Ici la France…e il Sudtirolo
Mentre a Cuba dimostrano contro il governo per la miseria imperante, in Francia hanno protestato contro le restrizioni che vorrebbe imporre Macrom imponendo il Green Pass anche per andare al ristorante o al bar. Le immagini sono più che eloquenti…
Leonardo
Per il TG1, la rete televisiva ammiraglia di stato (cosa mai aspetteranno a privatizzare seriamente la RAI), Leonardo sarebbe un genio “italo-francese”.
Vabbè…Mattarella è a Parigi per ribadire l’amicizia con la Francia (però Macron la ricambia?), il “sovranismo” sta sulle scatole a parecchi, ma arrivare a tanto sminuendo le nostre passate eccellenze è davvero miseramente comico.
Quindi, signori miei che leccate le terga all’Europa, Leonardo se proprio volete era italiano, ma ancor più, non esistendo l’Italia, era toscano.
In Francia visse solo, ed esclusivamente per lavoro, gli ultimi suoi tre anni di vita.
Punto.
Predatori
Tutto sommato, Di Maio aveva torto nel parlare del franco CFA, del colonialismo e che tutto ciò è la causa delle massicce migrazioni….ma non del tutto.
L’unica cosa certa è che le migrazioni avvengono in minima parte dalle ex colonie francesi.
Per quel che concerne la valuta invece…
Innanzitutto il CFA è chiamato anche Franco coloniale…qualcosa vorrà ben dire!
Certamente nessuno ha obbligato gli stati africani ad adottare questa valuta, e dicono che le ex colonie ne traggono vantaggio e possono uscirne in qualsiasi momento.
Possono?
Per poter utilizzare il CFA, il tesoro francese richiede in garanzia il 65% delle riserve auree del paese, e se ne ne esce, l’inflazione sale talmente che le esportazioni diventano pressoché impossibili, in quanto il CFA è una valuta forte che penalizza paesi con settori agricoli ed industriali ancora in fase embrionale.
Il CFA non rappresenta altro che un forte legame ombelicale (in realtà di vera sudditanza) tra la Francia e le sue ex colonie, che fa di tutto per tenere sotto il suo controllo fin dal 1945, anche militarmente, in quanto è presente in 10 paesi con missioni militari per un totale di circa 5mila uomini.
Che il CFA tarpi l’economia delle ex colonie è stato espresso anche da Koko Nubupko, ex ministro del Togo, in una intervista rilasciata a Le Monde. Il deposito del 65% delle riserve valutarie dovrebbe fungere da camera di compensazione, ma in effetti vincola la capacità di investimento e fissa le transazioni relative alle materie prime. Come riportato ad esempio da una recente inchiesta di Deutschlandfunk (una radio germanica) “la repubblica del Gabon si impegna a garantire risorse naturali per gli armamenti dell’esercito francese, mentre l’export di determinate materie prime verso altre nazioni è vietato”. Lo stesso sta accadendo in Niger, nazione poverissima, dove la Francia si sta accaparrando tutte le riserve di uranio, corrispondendo alla ex colonia un prezzo di circa un terzo del valore di mercato. Ora però si sta facendo avanti la Cina, che offre in più infrastrutture ed aiuti diretti, come ha già fatto in Congo. Ma anche questo non consentirà alle nazioni africane di decollare.
Poi ci sono alcune stranissime “coincidenze”.
1963 Sylvanus Olympio, primo presidente del Toogo, si rifiutò di sottoscrivere la convenzione monetaria ed iniziò a stampare una moneta nazionale il 10 gennaio 1963. Tre giorni dopo ci fu un colpo di stato condotto da ex militari dell’esercito coloniale francese, venne deposto e poi assassinato.
1968 Modiba Keita, primo presidente del Mali, voleva uscire dal CFA, ritenendolo un onere troppo gravoso per il proprio paese; pure lui fu vittima di un golpe capitanato da un ex legionario francese.
1973 Thomas Sankara, primo presidente del Burkina Faso, riconosciuto come eroe panafricanista, subì la stessa sorte dei precedenti due. Anche lui voleva liberarsi dal giogo del CFA, e pure qui il colpo di stato fu appoggiato dalla Francia.
2011 Laurent Gbagbo, presidente della Costa d’Avorio, voleva abbandonare il CFA per usare il MIR (Moneta Ivoriana di Resistenza). La solita Francia bombardò il palazzo presidenziale e Gbagbo fu fatto prigioniero.
Molte perplessità ci sono anche sulla morte di Gheddafi, che voleva istituire una valuta panafricana legata al dinaro, garantita dalle riserve auree libiche: è storia recente il bombardamento della Libia ed il successivo assassinio di Gheddafi.
Non dimentichiamo che i flussi di denaro derivanti dall’uso forzato del CFA alimentano la corruzione, imperante in quei paesi, ingrossano (ed ingrassano) le casse delle banche occidentali, depauperando l’economia reale locale. Ed a proposito di corruzione…se ne parlava anche ai tempi dell’elezione di Sarcozy, con ingenti finanziamenti per la sua campagna elettorale.
Quindi se si può parlare di libera adesione al CFA, vediamo che non è poi così semplice uscirne…
Macroniadi
La nostra ambasciatrice a Parigi è stata convocata per le frasi dette da Luigi Di Maio relativamente al Franco CFA ed alla colonizzazione francese.
Qualcuno ricorda se l’ambasciatore francese fu convocato quando Macron definì vomitevole il governo italiano per la questione dell’Aquarius, ci paragonò alla lebbra e chiamò i nostri governanti “piccolo Mussolini” ?
Manifestazioni
Migliaia di gilet gialli per strada a Parigi per protestare contro l’aumento di ben 6 centesimi dei carburanti per concedere incentivi all’acquisto di auto elettriche anche se ormai tutti sanno che il vero movente non è questo, ma è una protesta contro Emmanuel Macron, sempre più inviso alla popolazione.
Tutti ad elogiare i francesi per il carattere dimostrato in.questo frangente, plaudendo ai manifestanti che invadono le piazze fronteggiando la polizia.
Poi ricordo le stragi di Nizza, di Charlie Hebdo, del Bataclan…
Niente gilet allora, solo inutili palloncini, gessetti colorati e candeline.
Paura di manifestare contro i terroristi islamici?
Problemi
Fossi stata in Francia, nonostante abbia poca simpatia per Marine Le Pen, l’avrei comunque votata ritenendola il male minore.
Qui in Italia critichiamo (e per onestà tra tutti mi ci metto pure io) i francesi che hanno eletto Macron, ma non consideriamo la gravità dei i problemi che ci affliggono:
- L’immigrazione ormai a livelli insostenibili;
- La disoccupazione;
- Il declino economico;
- Il debito pubblico che ha raggiunto vette stratosferiche;
- L’eccessiva pressione fiscale;
- La burocrazia assillante;
- La corruzione;
- La lentezza della giustizia;
- I problemi di ordine pubblico e la sensazione di insicurezza;
- Il degrado urbano;
- La poca considerazione che abbiamo in campi internazionale.
Ecco, in caso di votazioni (che sembrano sempre più lontane cercherei qualcuno di risolvere questi problemi e lascerei ai francesi l’onere di risolvere i loro.
Tifo
Ieri sera tifavo Islanda.
La piccola isola con 320mila abitanti, un decimo dei quali era nello stadio di Marsiglia che sfidava gli eredi della “grandeur” (un paio di essi pure juventini 🙂 ), la solita sfida tra Davide e Golia.
Solo che questa volta Golia ha vinto, anche se Davide ha venduto cara la pelle.
E mi resta il ricordo di quella magnifica tifoseria (fossero tutti così i tifosi!), che ha salutato dagli spalti i suoi giocatori in piedi e con un grande agitar di braccia, quasi volessero abbracciarli tutti.
Davide e Golia
Nonostante i francesi siano ritenuti nostri “cugini”, nonostante tra i galletti giochino due juventini – Pogba ed Evra -, questa sera mi sono trovata a tifare per l’Albania.
Peccato, è andata male 😥
Povera Europa
A suo tempo ci ubriacarono con l’idea di un’Europa simile agli Stati Uniti, ma dopo tanti anni ci stiamo rendendo conto che l’Europa non esiste. Esiste un’area Euro, ma della quale tanti paesi europei non fanno parte (ad esempio Regno Unito e Danimarca). Nell’Europa hanno fatto entrare paesi dall’economia fragile, come quelli dell’est europeo, e tra gli stessi stati fondatori alcuni non erano perfettamente in regola con i parametri (vedi Italia con il suo debito pubblico). Adesso l’euro c’è, e sarebbe follia tornare indietro. Ci stiamo rendendo conto però che tutti gli stati debbono sottostare ai diktat della Frau Merkel (anche Sarkozy, che pure sembra pappa e ciccia con lei).
La stessa BCE sembra sottomessa alla Bundesbank, non passa giorno che la dolce signora dagli attributi alquanto mascolini non dica forte e chiaro un bel NEIN, specie appena si inizia a parlare di Eurobond. Ma a forza di NEIN, anche il collocamento dei bond germanici ha avuto una débacle, in quanto il loro rendimento era addirittura minore dell’inflazione.
Insomma, siamo Europa oppure tante piccole periferie della grande Germania? Pure Monti con le sue misure “impressionanti” dovrà comunque soccombere ai voleri della Frau Merkel. Però tutte le manovre della Cancelliera altro scopo non hanno che quello di riguadagnare consenso in vista delle prossime consultazioni elettorali, e lo stesso vale per il presidente francese che la segue a ruota. Quindi, quanti speravano in un miracolo di san Mario Monti ed addossavano la colpa dello spread alto e della caduta delle borse al precedente governo, ora non sanno più che dire, si limitano ad ignorare il problema o, al massimo, a riportarlo in un trafiletto taglio basso nelle note economiche.
E nel frattempo una delle tre agenzie di rating (la Fitsch), ha declassato alcune nostre banche popolari, mentre non si sogna di fare altrettanto con le banche francesi e tedesche con le casseforti ripiene di titoli greci…
Aspettiamo che arrivi la quarta agenzia, la cinese Dagong, e vedremo come andrà a finire….
Cosa ne pensate?