Salomè e la luna
La luna è una sorella
di Salomè. (Signora
che in un’antica storia
morde una bocca morta.)
Salomè era il tramonto.
Un tramonto di occhi
e labbra.
La luna è il perpetuo
tramonto.
Sera continua
e delirante.
L’amore sconfinato
di Salomè per l’oro
non fu per le parole,
fu perché la sua testa,
medusa del deserto,
era una luna nera,
una luna impossibile
fosca e sonnolenta.
Salomè è la crisalide
e la luna il bozzolo,
crisalide d’ombra
sotto un palazzo oscuro.
La luna trema sull’acqua,
Salomè trema sull’anima.
Oh sublime bellezza
voler fare di un bacio
una stella!
A mezzogiorno
o nella notte buia,
se parlate di Salomè,
spunterà la luna.
Federico Garcia Lorca
Conchiglia
M’hanno portato una conchiglia.
Dentro le canta
un mare di mappa.
Il cuore
mi si riempie d’acqua
con pesciolini
d’ombra e d’argento.
M’hanno portato una conchiglia.
Federico Garcia Lorca
Estate
Cerere ha pianto
lacrime d’oro.
Le profonde ferite
delle terre arate
hanno dato grappoli
di lacrime.
L’uomo sotto il sole
raccoglie il gran pianto
di fuoco.
Il gran pianto di Cristo
appena nato.
(Croce,
aspro,
fiamma.)
Cerere è morta
sulla campagna,
il seno
trafitto da papaveri,
il cuore
crivellato di cicale.
Federico Garcìa Lorca
Dipinto di Vincent Van Gogh
Escono allegri
Escono allegri i bambini
dalla scuola,
lanciando nell’aria tiepida
d’aprile,tenere canzoni.
Quanta allegria nel profondo
silenzio della stradina!
Un silenzio fatto a pezzi
da risa d’argento nuovo
Federico Garcìa Lorca
(Sperando che i bimbi possano riprendere presto ad uscire)
Luna
La luna venne alla fucina
col suo sellino di nardi.
Il bambino la guarda, guarda.
Il bambino la sta guardando.
Nell’aria commossa
la luna muove le sue braccia
e mostra, lubrica e pura,
i suoi seni di stagno duro.
Fuggi luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero col tuo cuore
collane e bianchi anelli.
Bambino, lasciami ballare.
Quando verranno i gitani,
ti troveranno nell’incudine
con gli occhietti chiusi.
Fuggi, luna, luna, luna
che già sento i loro cavalli.
Bambino lasciami, non calpestare
il mio biancore inamidato.
Il cavaliere s’avvicina
suonando il tamburo del piano.
nella fucina il bambino
ha gli occhi chiusi.
Per l’uliveto venivano,
bronzo e sogno, i gitani.
le teste alzate
e gli occhi socchiusi.
Come canta il gufo,
ah, come canta sull’albero!
Nel cielo va luna
con un bimbo per mano.
Nella fucina piangono,
gridano, i gitani.
Il vento la veglia, veglia.
Il vento la sta vegliando.
Federico Garcìa Lorca
(dedicata a M. perché per le mamme i figli sono sempre bambini )
Pioggia
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l’anima addormentata del paesaggio.
È un bacio azzurro che riceve la Terra,
il mito primitivo che si rinnova.
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
con una pace da lunghe sere.
È l’aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell’anima tristezza di ciò che non sappiamo.
La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l’illusione inquieta di un domani impossibile
con l’inquietudine vicina del color della carne.
L’amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.
E son le gocce: occhi d’infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.
Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell’acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.
O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.
La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all’orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.
O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
da’ all’anima le stesse nebbie e risonanze
che lasci nell’anima addormentata del paesaggio!
Federico Garcìa Lorca
Mattino d’autunno
Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C’è il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.
Federico Garcia Lorca
Notte d’estate
L’acqua della fonte
suona il suo tamburo
d’argento.
Gli alberi
tèssono il vento
e i fiori lo tingono
di profumo.
Una ragnatela
immensa
fa della luna
una stella.
Federico Garcìa Lorca
A Federico Garcia Lorca (19 agosto 1936)
Il delitto
Fu visto, camminando tra fucili,
in una lunga strada,
uscire ai freddi campi,
ancora con le stelle del mattino.
Uccisero Federico
quando la luce spuntava.
Il plotone dei carnefici
non osò guardargli la faccia;
Tutti chiusero gli occhi; mormoravano:
neppure Dio ti salva!
Cadde morto Federico
sangue alla fronte e piombo alle viscere
…Sappiate che fu a Granada il delitto
povera Granada! -, nella sua Granada…
.
Il
Il Poeta e la Morte
Fu visto camminare con Lei solo,
non temendo la falce.
Fu visto camminare…
Di pietra e sogno, amici, fabbricate
un tumulo al poeta nell’Alhambra,
sopra una fonte dove l’acqua pianga
e dica eternamente: nella sua
Granada fu il delitto, lì in Granada!
(Antonio Machado)
conchiglia
Caracola (conchiglia)
Mi hanno portato una conchiglia.
Dentro canta
un mare di carta.
Il mio cuore
si riempie d’acqua
con pesciolini
d’ombra e d’argento.
Mi hanno portato una conchiglia.
(Federico Garcia Lorca)
Sei la conchiglia
della battigia
che prende il sole
e prende l’onda
e prende il mare
e prende il largo
e si rivolta
E torna a riva
di un’altra spiaggia
e torna al sole
e torna all’onda
e torna al mare
e torna al largo
e prende il largo
Sei la conchiglia
di acqua e sale
che annega il sogno
di riposare
e lascia un pianto
che non si asciuga
e va nel mare
Sei la conchiglia
della battigia
che prende il sole
e prende l’onda
e prende il mare
e prende il largo
e torna al largo
Cosa ne pensate?