Genitori e figli
Essere genitori è difficile.
Non ci si nasce, ma si diventa ASSIEME ai nostri figli, commettendo a volte anche degli errori.
Non me la sento di tirare la croce addosso a quella povera mamma di Lavagna, che deve già confrontarsi con il rimorso di essere stata la causa della morte del figlio per aver chiamato lei stessa la Guardia di Finanza.
L’accusano in quanto è una “madre adottiva”, come se l’aver allevato un figlio per sedici anni non conti nulla.
L’accusano perché, secondo loro, l’uso di marjuana non doveva considerarsi droga.
L’accusano di aver cercato un riscontro mediatico per aver parlato in chiesa della morte del ragazzo davanti alle telecamere, mentre era solo un monito per altri coetanei del figlio a non cedere alle tentazioni della droga e ad avere maggior comunicatività con i propri genitori.
Una madre non si rivolge alle forze dell’ordine per danneggiare scientemente il figlio, ma per salvarlo dalla rovina: pensava certamente che con l’intervento delle forze dell’Ordine, si sarebbe spaventato e non avrebbe più fatto uso di marjuana.
Anche il padre si è autoaccusato di non aver saputo comprendere il ragazzo, interiormente fragile per essere arrivato ad un gesto così estremo.
Noi genitori sbagliamo, sia per troppo permissivismo che per troppa severità. Qualche volta, magari solo per fortuna, ci va bene, ed escono dei bravi ragazzi; altre volte, anche per fattori esterni alla famiglia, invece va male, e non esiste il manuale per diventare genitori perfetti.
Alzi la mano chi non ha mai commesso errori nell’allevare i figli, ma sia sincero nell’ammetterlo.
I genitori perfetti non esistono (e neppure i figli perfetti se è per questo).
Genitori e figli
In un periodo in cui si parla di adozione di bambini per le coppie omosessuali, mi viene spontaneo ricordare quella coppia di Mirabello Monferrato che, ricorrendo alla fecondazione assistita, aveva messo al mondo una bambina, solo che la mamma aveva 56 anni ed il padre 70. Ebbene, i giudici hanno sottratto loro la figlia QUANDO AVEVA GIÀ TRE ANNI DI ETÀ in quanto ritenuti troppo vecchi per allevare un figlio. La motivazione? Eccola…
“La volontà di concepire la figlia è stata una scelta fondata sulla VOLONTÀ PURAMENTE NARCISISTICA DI SODDISFARE UN LORO DESIDERIO, SCAGLIANDOSI CONTRO LE LEGGI DELLA NATURA”.
Non sarebbe lo stesso principio (soddisfazione di un proprio narcisistico desiderio che contrasta le leggi della natura), che anima le coppie omosessuali?
Qualcuno mi sa commentare questa sentenza?
(tra parentesi…uno dei motivi che mi fa disprezzare certa magistratura)
Madri e figli
Nessuna madre dirà di se stessa che ama il suo bambino.
Perché il suo è più che amore.
Lei è il suo bambino.”
Marina Cvetaeva
Figli
È più aberrante fare figli in modo “sintetico ” come ha detto Dolce – che accetta serenamente la propria condizione di omosessuale non in grado di riprodursi – oppure, potendo concepire in modo naturale, rifiutarsi di metterne al mondo?
Penso a quanti, sposati o conviventi, non vogliono figli, un po’ per esimersi da molte responsabilità, un po’ perché ritengono che il mondo vada peggiorando e non sia opportuno far nascere bambini che cresceranno in un ambiente non appropriato.
Penso a quante/i si rinchiudono in convento e scelgono una vita di castità…ma non sono poi tanto sicura che Dio – se esiste – avrebbe voluto questo.
Penso a mia madre che dopo due gravidanze finite male si era rassegnata a non aver più figli, ma dopo 15 anni si ritrovò nuovamente incinta e passò 8 mesi senza mai alzarsi dal letto, e a 36 anni si riteneva già anziana per mettermi al mondo, mentre oggi si trovano donne ultrasessantenni che si fanno ingravidare artificialmente ma che con questo gesto trasformano la voglia di maternità in un atto di puro egoismo.
Poi c’è il caso inverso, genitori naturali – anche se sono ricorsi alla fecondazione eterologa -ai quali viene sottratta la figlia perché anziani, (57 anni lei, 70lui) ma che, non essendo supportati dal ginecologo di fama internazionale e quindi senza santi in paradiso, non possono esercitare legittimamente questo loro diritto.
I ricconi e famosi di turno, di qualsiasi età e di qualsiasi tendenza sessuale infatti non vengono minimamente toccati da divieti e proibizioni: solo i poveri cristi.
E allora penso ai secoli di lotta delle donne per essere considerate quali persone e non fattrici, ossia “bestie da riproduzione” ma che, per soldi, decidono di affittare il proprio utero.
E queste nuove famiglie, allargate ed oltre: mamma, papà, il nuovo marito di mamma e la nuova fidanzata di papà, o due papà, o due mamme e così via.
Sono confusa, lo ammetto.
Comincio a non comprendere più questo mondo o probabilmente sto davvero invecchiando.
—
Incazzatura
Quando dico, o scrivo, di essere INCAZZATA, è perché lo sono veramente.
Ho passato un buon Natale, grazie al maggiore dei miei figli, mia nuora, la nipotina ed altri parenti da parte di mia nuora; l’unica cosa che mi disturba è che non abbiamo ricevuto nemmeno una parola dal figlio minore.
D’accordo, tempo addietro mio marito ed io abbiamo avuto una discussione di tipo politico (non un diverbio) con sua moglie, e ci siamo mantenuti su toni civili – del resto ho tantissimi amici di ogni colore politico, che spaziano dal rosso più scarlatto al nero più profondo, e di ogni credo religioso -ma sentirmi dire che chi non concorda con le sue idee difetta di intelligenza o non capisce una mazza (testuali parole) mi ha fatto imbufalire. Però, per evitare disaccordo tra lei e mio figlio ho lasciato perdere, perché la cosa più importante è che stiano bene insieme.
Ma sentirmi la lezioncina da una che prima di sposarsi era tutta dolcezza, mentre poi ha cambiato completamente carattere, da chi ormai trentenne da anni deve sempre dare gli ultimi due esami prima di discutere la tesi, da chi ha lavorato sì e no 6 mesi in vita sua e dorme fino alle 10 della mattina, da chi pensa di conoscere il mondo guardandolo solo da dietro lo schermo di un PC pontificando su tutto e tutti…questo è francamente troppo.
Stare zitta mi è costato molto, lo ammetto. Poi non sono l’orsa scorbutica che posso sembrare a prima vista, anzi, sono piuttosto conciliante, tanto che ragazzi anche più giovani dei miei figli quando siamo a Milano ci cercano e fanno di tutto per uscire con me e mio marito perché si trovano bene in nostra compagnia. L’altra nuora poi mi cerca spesso, anche se sta lontana, e il complimento più bello che mai mi abbia fatto è quello di non considerarmi affatto una suocera.
Sembra stupido prendersela per una questione che ho trattato civilmente, semmai dovrei essere io a legarmela al dito per le frasi che ha detto. Adesso aspettiamo Capodanno…vedremo come si comportano.
Non è un paese per giovani
Già, l’Italia è un paese di pensionati, non nel senso di rimbambiti come la intende Grillo, ma nell’effettivo significato della parola. Se siamo arrivati a questo punto però una ragione c’è. Non è mai stata effettuata una vera politica a favore della famiglia. Oggi ci si sposa, o si decide di convivere, ad un’età sempre più avanzata perché c’è sempre maggiore difficoltà a trovare un lavoro stabile e sicuro. Se poi lo si trova, spesso non viene adeguatamente retribuito. Se in famiglia lavora solo il padre, non ci si può permettere più di un figlio, perché mantenerlo costa. Se lavorano ambedue i genitori sempre di un figlio si parla, perché molto spesso mancano le strutture e bisogna forzatamente ricorrere all’aiuto dei nonni (i famosi pensionati rimbambiti) per fare da baby sitter ai bambini.
Tanti dicono che è anche una forma di egoismo perché in altri tempi, pur essendo più poveri, eravamo più prolifici e ci accontentavamo di sopravvivere: niente divertimenti, a scuola solo i più meritevoli o i più ricchi. Per quanto concerne l’egoismo non è del tutto esatto: non c’erano i metodi contraccettivi di adesso e le esigenze odierne sono molto aumentate. I figli allora erano considerati una ricchezza, oggi bisogna essere ricchi per metterne al mondo più di due. Così un paese che ha una natalità sempre più bassa, dove i giovani per lavorare sono costretti ad espatriare oppure restano in casa con i genitori fino ad un’età relativamente avanzata, si sta avviando al declino, se non addirittura all’estinzione. Ed infine, ci si mette pure il Papa che ha esortato a fare figli e a non riversare l’affetto sugli animali domestici. A parte che l’avere figli o meno è una scelta strettamente personale, nella quale giocano vari fattori oltre a quelli economici descritti sopra, tanti al giorno d’oggi non si sentono in grado di generare dei bambini per via del mondo che ci circonda: sempre più violenza, sempre più delinquenza, sempre più pericoli. Avere dei figli non è un obbligo: deve essere una scelta. E poi: chi stabilisce quale sia, anche per la Chiesa, il numero “giusto” di figli?
Madri, figli e cellulari
Un contratto molto particolare.
L’ho trovato qualche tempo fa su un giornale. E’ un contratto tra madre e figlio adolescente relativo all’uso del cellulare.
1 -Il telefono è mio. L’ho comprato io . L’ho pagato io. In sostanza te lo sto prestando.
2 -Saprò sempre la password.
3 -Se suona, rispondi. È un telefono. Dì “Ciao”, sii educato. Non provare mai ad ignorare una telefonata se, sullo schermo, vedi scritto “Mamma” o “Papà”. MAI!
4 -Consegnalo ai genitori alle 19.30 dei giorni di scuola ed alle 21.00 nei fine settimana. A riacceso alle 7.30.
5 -Il telefono non viene a scuola con te
6 -Se lo rompi sei responsabile del costo di sostituzione o riparazione. Taglia l’erba, fai il baby sitter, metti da parte i soldi.
7 -Non usare la tecnologia per mentire, deridere o ingannare un altro essere umano. Non farti coinvolgere in conversazioni che possano fare del male a qualcu altro.
8 -Non scrivere in un messaggio o in una mail qualcosa che non diresti di persona.
9 -Non scrivere qualcosa che non diresti ai tuoi genitori.
10 -Niente porno. Cerca sul web contenuti dei quali parleresti anche con me. Se hai domande, chiedi a noi.
11 -Spegnilo o rendilo silenzioso in pubblico.
12 -Non inviare e non chiedere foto delle tue parti intime o di quelle di altri. È rischioso e potrebbe rovinare la tua vita futura. Internet è vasto ed è difficile far sparire una cattiva reputazione.
13 -Non fare miliardi di foto e video. Non c’è bisogno di documentare tutto. Vivi le tue esperienze, usa la tua memoria.
14 -Qualche volta lascia il telefono a casa e sentiti sicuro lo stesso.
15 -Scarica musica nuova o classica o diversa da quella che ascoltano milioni di tuoi coetanei. Espandi i tuoi orizzonti.
16 -Gioca a qualche gioco di parole che stimoli la tua mente.
17 -Tieni gli occhi aperti. Guarda intorno a te. Ascolta. Fai una passeggiata, fai lavorare l’immaginazione senza Google.
18 -Farai qualche casino. Ti ritirerò il telefono. Ci metteremo seduti e ne parleremo. Poi ricominceremo da capo. Siamo una squadra io e te.
NO.
Qualche giorno fa, parlavo delle mamme che al supermercato, ma anche in altri luoghi pubblici, permettono ai loro figli di fare di tutto. Sta crescendo una generazione di bambini e ragazzi maleducati ed indisciplinati, tutto perché padri e madri tendono più ad un rapporto di amicizia più che genitoriale, non sanno dire di NO ai loro ragazzi (anche per quieto vivere) e fanno quindi mancare ai ragazzi il senso della famiglia.
Ed allora si assiste al fenomeno del bullismo con il suo corollario di violenza ed aggressività, dell’alcolismo giovanile, delle assenze da scuola all’insaputa dei genitori, di assunzione di droghe.
Qui in Alto Adige il consumo di alcol è molto elevato tra i giovani, e si sono verificati anche casi di coma etilico tra ragazzini delle medie inferiori.
Certo, c’è modo e modo di dire NO al proprio figlio, non in maniera violenta, ovviamente, però decisa e ferma La famiglia è il fulcro della società, ed i genitori debbono dare l’esempio ai propri figli fin dalla più tenera età, parlando con loro perché imparino a capire quali sono i pericoli che si corrono nella vita e un eccessivo permissivismo può portare a questi comportamenti dannosi.
Ed è importante anche la loro vicinanza, perché altrimenti i ragazzi trovano nell’alcol il coraggio che manca loro, e sostituiscono il gruppo di bulli con la famiglia e nel capo del gruppo quell’autorità che ad essi è mancata. Peggio se, per estraniarsi dalle responsabilità, trovano evasione nell’assunzione di droghe.
Purtroppo genitori non si nasce, si fanno errori, dei quali il peggiore è la differenza del concetto di educazione tra madre e padre, che spesso entrano in contraddizione tra loro. E non c’è nessun libro che possa insegnare a diventare tali….
Genitori
Ascolto le parole di papà Josef Schwazer, che si assume le colpe per non aver notato le difficoltà del figlio, e ricordo quanto sia difficile il compito dei genitori: quel difficile equilibrio tra indulgenza e severità , quel desiderio di proteggere i figli dai pericoli e la necessità di lasciarli liberi di fare le proprie esperienze, anche se negative, quel volerli controllare con discrezione, senza però sembrare invadenti.
Nessuno può insegnarci ad essere genitori, i manuali sono superflui se non addirittura dannosi, possiamo solo attingere alle nostre personali esperienze, ricordando come si comportavano con noi i nostri genitori comprendendo, a distanza di anni, le ragioni di tanti divieti.
Ciononostante si sbaglia, perché ogni figlio è un caso a sé, si sbaglia per la nostra inesperienza, si sbaglia per un “no” di troppo che scatena a volte la ribellione o un “sì” detto per quieto vivere e far cessare i malumori.
E spesso si sbaglia perché sui figli, a volte, si fanno pesare i nostri stati d’animo, la mancanza di pazienza dovuta a stress o il nervosismo per particolari situazioni… Certo, non è una scusante, però succede, perché anche i padri e le madri sono esseri umani e non santi. Ed adesso vedo che pure mio figlio ricade negli stessi errori… Il cerchio si ripete.
Cosa ne pensate?