappresentati in Germania. Le ragazze sono davvero molto belle, anche se quasi tutte velate, ma con foulards coloratissimi sovrastanti una calottina elastica solitamente bianca, e quasi tutte portano soprabiti molto lunghi. Non mancano però quelle più occidentalizzate che, nonostante il velo, portato con civetteria, sfoggiano magliette e jeans anche abbastanza aderenti e trucchi che mettoni in risalto gli occhi scuri.

Uno scorcio di Kottbuser Damm, nel quartiere berlinese di Kreuzberg, area a forte immigrazione turca e crocevia di culture

Ma tra le tante, ho visto anche una giovane mamma con una palandrana larghissima e unghissima color verde smeraldo che la copriva interamente ed un velo nero che nascondeva completamente il viso lasciando scoperti solo gli occhi. Contrastava tremendamente con il marito che era vestito, come diremmo noi, da burino, ossia quel bullo di periferia con giubbotto di pelle borchiato ed accessori coordinati.

Cibi e bevande

Se ad Amburgo non eravamo riusciti a trovare un hamburger, qui cercavamo i Frankfuerter. Solo dopo abbiamo scoperto che il Frankfurter qui è un piatto tipico a base di uova sode e patate ricoperte da una specie di salsa verde.

Per mangiare il Frankfuerter come lo intendiamo noi, dobbiamo dire Frankfuerter Wuerstchen, ossia salsiccetta di Francoforte… Si differenziano dai wuerstel tradizionali perché sono meno grossi ma più lunghi, ed inoltre sono leggermente aromatizzati. Naturalmente si servono accompagnati dai crauti, però molti per contorno preferiscono delle semplici patate lessate. Immancabile…la senape o, per i più coraggiosi, essendo molto piccante, il kren.

Ma nel locale consigliatoci dall’italiano, il Wagner nella Schweitzerstrasse,

abbiamo trovato non solo i wuerstel, ma anche l’Handkaese mit Musik,

ossia un formaggio pressato a mano (da qui il nome), quasi trasparente, molto “odoroso”, e simile al Graukaese dell’Alto Adige o al Puzzone di Moena. Solitamente viene servito con cipolle tagliate molto finemente a fette e condito con olio ed aceto. La parola Musik è , diciamo, un eufemismo…in quanto ” Musik kommt spaeter” – tradotto“la musica viene dopo”-, ossia il formaggio e la cipolla hanno spesso, su varie persone, effetti “collaterali” … 🙂 Altri, più cortesemente, dicono che è la musica che fanno le boccette dell’aceto e dell’olio urtandosi fra loro…ma non credeteci, non è affatto vero 🙂 .

Oltre ai Wuerstel ed al formaggio, servono pure costine di manzo o di maiale ed altri tipi di carne ed insaccati, tutti però accompagnati dall’Apfelwein ( detto anche Apfelwoi o Ebbelwei, con termini locali dialettali), un vino aspro ricavato da un particolare tipo di mele che, fermentando, producono una specie di sidro acidulo dalla gradazione di circa 4-6 gradi e che viene portato in tavola nelle tipiche brocche grigie (Bembels) e servito nei bicchieri con tagli a diamante, usati esclusivamente per questo tipo di bevanda.

Altro piatto tipico è il Leberkaese, una specie di polpettone che, originariamente, veniva fatto con il fegato, ed ora con carne di maiale e vitello speziato con sale, cipolla e maggiorana. A dire il vero, è un piatto tipico di tutta la zona tedesca, si trova anche in Alto Adige, ma qui è particolarmente saporito.

Il pane tipico qui è il Bretzel, quel panino intrecciato in maniera ormai conosciuta, cosparso di sale grosso. La ricetta originale prevede l’immersione per pochi secondi dell’impasto, prima della cottura, in una soluzione diluita di soda caustica, che conferisce al panino il suo caratteristico sapore.

Al Wagner, un piccolo favoritismo: il locale è grandissimo, con lunghissime tavolate di legno, le pareti decorate da affreschi

ed un albero che cresce nel bel mezzo della sala,

però il cameriere (naturalmente italiano 🙂 ), ci ha sistemati in una saletta laterale con due soli tavoli, una piccola stube di legno con sedie imbottite, così siamo stati relativamente tranquilli, ed abbiamo potuto mangiare senza che nessuno ci interrompesse, come succede in Italia, vendendoci fiori o altre cose.

Una delle cose strane è che se chiedi l’acqua minerale te la servono in bottigliette da 20 cl, praticamente un niente, e che la stessa in proporzione, costa più della birra. Ed a proposito di birra, ne ho scoperta una favolosa: Erdinger Weissbier Dunkel…assolutamente da provare!

Birra Erdinger Weissbier Dunkel

http://svergari.altervista.org/blog/birra-erdinger-weissbier-dunkel-dunkler-ist-besser/

Ed il bello, qui in Germania, che sanno come si serve la birra: fresca e assolutamente NON ghiacciata.

Una delle cose strane, è che qui mangiano a tutte le ore: dalla mattina alla sera, nei bar, nelle birrerie, nei baracchini lungo le strade…è tutto un mulinare di mascelle. Il sabato, lungo il tratto che dallo Zeil arriva alla Opernplatz, è tutto un susseguirsi di bancarelle con sedie e panche, dove tutti si abbuffano come maialetti, adulti e bambini, uomini e donne….e dappertutto aleggia odore di wuerstel arrostiti, di costine, di patate fritte… 

Alla mattina, invece di fare colazione in albergo a base di prosciutti, salami, formaggi, uova e cose simili (praticamente un pranzo), preferivamo andare in una Baeckerei, ossia un panificio/pasticceria, dove, assieme al caffè alla tedesca (maledettamente lungo), potevamo scegliere tra vari tipi di pane o di dolci. Per lo più mangiavamo i Kipferl, ossia i croissants. Molti ritengono che sia un prodotto tipicamente  francese, ma in realtà il Kipferl lo hanno inventato gli austriaci, per festeggiare la vittoria sui Turchi che assediavano Vienna avvenuta nel 1683 e fu portato dall’Austria in Francia da Maria Antonietta. Il dolce di pasta sfoglia ha infatti la forma della mezzaluna ottomana.

Il ritorno

Al ritorno invece abbiamo preferito seguire l’itinerario più veloce, passando per Norimberga, Monaco e quindi il Brennero.

Mio marito ha ripreso a sacramentare contro i soliti italiani che cambiano corsia senza mettere le frecce o che ti abbagliano con i fari se vogliono sorpassare, per non parlare del prezzo del carburante! Vedere per credere, quanto costa il diesel, normale ed hightech, al di là del confine!

Io invece, dopo giorni di overdose di Kartoffel e Deutschkaffee….non vedo l’ora di farmi un piatto di spaghetti ed un espresso come Dio comanda!


Viaggio in Germania – prima parte

Giovedì mattina presto,finalmente la partenza

La difficoltà di quando si viaggia in questo periodo, è di imbroccare il guardaroba giusto. A Budapest mi è capitato di dover comperare felpe pesanti a fine settembre o T-shirt a metà novembre, quindi so già che l’unica è vestirsi “a cipolla”, ossia a strati: fatalmente però la valigia si riempie parecchio. Pazienza, è uno scotto che si paga volentieri.

Allora, appena arrivati i nostri amici da Trento, li abbiamo accompagnati a parcheggiare la loro auto nel nostro garage e là abbiamo trasbordato i loro bagagli nella nostra macchina.

Abbiamo scelto di seguire le indicazioni del navigatore che, anziché mandarci per Monaco, ha optato per il Fernpass, ossia un percorso che, pur essendo un pochino più corto, è però più panoramico anche se meno veloce, in quanto la parte montana è una strada normale, ed all’inizio è piuttosto frequentata da chi si reca a visitare Fuessen ed il castello di Neuschwanstein. 

Siamo stati fortunati, il tempo era bellissimo, i boschi che fianche ggiavano la strada un arcobaleno di colori, un vero spettacolo che ci siamo goduti con calma, dato che in albergo dovevamo arrivare dopo le 14.

Come siamo soliti, non alloggiamo quasi mai nelle grandi città, ma nelle vicinanze, purché la località sia ben servita dai mezzi pubblici. La scelta è caduta su Offenbach, circa 120mila abitanti, praticamente un sobborgo di Francoforte, che si può raggiungere col treno o con la S-Bahn in circa 15 minuti.

Siamo stati molto contenti dell’hotel: la camera era spaziosa e luminosa, tutto il contrario di quella trovata giusto un anno fa a Copenhagen, dove il letto occupava quasi tutta la stanza, per non parlare del bagno che era davvero minuscolo, con l’ascensore e le scale di pulizia discutibile, però aveva una hall meravigliosa, come pure la sala per la prima colazione.

Qui, pur avendo pagato molto meno, abbiamo notato che l’albergo era molto più tranquillo e soprattutto pulito. L’unico appunto, il WI-FI che, restando nella stanza, spesso si disconnetteva, ma alla mattina presto riuscivo comunque a leggere l’ANSA e le notizie della mia città o seguire qualche sito. Ah, pure la televisione italiana non si prendeva. Così mi sono persa le partite della Juventus… 😦

La città

La parte moderna

Francoforte ha varie anime.

Il nome deriva da Furt der Franken, ossia “guado dei Franchi”, ma scherzosamente, visto il grande numero di banche e società finanziarie che qui hanno sede, viene chiamata anche Bankfurt o Meinhattan (dal fiume Mein che la attraversa). Anzi, direi che è una piccola Wall Street, tanto che, davanti all’edificio della Borsa ci sono le classiche statue del toro e dell’orso (Bull and bear).

Quindi un quartiere è simile ad una New York in miniatura. Uno skyline con tanti grattacieli, torri di cristallo altissime che si alzano verso il cielo e si riflettono l’una dentro l’altra, torri talmente alte da farmi scricchiolare la cervicale, se guardavo in su…

(questa  l’ho fatta io col cellulare)

Tra i tanti, il più antico grattacielo, la Main Tower, la cui sommità è accessibile al pubblico.

(questa l’ho fatta io col cellulare)

Davanti ad un altro grattacielo, una stranissima “statua” raffigurante una cravatta svolazzante.

(questa l’ho fatta io col cellulare)

Conosciutissimo il grattacielo della Banca Centrale Europea, quello per intenderci che si vede in tutti i telegiornali con il simbolo dell’Euro che campeggia nella parte anteriore. In questi giorni proprio là davanti  stazionava sotto una tenda uno sparuto gruppetto di ragazzi con un lenzuolo con la scritta “Occupy Frankfurt”, ma a dire il vero nessuno li considerava, a differenza di tempo addietro, quando raccolsero numerose adesioni.

La parte antica

Lungo il fiume c’è il nucleo antico della vecchia Francoforte, il Roemerberg, detto anche “Gudd Stubb”, ossia il salotto buono, circondato dalle caratteristiche case con le facciate a graticcio, le Fachwerkhaus. Sono case molto legate alla tradizione e spesso, anche quando furono distrutte, sono state fedelmente ricostruite. La loro origine risale al tardo medioevo e sostituirono gradatamente gli edifici in pietra che erano molto più costosi. La struttura portante a vista era di legno ed il resto in argilla o mattoni. Sono tanto comuni che in Germania esiste anche la Deutsche Fachwerkstrasse, una strada di circa 2mila chilometri che dall’Assia arriva fino alla Baviera.

Nel Roemerberg si svolgeva il mercato e proprio da questo ebbe inizio la vocazione fieristica della città. Nel suo centro c’è la Fontana della giustizia (Gerechtigkeitsbrunnen) che risale al 1611, sormontata dalla statua con in mano la bilancia. A fronte della fontana c’è il vecchio Municipio, il Roemer, costituito da tre edifici con il frontone a scalini.

Il nome Roemerberg deriva dal fatto che qui alloggiavano prevalentemente i commercianti che provenivano dall’Italia. Il privilegio di tenere le fiere venne concesso dall’Imperatore Federico II che garantiva ai commercianti la propria protezione.

A poca distanza sorge il Duomo. Non essendo città vescovile, la definizione non è propriamente esatta, ma qui vennero incoronati re ed imperatori tedeschi. La costruzione risale al 1239, ed inizialmente era consacrata a san Bartolomeo. Nel 1356 divenne seggio elettorale ufficiale degli imperatori del Sacro Romano Impero, e qui vennero incoronato 10 imperatori tra il 1562 ed il 1792. Bruciata nel 1867 venne ricostruita, ma successivamente distrutta durante i bombardamenti del 1944. Fu ulteriormente ricostruita per la terza volta tra il 1950 ed il 1953. In uno dei due transetti laterali è presente un organo che è tra i più grandi della Germania,

mentre in una delle cappelle c’è un bellissimo gruppo rappresentante la Madonna morente

circondata dagli Apostoli. In tutta la chiesa, altorilievi dorati rappresentanti scene sacre

e stemmi delle varie casate tedesche.

Della cattedrale fa parte anche la torre campanaria alta 95 metri.

Sachsenhausen

Fa sempre parte della vecchia città, ma si trova sulla parte opposta del Reno. E’ una zona molto caratteristica, con localini dove si mangia e si beve in maniera tipica. Anche qui ci sono le vecchie case a graticcio, ma l’atmosfera non è più quella da “vecchio villaggio” come era qualche anno fa. Adesso si possono trovare stranieri che, seduti sulle sedie intagliate o sulle panche di legno, fumano il narghilè….