La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Adesso mi prenderò della berlusconiana, e non lo sono, o della fascista, men che meno. Sono semplicemente anticomunista. Stop.

Tutti a scandalizzarsi della frase di Berlusconi che, pur esecrando giustamente le leggi razziali, ha riconosciuto che Mussolini qualcosa di buono l’aveva fatto.

L’OMNI per la tutela della maternità e dell’infanzia, fu una creatura del fascismo, come pure l’istituzione delle colonie marine per i bambini. Le bonifiche dei territori malarici pure, e sempre nel ventennio fu incentivata l’edilizia popolare, fino alla creazione di interi quartieri (Bolzano ne è un esempio) se non di intere città, Latina, già Littoria, testimonia ciò. Anche i sindacati trovarono il loro germe iniziale nelle corporazioni. Fu promossa pure l’istituzione dell’assicurazione per la malattia l’invalidità e la vecchiaia ed il sussidio di disoccupazione, mentre per l’istruzione venne varata la riforma Gentile e promossa la lotta all’analfabetismo.

Se un appunto deve essere mosso, forse è quello del momento scelto da Berlusconi, una giornata che doveva essere dedicata interamente al ricordo delle vittime dell’Olocausto (e mi viene una gran rabbia al pensiero che, nonostante le testimonianze, ci sia ancora gente che neghi questo sterminio).

Ma che le critiche peggiori vengano da una certa sinistra, dove hanno allignato personaggi come Stalin, Castro, Pol Pot e gente simile che si è macchiata di genocidio, fa riflettere quanto poca memoria storica ci sia in certe menti pervase dalla faziosità.

E che il comunismo non sia del tutto morto, lo si è visto durante il funerale di Prospero Gallinari: ex brigatisti, ex terroristi (ops… Compagni che sbagliano), con tanto di pugni alzati, bandiere rosse (alcune con falce e martello, altre con la stella delle BR) e cori, una vera e propria manifestazione politica a favore della lotta armata. Ma si sa, l’apologia del fascismo è reato, quella del comunismo no!

Ah, poi sono i “compagni” che non perdono occasione per sfilare con la kefiah a favore dei palestinesi contro Israele…

Nemmeno una parola invece da parte dell’ex camerata Fini che a suo tempo elogiò Mussolini come grande statista, per definire poi il fascismo come il male assoluto. Però sappiamo che lui va dove lo porta la cadrega…


Si ricomincia

Rieccomi, dopo una piccola sosta dovuta ai giorni festivi (alcuni interventi erano stati precedentemente programmati) nei quali, seguendo il consiglio di Mario, ho cercato di non pensare alle faccende politiche nostrane. Però non è possibile tralasciare l’argomento, per cui riprendo a mugugnare. Non so per gli altri, ma io nell’anno passato ed in questi primi giorni, mi sono sentita presa per i fondelli. Già, perché ci siamo dovuti sorbire un anno di Monti, nel quale, dicono, l’immagine dell’Italia è migliorata. Certo, ma solo l’immagine, il resto va tutto a scatafascio, perché di riforme veramente strutturali non ne sono state fatte.

 

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Leggo i dati Istat proprio stamattina: inflazione più alta del 3%, redditi fermi se non più bassi, disoccupazione aumentata, carrello della spesa più caro del 4,3%, mercato della casa in recessione, l’industria pure, debito pubblico aumentato, pressione fiscale alle stelle, cassa integrazione a gogo, il PIL a picco.

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E molti dati sono pure sottostimati.

Allora rifletto su quante bugie ci hanno raccontato in questo anno.

Prima cosa, lo spauracchio dello spread.

Già, lo spread, questo è stato il primo inganno. Ce l’hanno presentato come fosse un costo, invece è solo un differenziale, ossia la forbice esistente tra i tassi di interesse dei i nostri titoli decennali e gli equivalenti tedeschi. Per cui, se gli interessi tedeschi diminuiscono, come è successo, IL  COSTO  DEGLI INTERESSI CHE INCIDONO SUL NOSTRO DEBITO PUBBLICO  RIMANE  INVARIATO, anche se la forbice si allarga e, chiaramente, lo spread sale. Ovviamente la collocazione dei titoli dipende dal mercato, cioè dai compratori. Se il compratore vuole un paniere prudente e sicuro, si accontenta di una cedola più bassa, quale quella tedesca, se invece accetta un minimo di rischio – perché chi lo dice che l’Italia non possa rimborsare i titoli a scadenza, la Frau Merkel? – cerca delle cedole più remunerative.

Il bocconiano si fa bello del recente calo dello spread, ma a cosa è dovuto? Non certamente a qualche provvedimento del governo, dato che l’esecutivo è dimissionario e può svolgere solo azioni ordinarie, ma è dovuto solo all’azione di Obama per contrastare il fiscal cliff. Ma questo il professore non lo dice, anzi glissa elegantemente come al suo solito, perché attualmente è intento a preparare la sua lista, piena di personaggi impresentabili (non che le altre fazioni abbiano personaggi migliori…) quali Casini, Cesa e soprattutto Fini che, però, sembra debba essere escluso. Oppure Riccardi, che ha tanto a cuore gli extracomunitari e non pensa minimamente ai nostri poveri e Montezemolo, che è meglio si dedichi solamente alla Ferrari. Mi chiedo chi lo voterà…

I pensionati che hanno visto erodere il proprio reddito? Quelli che hanno visto bloccare le pensioni, appena decenti, per almeno un biennio? Tutti i nati dal 1952 in poi che, rispetto a quelli nati fino al 31 dicembre 1951, dovranno lavorare di colpo 5 anni in più (e dire che c’era chi aveva criticato lo scalone)? I disoccupati ed i cassintegrati? I titolari di PMI che non riescono ad accedere al credito perché le banche fanno incetta di titoli (per frenare il debito pubblico, dice lui, per lucrarci sopra, dico io)? I negozianti, e sono tanti, che hanno dovuto calare le saracinesche? Quelli che vedono il fisco spiare nei nostri conti correnti? I proprietari di case che sono stati salassati dall’IMU? I contribuenti tutti che svenati da imposte dirette ed indirette aspettano ora la prossima TARES e gli aumenti IVA dal 1º luglio. Praticamente i poveri sono immiseriti ancora di più, mentre il ceto medio si è impoverito. (Forse per questo Monti è tanto ben visto dalla Chiesa…lasciate che i poveri vengano a me…).

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Ma chi ci crede, caro professore, alla tua promessa di abbassare le tasse?-.

Così il bocconiano, sentendo una certa ostilità attorno a sé , non ha trovato di meglio che attaccare acidamente gli avversari, chiedendo a Bersani di “silenziare” alcuni suoi collaboratori o ricordando, con fare meschino, la bassa statura di Brunetta (brutta cosa attaccare l’avversario su piano dei difetti fisici’ tanto più che la frase è stata pronunciata con un attimo di silenzio ad effetto dopo la parola “bassa statura”.

La sobrietà inizia a farsi benedire….


tristi prospettive

A scuola ci parlavano di Cincinnnato che, dopo aver salvato la Patria dagli Equi, tornò a coltivare il suo orticello. Non sembra voler fare altrettanto Monti. Il suo governo ha marciato fino ad ora a colpi di fiducia, (34 fino ad ora, un bel record in pochi mesi), lui si propone come l’uomo dellla provvidenza, il salvatore dell’Italia che stava sprofondando nel baratro (oggi invece naviga a gonfie vele, tra fallimenti, disoccupazione, calo della produzione industriale, PIL ridotto sotto zero, entrate fiscali in calo nonostante – o forse a causa – dell’aumento delle tasse, blocco di pensioni e retribuzioni, spread sempre alto anche se la BCE ha acquistato forti quantitativi di titoli, suicidi di imprenditori ed ora anche di lavoratori disoccupati, aumento dei reati legati al patrimonio). Si sussurra che, con l’appoggio del PD, voglia puntare alla Presidenza della Repubblica con un governo a guida PD…

Non è un buon risultato per il “sobrio” professore, che non ha implicazioni di sorta nei bunga bunga, ma che trova comunque le scuse per addossare ad altri alcuni suoi mancati successi. Se lo spread è alto, è colpa delle 3 del rating, (anche se oggi Moody’s ha parzialmente rivalutato l’operato dell’Italia), gli altri interpretano sempre male le sue parole, adesso al meeting di CL, unitamente a Passera, dice che siamo fuori dal tunnel (ma non l’avevo già sentita questa frase? Mah).

Casini, che forse sa qualcosa che è negato a noi comuni mortali, è (peri)patetico nel cercare sempre l’approvazione del premier e nel dargli sempre ragione; lo stesso nel non voler dichiarare anticipatamente le alleanze in caso di elezioni. È palese che cerca di volersi proporre come ago della bilancia e di cercare poltrone ottenendo il massimo dei vantaggi dalla sua modesta percentuale. E Fini che addirittura osa presentarsi a Pieve Tesino quasi a volersi “incoronare” a successore di Alcide De Gasperi, senza averne la statura morale ( ricordiamo che lo statista trentino si presentò alla conferenza per la pace con un cappotto rivoltato, l’altro al massimo può voltare gabbana, perché spesso si è contraddetto ed ha cambiato casacca). La differenza è che De Gasperi era uno statista, Fini nemmeno un politico, ma un politicante, che per puro rancore si è dato la zappa sui piedi senza saper proporre nulla di innovativo.

Che ci vogliamo fare…questa, purtroppo, è l’Italia, la nazione dei battibecchi, dei piccoli interessi personali, delle clientele, dei mugugni, delle piccinerie e via dicendo…..


I passi indietro

Un passo indietro

A novembre Berlusconi ha fatto il famoso passo indietro che tutti gli richiedevano. Non sto qui a considerare se abbia fatto bene o male. Dico solo che altri personaggi dovrebbero fare altrettanto.

Primo fra tutti Fini, che aveva promesso di dimettersi immediatamente dopo che Berlusconi se ne fosse andato, ma mantenere le promesse non e’ il suo forte, basti ricordare la questione dell’appartamento di Montecarlo.

Poi Bersani, per tutte le batoste che ha preso, ma anche lui si tiene incollato al cadreghino.

Infine Bossi, ormai attorniato dal cerchio magico ed avulso dalla realtà. Cerchio magico formato in parte dai “terroni” tanto invisi alla Lega, in primis la moglie seguita dalla Maraventano e dalla Mauro, che tanto ariana…ops padana non mi sembra. E guarda caso quasi tutte donne, a riprova che il tempo del celodurismo è ormai passato, forse anche a causa dell’età.


oggi 8 novembre 2011…

(immagine tratta da notiziario ANSA)

Era prevedibile il non raggiungimento della maggioranza al Governo e l’escamotage di approvare il disegno di legge del Rendiconto Generale ricorrendo all’astensione dal voto. Ho già etichettato come topi che fuggono i transfughi (quando si abolirà l’elezione “senza vincolo di mandato”, costringendo alle dimissioni chi cambia bandiera?), ma ho l’impressione che il Terzo polo abbia avuto il solo scopo di far cadere Berlusconi, sfangando però la responsabilità di andare al governo e mirando solo a mantenere il cadreghino grazie ad un eventuale governo di larghe intese (o di unità nazionale o di emergenza o tecnico o… etc etc) che scongiurerebbe nuove elezioni. Già’ perché Casini, da vecchia volpe democristiana, sa bene che nessuno possiede la ricetta per cambiare tutto in breve tempo, non c’è la bacchetta magica per risolvere i problemi, iniziando dallo spread a quasi 500. Un governo tecnico potrebbe solo far approvare misure popolari, ossia la tanto discussa patrimoniale, ma nessuna manovra cosiddetta strutturale, ad iniziare dall’età pensionabile e della modifica del mercato del lavoro. Esauriti questi fondi però si ricomincerà tutto daccapo, se non viene avvertita la necessità di diminuire le spese invece di aumentare sempre le entrate a mezzo le tasse.

Intanto si assiste al ritorno degli zombies, ossia Vincenzo Scotti (detto Tarzan per la sua capacità di saltare da una corrente all’altra nell’ambito della DC) e Paolo Cirino Pomicino. Si potrà dire che è il nuovo che avanza (sic!)…dato che il primo ha 75 anni suonati e l’altro solo 72 . Vabbè, anche Berlusconi ne ha 75 e Bossi 70, ma consideriamo che Casini è del 1955, Rutelli del 1954 e Fini del 1952, Bersani del 1951, Di Pietro del 1950, Vendola del 1958 e sono considerati giovani. Fa eccezione D’Alema che è del 1949…ma forse solo perché è da più tempo in politica pur essendo di solo un anno più vecchio di Di Pietro. Andreotti, che di primavere ne conta 92, resta a guardare…Poco da dire, gli ex DC sono come Highlander, che resisteva agli attacchi del tempo, eliminando gli avversari uno ad uno. Alla fine chi di loro resterà? Non ci resta che aspettare…



Voltagabbana

 

In un certo senso, questo post è dedicato a Carlo, che parla sempre di coerenza ed onestà.

Già, perché l’ultimo esempio lo si è visto nella questione di Daniela Melchiorre, una persona che ha fatto della coerenza (?) la sua bandiera. Già sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi, è passata al PDL nel 2008, per poi ripassare all’opposizione nel neocostituito gruppo dei Liberaldemocratici, votando la sfiducia al Governo nel gennaio 2009, infine al Terzo Polo nel dicenbre dello stesso anno e da ultimo ritorno ai Liberaldemocratici, tra i quali ha ricoperto ancora l’incarico di sottosegretario allo Sviluppo economico nell’attuale governo Berlusconi. Ora, dopo le dimissioni, chissà dove approderà…

Come ironicamente ha commentato il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto

«Mancherà al Paese tutto il suo enorme bagaglio culturale, il suo alto profilo morale, il suo eccelso senso delle istituzioni. L’Italia perde un pilastro che sarebbe stato fondamentale per rilanciare l’economia e rendere più credibili le istituzioni. Mi auguro che i valori che lei ed il suo gruppo hanno sempre difeso e rappresentato, permeino fino in fondo lo spazio politico dove decideranno di approdare lei e Tanoni».

Ma quello che più mi fa indignare non è la questione del cambio di bandiera: ognuno è liberissimo di cambiare idea, per carità (come Scilipoti…:-) ), ma il fatto è che io elettore ti ho votato e scelto affinché tu politico mi rappresentassi in un determinato schieramento, quindi tu, politico, non puoi permetterti di saltare da un partito all’altro. Se poi questo schieramento è nuovo di trinca….chi ha raccolto le firme affinché questo potesse essere ammesso alle elezioni? (come è successo nel caso di Futuro e Libertà, mai legittimato da nessuno).


Offese

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Voce dal sen fuggita

poi richiamar non vale;

non si trattien lo strale

quando dall’arco uscì.

 

(Pietro Metastasio)

Come avevo già scritto in un commento pregresso, l’educazione difetta nei nostri politici, vedi la Bindi contro la Concia, Formigoni contro Vendola, Di Pietro contro Berlusconi e Frattini, La Russa contro Fini. Ma la peggiore offesa è stata quella nei confronti della disabile Ileana Argentin, apostrofata come handicappata da parte di Polledri. Quest’ultimo poi si è scusato, ma intanto l’epiteto era stato pronunciato. Fuori dalla sede parlamentare poi Grillo batte tutti, avendo promosso perfino un Vaff..day.

Ce ne sarebbero altre, ma al momento non mi vengono in mente.

Sui giornali e nei blog poi le espressioni si sprecano, e quelle che più mi fanno pena sono quelle che prendono in giro le minorazioni fisiche degli avversari, quali il nano Brunetta, il gobbo Andreotti, il mortadella Prodi o il nano malefico Berlusconi. Mi fanno soprattutto pena perché chi usa simili espressioni non solo pecca di maleducazione, ma anche di poca originalità e di poco spirito, ripetendo pappagallescamente slogan ed epiteti inventati da guitti televisivi a qualsiasi fazione politica appartengano. Adesso il Presidente Napolitano ha bacchettato tutti, invitando i parlamentari ad una maggiore correttezza quasi fosse un maestro che rampogna degli scolaretti…

Se dobbiamo arrivare a questi livelli…siamo messi davvero bene!

 

 

 


Figura…istituzionale

 

Ricordo quando durante la campagna elettorale in Lazio per l’elezione del nuovo governatore, Fini non intervenì accampando la scusa di essere una figura istituzionale e quindi super partes. Fu quindi lo stesso Berlusconi a scendere in campo per sostenere Renata Polverini (tra l’altro “creatura” di Fini, provenendo dalla CISNAL e dall’UGL) consentendole di vincere le elezioni ancora al primo turno contro Emma Bonino.

Ma allora che ci faceva sabato a Milano il nostro caro presidente della Camera, unitamente a Casini e Rutelli? Sosteneva il candidato sindaco della città, Manfredi Palmeri… Pur di avere visibilità, Fini ha accantonato la “figura istituzionale”, e fa solo una FIGURACCIA.


persone e non ideologie

C’è un uomo, di sinistra, che ammiro ed è Matteo Renzi, il sindaco di Firenze, che porta un’aria nuova in quel consesso di cariatidi che è diventato oggi il PD chiedendo di rottamare la vecchia nomenklatura iniziando dal leader Massimo che vuole una grande ammucchiata in veste antiberlusconiana e finendo con Franceschini che ogni volta che apre bocca lo fa solo per dare aria ai denti. Uno che considera Berlusconi un avversario da vincere in sede elettorale e non un nemico da abbattere a suon di denunce dei PM.

C’è una signora, di destra, che mi piace ancora di più, ed è Daniela Santanché, donna come si suol dire “con le palle”, perché ha il coraggio delle proprie azioni e non si tira indietro nonostante le minacce. A ragione si chiede dove erano tutte quelle donne che sfilavano per la dignità, quando lei si batteva per ottenere giustizia per le ragazze islamiche massacrate in Italia, o manifestava contro l’infibulazione, che talune donne di sinistra ritengono di non osteggiare, in quanto una tipica “tradizione” da manterere!

C’è un leghista che rispetto, ed è Roberto Maroni, che senza tanti squilli di tromba contro mafia e clandestinità ha ottenuto molti risultati e ancora all’inizio ci aveva messo in guardia contro quello che stava succedendo nell’Africa mediterranea, ma, come Cassandra, nessuno ascoltava.

In tutti i partiti ci sono persone che pacatamente o con passione perseguono i loro obiettivi, agendo con onestà e buon senso.

A fronte ci sono i buffoni.

Grillo che qualche tempo fa ad Anno Zero ha sbeffeggiato Bossi per l’ictus che l’ha colpito fa letteralmente schifo, perché non si denigra l’avversario politico evidenziando i difetti fisici, specie se dovuti alla malattia. Complimenti invece a Bossi per essersi rimesso in pista nonostante tutto.

Su Fini e compagnia cantante sorvolo… Dietro gli occhiali il niente, altro che grande statista! Ridotto a zerbino di Casini, non so se si sia reso conto di essere stato l’utile idiota di quanti volevano abbattere Berlusconi.

Berlusconi? Se ne parla troppo…lasciamo che sia il tempo il giudice delle sue azioni. Di Pietro? Beh, gli regalerei un testo di grammatica italiana, potrebbe fare a tempo perso un po’ di ripasso… Poi é uno che predica bene e razzola male, nel senso che non si presenta ad un processo in cui è implicato per presunta truffa per i rimborsi elettorali in quanto impedito, ma nega il legittimo impedimento a Berlusconi che di impegni credo che nella veste di PdC ne abbia di ben più importanti di un semplice leader di partito.

A parte considero Marco Giacinto Pannella che, nel bene e nel male, merita di appartenere ad ambedue le categorie.

Borghezio, ogni volta che apre bocca fa solo danni. Bersani? Mah, poverino, lui ci prova, anche sinceramente, ma non ne ha la statura…forse è per quello che sale sui tetti… Vendola? Potrebbe quasi piacermi…ma come amministratore della cosa pubblica è un vero disastro, basta vedere come governa la sua Regione che sta sprofondando in un profondo rosso…


Idee chiare

L’INTERVISTA a ” la Repubblica” di ieri, 12 gennaio 2011

Fini: “Paese fermo e governo paralizzato
serve patto di salvezza nazionale”

Fini: “Mi appello a maggioranza e opposizione. Non mi dimetto. Se la maggioranza riterrà di non poter governare si assumerà la responsabilità delle elezioni. Io e Casini staremmo insieme”. Il federalismo: “Decreto importante ma il fisco municipale non è il cuore del problema”di CLAUDIO TITO

Fini: "Paese fermo e governo paralizzato serve patto di salvezza nazionale"

Gianfranco Fini

UN PATTO di salvezza nazionale. Per tirare fuori dalle secche un Paese “fermo e sfiduciato”. Gianfranco Fini esce dal silenzio in cui si era trincerato dopo la “sconfitta” del 14 dicembre. È appena tornato dalle vacanze nei mari delle Laccadive. Abbronzato, seduto nel suo studio a Montecitorio descrive le incapacità di Silvio Berlusconi nell’affrontare le emergenze: un governo “paralizzato”. Ma il presidente della Camera vuole superare lo scontro dei mesi scorsi. “Per il bene dell’Italia”, dice. E rivolge la sua proposta a tutti: “maggioranza e opposizione”. Al centro del suo ufficio c’è la foto di Napolitano, quella del Papa e le immagini delle tre figlie. Sulla scrivania un posacenere. E un pacchetto di sigarette. Segno che gli scossoni politici hanno forse fatto naufragare il tentativo di smettere di fumare. L’Italia è sul punto dell'”asfissia” e ha bisogno di “convergenze tra maggioranza e opposizione”. Una proposta da sottoporre a “tutti, non solo al governo”: al Pdl, alla lega e al Pd. Le elezioni ora sarebbero “una prospettiva rischiosissima”. “Perché la situazione, rispetto al 14 dicembre, non è tanto cambiata”.

Quella giornata è ancora una ferita aperta per lei?
“Ho preso atto di una sconfitta politica”.

Anche di alcuni tradimenti?
“Il tradimento è una categoria che non dovrebbe appartenere alla politica. Comunque alcuni hanno fattodelle scelte che vanno rispettate anche se non ne colgo le ragioni politiche”. (senti chi parla…)

Ora, però, sembra essere tornati al punto di partenza.
“Nel voto del 14 c’è sicuramente la conferma che Berlusconi gode della maggioranza al Senato e alla Camera. Ciò che oggi si può fare seriamente è avanzare proposte per il prossimo futuro. Io vorrei iniziare l’anno con un auspicio: spero che nei prossimi mesi si compia un salto di qualità complessivo nel dibattito e nell’azione politica. E questo deve riguardare le forze della maggioranza e quelle dell’opposizione”.

In che senso?
“Ci si può dividere nel dire che gli ultimi sei mesi del 2010 non hanno rappresentato un successo per nessuno? Non credo. Sarebbe invece molto pericoloso continuare a pensare che i prossimi sei mesi saranno come i precedenti. Il rischio è che si ampli la frattura con l’opinione pubblica. Si percepisce il senso di repulsione nei confronti della politica. Questo accade perché il Paese è fermo e sfiduciato. C’è l’incubo dell’abisso”.

Pensa a una sorta di patto di salvezza nazionale?
“faccio notare che la ripresa economica è lontana. La metafora di Tremonti è stata felice: un videogame in cui se uccidi il mostro, ne compare subito un altro. Noi non riusciamo a innestare la marcia. E questo determina una sfiducia complessiva, non solo nel governo. Molti degli interventi del capo dello Stato – che io condivido e con il quale c’è sempre stata sintonia – hanno sottolineato proprio questo aspetto”.

Le proteste dei giovani contro la riforma Gelmini ne erano un’espressione?
“Certo. Ma la sfiducia nel domani va al di là della riforma. Nell’insicurezza scattano i meccanismi di autodifesa individuale. Ad aggravare la situazione ci sono alcune conflittualità storicamente irrisolte: quella tra nord e sud, tra le parite iva e i lavoratori dipendenti, tra precari e garantiti, tra giovani e anziani. O la politica, complessivamente, comprende che stiamo affrontando un tornante difficilissimo oppure i fossati si acuiranno”.

Ma lei e Fli siete usciti dal governo per questo. Ora cosa pensate di fare?
“Se si condivide questo approccio di sano realismo, allora ci possono essere convergenze per le forze di maggioranza e opposizione. Le opposizioni non si possono riparare dietro la logica del tanto peggio, tanto meglio. Sarebbe una logica sfascista. Così come per la maggioranza la logica dell'”andiamo avanti, non c’è alternativa””.

Ma lei pensa davvero che Berlusconi lo possa accettare? O pensa ad un altro governo?
“Questo non mi compete, lo decide il premier. La mia riflessione è rivolta a tutti e non solo al governo. Vivacchiare è negativo per tutti. Fermo restando i ruoli, della maggioranza e dell’opposizione, è un dovere proporre soluzioni per evitare l’asfissia”.

Ha pensato di dire queste cose direttamente al presidente del consiglio?
“Io faccio un’intervista a un importante giornale per parlare con tutti. (tutti? Mah…) Voglio uscire da quello che proprio Berlusconi chiama il teatrino della politica. E non userò nei confronti del premier una sola espressione polemica”.

I giornali del Cavaliere, però, non sono stati teneri. Le hanno attribuito anche una relazione con una escort.
“È solo fango. Non so da chi diffuso. Non ho mai conosciuto quella signora e chiunque affermi il contrario ne risponderà in tribunale”.

Le hanno chiesto anche le dimissioni.
“Mai prese in considerazione. Mi si possono contestare posizioni politiche ma non l’incapacità di rappresentare la Camera e
l’imparziale gestione dei lavori d’Aula”. (imparziale?)

L’asse con Casini è saldo?
“Certo. L’ho visto anche stamattina”.

Lei si rivolge anche al Pd?
“Io parlo a chi è in Parlamento. Opposizione e governo”.

Bersani e D’Alema, però, le hanno chiesto qualcosa di più. Immaginano un cartello per sconfiggere Berlusconi.
“Le alleanze non si fanno in ragione delle sommatorie di sigle. Ma sulla condivisione di alcuni progetti. E comunque le elezioni non sono vicine”.

Se non ci fosse la consapevolezza generale di cui parla, l’alternativa sarebbero le elezioni anticipate?
“Una prospettiva rischiosissima per l’Italia. In campagna elettorale non si fanno le riforme. Se poi la maggioranza riterrà di non poter governare, spiegherà il perché agli italiani e se ne assumerà la responsabilità. Ma sia chiaro che Futuro e libertà e il Polo della nazione non temono le urne”.

Più che il voto a Palazzo Chigi stanno cercando di strappare qualche deputato per andare avanti e qualcuno chiede ai centristi di “entrare” in squadra.
“È tempo sprecato. Certo, c’è il tentativo di guadagnare dei singoli, ma non ci riusciranno. E se poi lo scarto anziché di tre parlamentari diventasse di cinque, cosa cambierebbe? Continuerebbero a vivacchiare. Ma in questa situazione non si può vivacchiare e l’opposizione non si può limitare a dire valuteremo di volta in volta. Sarebbe un gioco di rimessa, e invece bisognerebbe disegnare un impianto di regole condivise”.

Regole condivise in due anni di legislatura?
“Siamo entrati nel 2011, il 150. mo anno dell’Unità d’Italia. Si può fare una riflessione su cosa significa essere italiani? Sui vizi del nostro sistema bipolare – di cui resto un convinto sostenitore e su questo Casini sarà d’accordo – che ha reso possibile l’alternanza ma non ha innovato sul piano della cultura politica?”.

Ma l’emergenza sembra soprattutto economica in questa fase.
“E infatti ridurre le spese e tenere sotto controllo i conti pubblici è necessario ma non sufficiente”.

Un limite di Tremonti?
“Di tutto il governo. Sarebbe ingeneroso dire che è colpa di Tremonti o pensare che si diverte a tenere sotto schiaffo i ministri. È il deficit di dibattito interno al Pdl che ho denunciato un anno fa. Anche l’Ue ha chiesto politiche riformatrici, che rilancino l’economia. Siamo in ritardo”.

Il ministro dell’Economia la accuserà di essere uno spendaccione.
“Non ci si può dividere tra chi vuole la spesa facile e i rigoristi. Sarebbe più lungimirante individuare progetti strategici. Cito sempre la Germania, non per la Grosse Koalition ma per la cultura politica condivisa che indica gli investimenti nella ricerca e nella tecnologica come strategici”.

Quindi i tagli lineari sono stati un errore?
“Sono l’esatto opposto. Sarebbe più utile una “Grande Assise” dell’economia e del lavoro con 100 teste pensanti in grado di trovare soluzioni. Nel nostro Paese c’è una miscela esplosiva: la giusta flessibilità nel mercato del lavoro si unisce però a un tasso di precarietà altissimo e a un livello retributivo tra i più bassi d’Europa. L’Italia è impoverita. Il ceto medio sta scomparendo. Il 45% della ricchezza delle famiglie è in mano al 10% degli italiani”.

Tutto questo con il governo in carica?
“Noi cerchiamo di farlo. Avanziamo soluzioni, proposte. Il mio auspicio è che non sia solo un’iniziativa di parte. Poi, certo, non si risolve tutto dalla sera alla mattina”.

Intanto vi aspettano delle scelte da cui dipende la sopravvivenza dell’esecutivo. Come il voto sul federalismo.
“Quel decreto è importante, ma il prossimo – quello sulle Regioni – è la vera sostanza. Il fisco municipale non è il cuore del problema. Le scelte sulle regioni saranno determinanti. Non dobbiamo perdere il complesso dei problemi”.

Ma voi cosa farete?
“Vedremo. In quel testo ci sono degli aspetti non so se voluti. I comuni, ad esempio, avranno meno entrate. L’Ici si paga solo nei luoghi dove non si risiede. Verificheremo alla fine se Calderoli troverà un’intesa con Tremonti sui saldi”.

E la mozione di sfiducia a Bondi?
“Non è una questione cruciale, ma deciderà il coordinamento del Polo della Nazione”.

L’alleanza con Casini è strategica?
“Se si votasse, staremmo insieme. Ci sarebbe una competizione con tre soggetti e non con due. Fli comunque farà un congresso a febbraio. Abbiamo un’idea del centrodestra diversa da Berlusconi e Bossi. Senso delle Istituzioni, dello Stato, dell’etica pubblica, della legalità. Fli si muoverà con la sua identità insieme all’Udc, all’Api, all’Mpa e ai Liberaldemocratici. E anche nel Pdl tanti condividono questi ragionamenti”.

Molti dicono che il leader di questo schieramento è Casini e non lei.
“Mi fanno ridere. Qualcuno – soprattutto nel Pdl – ha una scarsa considerazione di me e di Casini. Pensano di farci litigare”. (
i numeri dicono il contrario…)

Sui temi etici una qualche differenza, però, c’è.
“Quando si presenterà il problema, lo risolveremo con un solo principio: la libertà di coscienza.
Questa è la regola nei partiti democratici. Questa è una vera concezione liberale che altri ignorano”.

Lei si sente un uomo di destra o di centro?
“I valori restano quelli di destra. Servirebbe però un libro per spiegare cosa si intende nel 2011 per destra, centro o sinistra. Sono categorie del secolo scorso. Se poi per destra si intendesse il prevalere della finanza sull’economia reale, allora non sarei di destra… altri ci si riconoscerebbero più facilmente”.

C’è chi usa il caso Fiat come bussola.
“Marchionne è il segno di quanto l’Italia è in ritardo. Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho sentito il segretario della Cisl Bonanni dire che senza le fabbriche non ci sono nemmeno i diritti dei lavoratori”.

Se fosse un operaio di Mirafiori lo voterebbe l’accordo?
“Senza dubbio. Il problema è che la politica è assente. ha delegato tutto alle parti sociali anche sulla rappresentanza. Bersani ha fatto bene a dire che si discute e poi l’esito del referendum si rispetta. Nessun paese occidentale si trova in questa condizione”.

Non ho commenti da fare all’intervista di Fini….

Dimissioni? E perché mai? Lui si ritiene al di sopra delle parti, quando è evidentissimo che ormai il suo ruolo, a capo di un nuovo partito, è essenzialmente politico.

Federalismo? Vedremo…(?)..

La sfiducia a Bondi? Non è cruciale…(ma a suo tempo l’avete sostenuta).

Il leader è Casini? Ma che dite mai (ma Casini ha un numero maggiore di parlamentari….).

I temi etici (Eutanasia in primis)?  La libertà di coscienza (il che sarebbe un’ottima cosa, se uno non si professasse di destra..mah).

Nel frattempo ci ritroviamo con un partito in parlamento che NESSUNO ha votato. Prima delle elezioni è regola raccogliere un certo numero di firme per presentare la lista, affinché questa possa partecipare alla consultazione elettorale. Per Futuro e Libertà questo non è successo, e non credo proprio che si possa ritenere regolare un simile comportamento…



riconoscenza, termine sconosciuto

Qualche giorno fa è stato presentato a Roma un documentario su Giorgio Almirante. Non sono mai stata una seguace delle sue idee, ma riconosco che il politico è stato una figura importante nel panorama politico italiano. Naturalmente assieme a donna Assunta c’erano tutti gli ex-aennini…tutti meno che lui, Gianfranco Fini, quello che lo stesso Almirante aveva designato quale suo successore, quello cui Fini deve la sua carriera. Quando si dice la riconoscenza…


E’ 0ra di FINI…rla

Certo che l’appello di Fini a firmare il manifesto di Futuro e Libertà sembra un ripensamento rispetto a quanto ha detto e fatto ultimamente. Si potrebbe fare della facile ironia: come qualcuno ha scritto su un giornale, Fini ha fatto la “retromarcia su Roma”…

Io, dati certi sospetti avvicinamenti alla sinistra (Granata e Briguglio si erano detti perfino disposti ad un accordo con Vendola), come di seguito riportato,

Politica | 10/11/2010 | ore 17.16 »

Fli: Granata, alleati con Vendola? Con chiunque pur di battere Berlusconi

Roma, 10 nov. – (Adnkronos) – “Anche con Vendola, pur di battere Berlusconi”. Cosi’ Fabio Granata, deputato di Futuro e Liberta’, ai microfoni della trasmissione di Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’ in meriti alle possibili alleanze del suo partito in caso di voto anticipato.

Per battere Berlusconi -gli hanno chiesto i conduttori- sareste disposti anche ad allearvi con Vendola? ”Se si va alle elezioni subito -continua Granata- noi dobbiamo creare presupposti per allearci con chiunque ci stia a creare una condizione di governo diversa. Io non ho preclusioni verso Vendola. Pero’ credo di essere tra i pochi di Fli a non averne”. Chi e’ il piu’ a sinistra del vostro partito? ”A sinistra -conclude Granata- ci siamo io e Briguglio, al centro c’e’ Bocchino”.

preferisco citare il grande ed indimenticato Giovannino Guareschi….

CONTRORDINE, COMPAGNI!


faziosità dell’informazione

Mi ero appena lamentata sul nostro forum della faziosità dell’inormazione…questa volta si è superato ogni limite……………Mi spiace solo che non ci sia ancora il video su youtube. Appena apparirà, lo posterò. Intanto posto il link

http://video.corriere.it?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dall%20Italia&vxClipId=2524_615c5d3e-e398-11dd-8cd2-00144f02aabc&vxBitrate=300

 

MiAnnozero, Fini chiama Petruccioli
Santoro replica: «Questa è censura»

«Su Gaza superato livello di decenza». Il presidente Rai: «Programma merita critiche severe, il Cda valuterà»

ROMAAnnozero, la trasmissione di Michele Santoro dedicata al conflitto a Gaza, continua a scatenare polemiche e intorno a Lucia Annunziata, che ha lasciato lo studio tv dopo un battibecco con il conduttore, si raccoglie la solidarietà del centrodestra. «L’Annunziata ha fatto bene, speriamo che ora anche a sinistra capiscano come funzionano le trasmissioni di Santoro» attacca il premier Silvio Berlusconi, che non ha mai nascosto la sua antipatia per Annozero. Durante il Consiglio dei ministri il premier avrebbe espresso un «plauso» pubblico alla giornalista, puntando il dito contro «la parzialità» di Michele Santoro. Nessun commento dalla diretta interessata, che si è limitata a dire: «C’è una trasmissione e ognuno può rivederla e farsi la propria opinione».

Fini al sit-in pro Israele, mercoledì a Roma (Lapresse)

Fini al sit-in pro Israele, mercoledì a Roma (Lapresse)

FINI CHIAMA PETRUCCIOLI – Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha telefonato al presidente della Rai Claudio Petruccioli per denunciare il fatto che durante la trasmissione (che ha raccolto il 13% di share, pari a 3 milioni 137 mila spettatori) «è stato superato il livello di decenza». Poi ha chiamato la giornalista Lucia Annunziata per esprimerle «solidarietà e apprezzamento».

«CRITICHE SEVERE» – Il presidente Rai ha risposto a Fini con una lettera in cui scrive che il programma «merita critiche severe. Non per mettere sotto accusa un modo di far televisione; bensì per indurre tutti, di fronte a un conflitto così doloroso, a non cadere più in errori del genere. Con questo spirito mi impegno affinché la Rai svolga sempre meglio la sua essenziale funzione e sottoporrò queste riflessioni alla valutazione del Consiglio di amministrazione mercoledì prossimo».

AMBASCIATORE – A Petruccioli si è rivolto anche l’ambasciatore israeliano in Italia, Gideon Meir, con una lunga lettera in cui attacca Annozero parlando di «spettacolo vergognoso che speriamo non si ripeta più». Il diplomatico esprime «protesta e sconcerto» per la trasmissione andata in onda giovedì su Raidue.

SANTORO – Iniziative che hanno provocato la reazione dello stesso Santoro: «In un paese normale – si legge in un messaggio pubblicato sul sito della trasmissione – il livello della decenza lo supera un presidente della Camera che, travalicando i suoi compiti istituzionali, interviene per richiedere una censura nei confronti di un giornalista che sta compiendo il suo dovere di informare l’opinione pubblica»

MISURE DISCIPLINARI Fabrizio Cicchitto parla di «fatto gravissimo» e lamenta che «non ci sia ancora stato un atto di censura da parte dei vertici Rai». Cicchitto sollecita misure disciplinari contro Santoro: «È abituato a inscenare processi e ha voluto mettere sotto accusa Israele distorcendo sfacciatamente i fatti – attacca il capogruppo del Pdl alla Camera -, tant’è che una giornalista come Lucia Annunziata, alla quale va la nostra solidarietà e che non può essere certamente considerata filoisraeliana, si è dovuta dissociare dall’impostazione settaria dell’ultima puntata. Ai telespettatori è stata data un’informazione prodotta al di fuori dei più elementari principi deontologici del giornalismo». E il ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Se anche l’Annunziata si alza e se ne va in una trasmissione televisiva, qualche problema di imparzialità in queste trasmissioni deve esistere». Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti «in nessun Paese normale un conduttore televisivo reagisce in modo così scomposto e arrogante a una normale critica espressa da un’alta carica istituzionale».

«SPETTACOLARIZZAZIONE» – Per Luigi Zanda, vicecapogruppo del Pd al Senato, «la Annunziata non ha lasciato volentieri la trasmissione Annozero. È stata costretta ad abbandonarla». «Michele Santoro – aggiunge – certamente ricorderà che in passato mi è capitato di difendere la sua professionalità. E quindi sono certo che mi permetterà di dirgli che l’informazione, anche quella dura, è cosa diversa dalla spettacolarizzazione. E poi, se nei talk show si vuole garantire il pluralismo delle opinioni bisogna sempre mettere a proprio agio gli ospiti, soprattutto quando si ha avuta la buona idea di aver invitato professionisti seri come Lucia Annunziata e la fortuna che lei abbia accettato l’invito».

PRO SANTORO – Non sono mancati interventi di segno diverso. Equilibrato quello di Rosy Bindi, vicepresidente della Camera: «La puntata di Annozero non mi ha entusiasmato. Ci sono stati toni e affermazioni non sempre puntuali ed equilibrati. Ma questi sono i rischi della libertà di informazione – ha detto -. Rischi che preferisco correre, piuttosto che intaccare l’autonomia di un servizio pubblico che per sua missione istituzionale è chiamato a garantire il pluralismo». Vincenzo Vita (Pd): «Sarà magari anche vero, tuttavia è più vero ancora che sotto le ceneri sembra covare la tentazione di un nuovo editto bulgaro. Le pagliuzze di Santoro ogni volta diventano una trave ad uso e consumo del lungo corteo dei censori di questa disgraziata stagione politica». Massimo Donadi (Idv) risponde a Cicchitto: «Le sue parole sulla necessità di censurare Santoro ricordano il Minculpop. La libertà d’informazione e il pluralismo televisivo sono dei valori fondamentali per una democrazia e vanno rispettati». Manuela Palermi (Pdci) esprime il suo ringraziamento al giornalista perché «per la prima volta ha mostrato ai telespettatori italiani la tragica realtà di Gaza. Uno splendido e commovente Annozero condotto da un giornalista che fa il suo mestiere con bravura, coraggio e serietà. Patetica e imbarazzante la fuga di Lucia Annunziata, che ci ha invece mostrato l’altra faccia del giornalismo: quello asservito e politicista». Secondo Paolo Caratossidis, coordinatore nazionale di Forza Nuova, «la sceneggiata di Lucia Annunziata è stata patetica, tipico comportamento di chi sa di essere nel torto ma non vuole riconoscerlo».