Tagli e ritagli
Forse il papa non è bene informato, dicendo che Fazio ha ragione quando afferma che se mancano posti letto, respiratori ed altre dotazioni è colpa di chi evade le tasse.
Eh no, caro Francesco… Tutto inizia molto, molto tempo fa, e gli evasori non c’entrano una cippa.
Sono andata a ricercare vecchissimi articoli, uno addirittura del novembre 2012, dove si parla di spending review, quella messa in opera da Mario Monti, quella che “ce lo chiede l’Europa”
Cosa dice?
“Entro il 31 dicembre (2012) le Regioni dovranno indicare dove e come effettueranno la riduzione (dei posti letto). Nel triennio 2013-2015 si dovrà passare da un rapporto di 4,2 posti letto ogni mille abitanti ad un rapporto di 3,7”.
Quindi se prima per 60 milioni di italiani erano disponibili circa 252000 posti letto, questi sono stati ridotti a circa 224000, con una riduzione di quasi 30mila posti, come si evince dall’illustrazione allegata, che evidenzia le nuove dotazioni regione per regione.
“I criteri per la riorganizzazione della rete ospedaliera sono contenuti nello schema di decreto sulla ‘Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, inviato alla Conferenza Stato-Regioni dal Ministro della Salute Renato Balduzzi di concerto con il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli. Il Regolamento, si legge nella nota del ministero, indica il metodo di calcolo per la riduzione delle Unità operative complesse e la riconversione delle strutture ospedaliere. Al 1 gennaio 2012 in Italia erano presenti 231.707 posti letto (3,82 ogni mille abitanti) di cui 195.922 per acuti (3,23 ogni mille abitanti) e 35.785 per post-acuti (0,59). La legge 135/2012 indica come obiettivo una media complessiva di 3,7 posti letto per mille abitanti, di cui 0,7 deve essere dedicato a riabilitazione e lungo-degenti e i restanti 3 per gli acuti. I posti letto devono quindi arrivare in totale a 224.318. Di questi 181.879 dovranno essere per acuti (-14.043) e fino a 42.438 per post- acuti (+6635)”.
Calcolando che pure i governi seguenti hanno sempre ridotto gli stanziamenti per la sanità, a chi si deve addebitare la responsabilità della situazione odierna?
Lo dico io: all’Europa, e quanto prima ce ne potremo uscire, meglio sarà. Detto da me, che ero una convinta europeista, è tutto dire, ma non immaginavo che questa Unione Europea si sarebbe dimostrata una cloaca, anche per colpa dell’asservimento dei nostri governanti all’asse franco-tedesca.
Gli incompetenti
…regnano sovrani, ed a tale scopo ecco un paio di esempi.
Limitare i pagamenti per contante a 1000 euro (mille e non più mille) non serve assolutamente a nulla: se ne era accorto persino Renzi che, dopo la cavolata fatta dal bocconiano Monti, aveva alzato nuovamente il limite a 3000 euro: non che servisse, ma era già qualcosa.
Obbligare la gente ad usare bancomat e carte di credito? Si penalizzano solo i ceti meno abbienti ed i pensionati anziani che solitamente non hanno conti correnti bancari e ritirano le loro pensioncine sotto i 1000 euro direttamente agli sportelli della posta.
Cosa credono di fare, con le manette agli evasori?
I GRANDI (e sottolineo GRANDI) evasori, continueranno come prima, perché hanno ben altri sistemi per eludere l’esosità del fisco: come al solito sarà colpito il piccolo/medio commerciante che magari, messo davanti al dilemma se pagare gli stipendi ai suoi dipendenti o versare l’IVA, solitamente preferisce la prima opzione. Mettendolo in carcere, semplicemente oltre rovinare lui, si metteranno sul lastrico anche le famiglie dei suoi dipendenti. Calcoliamo poi che spesso la presunta evasione è dovuta ad un errato accertamento, che si fa? Si mette in galera uno sulla base di supposizioni? E poi magari dopo parecchio tempo (in Italia certe cose, si sa, vanno per le lunghe) lo si scarcera con tante scuse, ma nel frattempo il danno è stato fatto…
Per ovviare a certe incongruenze c’è solo da riformare SERIAMENTE il fisco, riducendo la pressione e semplificando la burocrazia (basti vedere la cavolata della fatturazione elettronica, risoltasi in maggiori costi e maggior perdita di tempo): solo dopo si potrebbe eventualmente procedere con le “manette”: consideriamo che già ora esiste il carcere per frode fiscale e false fatturazioni
Questa smania giustizialista sembra fatta apposta per accontentare la “pancia” di un certo elettorato grillino che si ferma all’apparenza e non considera la sostanza.
Il sistema fiscale italiano è quanto mai assurdo: solitamente si dovrebbe ragionare in tal modo: i poteri costituiti stabiliscono a priori la percentuale che i cittadini devono versare (alta o bassa, non ha importanza: è solo a titolo esemplificativo). In seguito si verifica quanto i cittadini hanno guadagnato e si incassa la percentuale prestabilita. Infine lo stato tira le somme di quanto ha incassato, e stabilisce quale sia la destinazione degli introiti e quali servizi fornire ai cittadini.
Da noi invece si stabilisce a priori di quanto abbia bisogno lo stato, ed in base a questa stima si effettua una vera guerra contro i cittadini considerati a priori come evasori, specie professionisti e lavoratori autonomi, vessandoli con continue normative che cambiano di anno in anno, con controlli esasperati (che in realtà alimentano spesso la corruzione che si vorrebbe combattere), e spesso li si spoglia talmente che costoro ritengono che non sia più remunerativo lavorare.
Poi c’è la questione Ilva…inutile dire che pure qui affiora la mania “manettara”, ossia togliere lo scudo penale agli amministratori (con effetto RETROATTIVO!) spaventa l’Arcelor Mittal (che sta perdendo qualcosa come 2 milioni di euro al giorno) e potrebbe decidere di lasciare la produzione, mantenendo solo il mercato dell’acciaio (naturalmente acquistato all’estero! E da chi? Naturalmente Germania e Francia) ma spaventa ancor più i lavoratori in quanto si parla di un taglio di 5mila posti di lavoro. Il PD finalmente insorge, in contrasto con gli alleati di governo, e pure i sindacati sembra che si siano svegliati, sempre che non ci metta lo zampino la magistratura…
Italietta
Bene, abbiamo una pressione fiscale da far paura, lo conferma anche la Corte dei Conti che ha accertato un calo del PIL del 2,4%, i cittadini ne sono oppressi e le imprese ancora di più… Nonostante il carico fiscale aumentato a dismisura, le entrate subiranno una diminuzione di ben 21 miliardi di euro su quanto previsto.
L’imprenditore Marcello di Finizio ha effettuato una spettacolare azione dimostrativa sul cupolone di San Pietro e ne è disceso dopo 28 ore, a testimonianza dell’incapacità di questo governo di procedere ad un rilancio dell’economia. La pecora ormai è quasi totalmente tosata, e chissà se qualche pelo riuscirà nuovamente a ricrescere.
La terapia dell’aumento delle tasse non solo è riuscita a tappare il buco, ma sta generando altri disastri, tanto che Squinzi ha detto che, per suo conto, una timida ripresa inizierà solo dal 2015, un’eternità in termini economici. Sembra che la colpa di tutto sia l’evasione fiscale, che sta aumentando, ed i reprobi vengono additati, giustamente, quali parassiti della società, ma non ne sono i soli colpevoli.
Iniziamo a considerare una cosa: il maggior spreco di denaro è nello Stato e nelle sue apparecchiature pubbliche, iniziando dal Quirinale che ci costa più della Casa Bianca, dell’Eliseo e di Buckingham Palace, per finire a tutti quegli enti tipo le comunità montane e similari che servono solo a spremere risorse per destinarle ai soliti noti.
E non consideriamo i costi della politica, rimborsi elettorali in testa, e la burocrazia, lenta ed inefficace. E’ di questi giorni la notizia che l’Ikea , dopo sette anni di trafila, ha rinunciato ad aprire uno stabilimento nei pressi di Roma, con la creazione di 380 posti di lavoro, tra diretti ed indiretti, solo perché i tempi erano diventati eccessivamente lunghi. E non è il solo caso: in Puglia non è più decollato un progetto della British Gas per la costruzione di un rigassificatore nei paraggi di Brindisi, con un migliaio di posti di lavoro. In undici anni di attesa, le necessarie autorizzazioni non sono mai arrivate.
Lo stesso per quanto riguarda il settore energetico. Tutti, sull’onda di Fukushima, hanno sviluppato una insana paura del nucleare, ma mi chiedo quando mai in Italia si potranno verificare le condizioni (terremoto violentissimo e successivo tsunami) che hanno causato il disastro in Giappone (notare che in Giappone le scosse telluriche sono sempre di intensità maggiore che qui, ma questo non aveva impedito la costruzione di centrali nucleari). E così, per l’alto costo dell’energia, anche il progetto svizzero di acquisizione dell’ALCOA è andato in fumo…
Poi ci sono i sindacati…Fiom in testa. A Massa Carrara, l’Apuania rischia di fallire, mettendo sul lastrico 350 lavoratori, ma una multinazionale svizzera era disposta a rilevarla, mantenendo 106 posti di lavoro, ma il sindacato si oppone: o tutti o nessuno…Ma con l’ottusità che contraddistingue certi dirigenti sindacali, non si valuta il fatto che un nuovo polo produttivo avrebbe generato entro poco tempo oltre 350 altri posti di lavoro nell’indotto.
Siamo poco previdenti, e mi aspettavo davvero che Monti riuscisse a tagliare i rami secchi, però le Regioni continuano a costare, perché i vitalizi dei consiglieri non saranno diminuiti fino al 2015, mentre per chi è in carica è assicurato il trattamento pensionistico di favore. Lo stesso è per gli emolumenti di senatori e deputati, che hanno votato per l’ennesimo blocco delle loro indennità, alla facciaccia nostra…
Cosa ne pensate?