La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Soluzione all’italiana

Sono contro l’ipocrisia.

Cercano di persuaderci della bontà del testamento biologico, invece è la solita soluzione all’italiana.

Con questa legge il povero Fabo avrebbe dovuto comunque recarsi in Svizzera per porre termine ad una non-esistenza che lo condannava a restare immobile e cieco fino alla fine dei suoi giorni, una situazione ancora peggiore del coma, in quanto era vigile e cosciente della propria situazione.

Con questa legge potremo invece decidere se morire di fame e sete come la povera Eluana, una fine che non augurerei nemmeno ad un nemico, in quanto idratazione e nutrizione sono considerate “terapie”.

Terapie sono tutte le cure e gli accorgimenti vòlti a ridurre o eliminare gli stati di disagio e sofferenza nel malato (fonte Wikipedia) o gli studi e l’attuazione concreta dei metodi e mezzi per combattere le malattie, sopprimerne l’agente causale, rimuoverne i sintomi o prevenirne l’insorgenza (fonte Enciclopedia Treccani).

Non credo che sospendere acqua e cibo rientri nelle succitate “terapie”: la sofferenza del malato, anche se in sedazione profonda, verrebbe anzi aumentata.

Alcuni dicono che questa legge sia un primo passo… per mio conto invece no. Le cose qui in Italia restano cristallizzate per decenni, prima che si decida di cambiare qualcosa. Nessuno ha il coraggio di attrezzare davvero dei centri in cui i malati terminali o senza prospettive di miglioramento possano davvero “morire bene”, senza sofferenze inutili e per loro libera scelta. Del resto il consenso informato esisteva già, il rifiuto di sottoporsi a determinati trattamenti medici pure, l’unica variazione è che si possono stabilire anticipatamente queste volontà del paziente, peraltro modificabili in ogni momento. Quindi nulla a che vedere con l’eutanasia, che molti auspicavano, solo un’ennesima presa in giro dei pazienti. E che non mi si venga a parlare della sacralità della vita ed altre cose simili: uno avrà bene il diritto, se terminale ed in grave sofferenza, di morire come meglio crede. Se per ragioni etiche e/o religiose l’eutanasia a qualcuno non sta bene, non vedo perché debba impedirlo ad altri che non hanno le medesime remore: è una decisione strettamente individuale.


Eutanasia


Così un’altra persona è andata in Svizzera per cessare le sue sofferenze, esprimendo il desiderio che anche l’Italia diventi un paese civile e che permetta a chi soffre troppo di lasciare dignitosamente questa terra. Inutile poi equiparare l’eutanasia al testamento biologico: sono cose assolutamente differenti ed il problema si ripresenterebbe comunque.

Molti hanno ricordato quanti hanno preceduto Davide Trentini in questa sua decisione, ma qualcuno ha toppato accostando la fine di Eluana Englaro a quella di coloro che hanno scelto l’eutanasia. La ragazza purtroppo non ha avuto di certo una buona morte, privata sia del cibo che dell’acqua.

Io non sono credente, ma a quanti deplorano questa decisione estrema, certamente sofferta in quanto la speranza è l’ultima a morire, a chi crede vorrei ricordare oggi, venerdì Santo, che pure il centurione abbreviò le sofferenze di Cristo sulla croce, immergendogli una lancia nel costato.


I ricchi ed i poveri


soldi

Dicono che i soldi non danno la felicità, però  permettono di avere senza fare sacrifici tante cose che molti non possono permettersi: ville, auto, tecnologia all’avanguardia, belle donne (se si è un uomo), cliniche private in caso di malattia, trattamenti estetici etc etc…Però possono procurare anche altre cose che i comuni mortali non possono concedersi.
Quando la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza non era ancora in vigore, le donne benestanti si recavano all’estero per abortire. Per le altre c’erano rimedi empirici o il ricorso alle mammane, con il rischio di rimetterci la vita o di riportare danni permanenti.
Ora con il suicidio assistito avverrà la medesima cosa: chi ha i soldi potrà recarsi in Olanda o Svizzera dove questo metodo è legale e regolamentato, mentre i poveracci continueranno a soffrire o vegetare a meno che qualche anima buona non li aiuti di nascosto nel loro proposito, rischiando di persona conseguenze penali.

Anche se la legge sul testamento biologico dovesse finalmente arrivare in porto, non servirebbe comunque a chi, ancora capace di intendere e volere,  volesse lasciare anticipatamente la “sua” valle di lacrime.
Il testamento infatti stabilisce solo la volontà della persona di non venir sottoposta forzatamente a terapie di rianimazione, staccando le macchine che la tengono in vita nel caso in cui non possa esprimere al momento questo desiderio.
(Forse molti non si rendono conto di cosa comporti la sospensione dell’idratazione: anche in caso di coma la persona soffre, pur non essendo in grado di comunicarlo.: alla faccia del termine EUTANASIA!)

L’unica cosa certa è che comunque verrà impedito qualunque sistema che permetta a chi è semplicemente stanco di vivere in condizioni inumane di poter essere messo in condizioni di morire con dignità.

La cosiddetta “eutanasia passiva”, l’unica che verrebbe consentita tramite il distacco dei macchinari che tengono in vita una persona, è l’esatto opposto di quella “attiva”, ossia il suicidio assistito. È lo stato che si arroga il diritto di disporre quale sia il bene della persona e chi ed in quale modo possa essere “eliminato”, ponendosi al di sopra della volontà individuale, invece di fare un passo indietro riconoscendo la volontà personale degli individui, rimettendo il giudizio alla loro coscienza, e ritenendo di non essere titolare della proprietà delle altrui vite.

Se poi parliamo di “favorire il suicidio”, beh, lo Stato dovrebbe essere il primo imputato, visto l’alto numero di imprenditori, grandi e piccoli, che si sono tolti la vita da qualche anno a questa parte, però lo Stato, sappiamo, non viene mai imputato.

Anche per aver “figli” sarà uguale: sei in condizione di pagare? Ecco una donna pronta ad affittare il proprio utero per soddisfare la voglia di genitorialità di certe coppie (termine improprio, perché deriva dal verbo “generare”, ossia mettere al mondo). Non parlo ovviamente solo di coppie omosessuali, ma anche di coppie etero: basta “cacciare i dané” e ti porti a casa un bambino, magari fatto su misura, colore, sesso, salute, controllando al momento del parto che sia conforme alle aspettative. Se non è come lo si desidera, lo si rifiuta. Semplice no?

Criticavamo tanto l’eugenetica nazista, che voleva solo ariani alti biondi e dagli occhi azzurri, ma siamo solo ad un passo da questa tecnica.

Conclusione: sei ricco o quantomeno benestante? Beato te, in qualunque modo vadano le cose, avrai sempre il meglio, basta che paghi.


Fabo …fino alla fine

Ecco…a quanti sono contrari all’eutanasia, voglio dedicare questo filmato.

È una libera scelta di chi ormai non può godere più nemmeno di un attimo di vita, condannato al buio ed all’immobilità perenni, e che per ricorrere all’eutanasia, si è dovuto recare in Svizzera, dove lo accompagneranno fino alla fine.

Credo che non ci sia più nulla da aggiungere.

Un abbraccio, Fabo, e che le tue sofferenze abbiano fine.

 

 


Eutanasia

eutanasia

 

Si dispera maggiormente un genitore che vede soffrire il figlio e sa che ormai nemmeno i medicinali  potranno  lenire il suo dolore, o il genitore che, ascoltando il ragazzo suddetto e decidendo per lui in quanto tecnicamente ancora minorenne avendo solo 17 anni, chiede per lui l’eutanasia?  Ad ascoltare alcuni commenti sembra che i genitori belgi siano delle persone insensibili e senza cuore. Io invece sono convinta che abbiano fatto la scelta giusta. Lo stesso se a soffrire fosse stato un bimbo assai piccolo.

Non venitemi a parlare di volontà divina, di offrire la sofferenza a Dio (come diceva Teresa di Calcutta) o cose del genere. Da che mondo è mondo, una persona NORMALE cerca sempre di evitare il dolore con ogni mezzo, e ben vengano i medicinali che lo attenuano. Io vado ancora oltre, per quanto mi riguarda: se questi medicinali, pur non facendomi soffrire, mi riducono ad un essere inanimato ed incosciente, cosa ci sto a fare al mondo? Non è solo questione di sentirsi di peso a chi rimane, è soprattutto una questione di dignità personale. Chi, con morfina o simili, giace in un letto completamente incosciente, non lucido di mente, ignaro di quanto gli avviane intorno non è più una persona ma si limita a vegetare, e questa non è vita.
Quindi l’eutanasia è una scelta, dolorosa ma a volte umanamente necessaria.


Eutanasia

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Discussione con un’amica su Facebook.
Premetto: sono favorevole all’eutanasia, a patto che sia una libera scelta dell’individuo.
L’amica, di professione medico, invece è contraria, forse indotta dal giuramento d’Ippocrate, e mi spiega che l’importante è sedare il dolore e che nel solo ospedale di Aviano si eroga la medesima quantità di morfina che viene usata in TUTTI gli ospedali del resto d’Italia .
Certamente, ribatto io, eliminare il dolore è un’ottima soluzione, ma se ad un certo punto le dosi di morfina mi dovessero ridurre come una larva , incapace di intendere e volere, distesa su un letto, estraniata  dal mondo circostante, al puro stato vegetativo… la chiamiamo vita questa?
Sotto l’effetto della morfina, mi si obietta, se non sei cosciente che t’importa se sei vivo o morto? M’importa certamente, perché  così evito lunghe trafile per cure, pratiche sanitarie ed igieniche che possono essere invece destinate a chi invece ne abbisogna maggiormente.
Mi si risponde, (lei ed un altro contatto) che esiste sempre il suicidio, anzi l’altra mi invita caldamente e con molta gentilezza, a gettarmi da un cavalcavia. Al di là del conoscere o meno l’etimologia della parola “eutanasia”
quest’ultima persona forse non ha presente l’espressione “dignità della morte “. Perché impedire a chi vuole  (e sceglie questa via in modo consapevole ) di evitare una morte così violenta quando può farlo nel suo letto (ospedale, clinica o casa non ha importanza )?
Io non voglio impedire a te di soffrire o di ridurti ad una larva, se questo è il tuo pensiero,  ma tu non devi permetterti di impedire a me di pensare diversamente, tanto più che non danneggerei nessuno con questo mio atto e addirittura nemmeno il giuramento di Ippocrate verrebbe intaccato,
(GIURO
…di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;

di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona)

in quanto viene preparato un beverone che il malato deve bere personalmente,  libero quindi di tirarsi indietro anche all’ultimo istante. Quindi resterebbe sempre salvo il giuramento d’Ippocrate, senza tramutarsi nel giuramento d’Ipocrita, come invece accade talvolta in certi ospedali dove, si mormora, l’eutanasia viene comunque praticata, ma senza renderlo noto.

E mi vengono in mente scene terrificanti.

Io ad esempio non avrei il coraggio di Rossana Benzi, che trascorse la maggior parte della sua vita – 29 anni – imprigionata in un polmone d’acciaio, vedendo le persone solo attraverso il riflesso in uno specchio…

Io non sarei capace di trascorrere il resto della mia vita come l’indimenticabile Ambrogio Fogar, tetraplegico, accudito in tutto e per tutto, anche nelle necessità più intime, da persone a volte estranee.

Davanti a me si prospetterebbero giornate sempre uguali, monotone, piatte… non resisterei, non sarebbe vivere, per mio conto, anzi mantenermi in vita sarebbe solo un atto di estrema crudeltà.

Questo nel caso di malattie altamente invalidanti, ma per malattie terminali? Cercherei di resistere finché posso, poi domanderei senza dubbio di morire… Chi si credono di essere coloro che vorrebbero negarmi una simile scelta?


Ipocrisia

Mi chiedo perché dei giudici – e con quali competenze di tipo medico – debbano avere potere di vita o di morte nei casi di persone in coma, mentre se una persona nel pieno delle sue facoltà mentali chiede l’eutanasia in quanto malata terminale, questa le viene negata.
Dopo la vicenda di Terry Schindler in Schiavo, che ha commosso il mondo, e quella italiana di Eluana Englaro, si ripresenta il caso di Vincent Lambert, dove i giudici hanno deciso di far sospendere alimentazione ed idratazione al giovane francese tetraplegico ed in coma da 7 anni.
Io non contesto l’eutanasia in quanto tale, ma affermo che innanzitutto bisogna provare la totale incoscienza ed irrecuperabilita’ del malato. Se è per l’incoscienza dei soggetti e per l’irreversibilità della loro condizione, allora lo stesso trattamento dovrebbe essere applicato anche agli ammalati del morbo di Alzheimer in stadio avanzato o altre malattie altamente invalidanti.

Contesto inoltre il metodo : se proprio si deve far morire una persona, si abbia almeno il CORAGGIO di farlo tramite una iniezione che ponga fine in breve tempo e senza sofferenza alla sua esistenza.

I soliti perbenisti bacchettoni obietteranno che così si commette un omicidio.
Invece far morire un essere vivente di fame e di sete che cos’è? Un’opera di carità?
Dicono che non soffrono in quanto sono simili a dei vegetali. Ma una pianta ha anch’essa bisogno di acqua e sostanze nutritive.
La solita morale ipocrita che, in questo caso, non salva né la capra né i cavoli, fatta apposta per tenere il piede in due scarpe.



Competenza

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Un antico motto latino recita “Sutor, non ultra crepidam” (Ciabattino, non (giudicare) oltre i sandali). Per meglio dirla in milanese, “Offelee, fa el tò mestee, pasticcere, fai il tuo mestiere.

Quale competenza possono avere i giudici nell’arrogarsi il diritto di decidere le cure per i malati? Con quali criteri scelgono chi debba continuare il trattamento con le cellule staminali e chi invece debba esserne escluso? Non credo che abbiano sufficienti competenze mediche, come molti cittadini del resto. La questione la vedrei meglio trattata da un consesso di medici e di scienziati, non certamente dai togati, che già possono commettere errori nel loro campo…figuriamoci in quello medico.

Lo stesso quando si tratta di giudicare se staccare o meno la spina ad un paziente terminale, per il quale non esistono più speranze. Chi ha stabilito che a Piergiorgio Welby, nonostante fosse nel pieno delle sue facoltà mentali ed avesse manifestato la sua espressa volontà, non venisse staccata la spina, mentre la stessa pratica fu autorizzata nel caso di Eluana Englaro, condannandola ad una morte lenta per mancanza di acqua e cibo, in quanto ormai era in stato vegetativo anche se fisicamente sana? Anche una pianta, un fiore, un “vegetale” in poche parole deve essere annaffiato, altrimenti è destinato ad una morte lenta, un deperimento che può durare fino a due settimane ed oltre: voglio sperare che la morte di Eluana, la cui agonia è durata solo pochi giorni, sia dovuta ad una qualche mano pietosa, come quella del medico anestesista di Cagliari che ha ammesso di aver aiutato a morire dolcemente un centinaio di pazienti ormai in fase irreversibile e destinati solamente a soffrire ulteriormente.

Già, la responsabilità dei giudici che insorgono ogni volta che si parla della questione e che vedono nel risarcimento di danni da loro causati nell’esercizio delle proprie funzioni, nel caso in cui si configuri dolo o colpa grave, un grave attacco alla loro indipendenza! In poche parole, stando così le cose, vorrebbero essere messi in grado di continuare ad agire come ora, secondo la loro discrezionalità. Quindi, tanto per cambiare, sono insorti congiuntamente contro l’emendamento presentato dall’esponente leghista Pini, trovando il sostegno di Napolitano (e te pareva!) e di altri personaggi: per loro “indipendenza” significa solo non dover mettere mano al borsellino in caso di comprovato dolo o colpa grave, come accade per tutti gli altri professionisti e dipendenti statali.

E la battuta di Renzi ” Tanto la norma verrà corretta in Senato”, la dice lunga sulla spocchia di questo personaggio che parla di rinnovamento, ma alcune cose proprio vuole lasciarle inalterate.

 

 


Biotestamento

Cosa diavolo ci farete firmare le DAT (dichiarazioni anticipate di trattamento) se poi potranno essere considerate solamente alla stregua di un “orientamento” della persona, orientamento del quale il medico potrà anche non tenere conto?

L’unica cosa positiva è che non si potranno più sospendere alimentazione ed idratazione del paziente, non configurandosi come accanimento terapeutico. Avevo già espresso il mio pensiero in occasione della morte di Eluana Englaro. D’accordo sospendere terapie ed altro, ma far morire di fame e sete una persona, su ordine di un giudice, mi è sembrato semplicemente aberrante.

http://rosadirasonero.wordpress.com/2011/02/02/103-per-eluana/

https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2009/02/08/sempre-per-eluana/

https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2009/02/11/vita-e-morte/


Cristiano sì, però….

 

Da laica mi chiedo oggi se abbia ancora senso oggi essere “cristiani”, politicamente intendo.

Come agnostica molto probabilmente non sono la persona più adatta a commentare un simile argomento, però ho svariati dubbi…

Quando un Pisapia invita i suoi a porgere l’altra guancia… mentre un don (?) de Capitani augura, poco cristianamente, che a Berlusconi venga un ictus, resto sconcertata.

Quando un cardinale Tettamanzi, arcivescovo di Milano, auspica la costruzione di moschee, senza considerare che non solo la costruzione di nuove chiese nei paesi arabi non è permessa, ma che quelle esistenti vengono distrutte ed i suoi frequentatori vessati e spesso massacrati, la perplessità aumenta, anche perché nessuno considera che l’Islam in Italia avanzerà sempre maggiori richieste.

Per inciso, la grande moschea di Roma, firmata addirittura da Renzo Piano, è semivuota, come quella di Colle Val d’Elsa, però l’UCOII ne pretende una a Firenze.

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2011/5/25/IL-CASO-Sbai-caro-Pisapia-da-musulmana-ti-spiego-il-mio-no-alla-moschea-a-Milano/180519

Quando esponenti dell’ex DC, diventati catto-comunisti, appoggiano partiti che promuovono lo sfascio della famiglia tradizionale, la droga, l’aborto e l’eutanasia, (per certi versi ed in certe situazioni personalmente non sono preconcettualmente contraria, ma come ho detto IO sono laica), non mi ci raccapezzo

.

Se uno si ritiene “cristiano”, deve anche osservare le regole, i precetti ed i comandamenti che la sua religione gli impone, altrimenti faccia a meno di nascondersi dietro una sigla di comodo o di professarsi cristiano appoggiando partiti che propongono tutto il contrario di quello che la religione richiede, valori che ritengo assolutamente non negoziabili.

Al giorno d’oggi credo che essere cristiano sia una posizione di comodo. La nostra educazione di fondo è cristiana (vedi “Perché non possiamo non dirci cristiani”, di Benedetto Croce), ma in pratica pochissimi professano la religione. Le chiese si svuotano, le trasgressioni aumentano, le tentazioni sono sempre sotto i nostri occhi, ed il comportamento di alcuni che ci dovrebbero essere d’esempio è a volte deleterio, tanto da ritenerci magari autorizzati a fare altrettanto.

Lo schieramento di una parte della Chiesa si adegua quindi a questo nostro modo di vivere, a questa nuova “morale”, anche se, personalmente, di morale non ci vedo assolutamente niente.


vita e morte

Rispondo qui ad Angela..Non si soffre solo per un figlio. Si soffre anche per genitori, nonni, parenti ed amici. Non mi permetto di giudicare il padre di Eluana, il suo dolore credo sia immenso, e credo che nel suo intimo ne avrà rimorso per tutta l’esistenza, ma per conto mio è stato anche strumentalizzato da chi voleva una legge sul testamento biologico ed ha approfittato della "vacatio legis" per imporre questo disumano trattamento alla povera Eluana. Poi come tutti sanno Eluana è morta sola. Io ho ancora il ricordo della morte dei miei, mio padre era in coma, però reagiva ancora debolmente alle nostre voci, ed è morto con la sua mano tra le mie. Mia madre si è spenta per consunzione (ossia fame), devastata da un tumore all’intestino, smagrendo a vista d’occhio, ma anche lei è morta con me vicino che, pur se adormentata, avevo sempre la sua mano nella mia. Lei invece era abbandonata da tutti. La mamma si sa che è gravemente ammalata, il padre ovviamente la deve seguire, ma i medici cui era affidato il "protocollo", ossia l’anestesista ed il neurologo erano per i fattacci loro, uno addiritura in Liguria per il fine settimana. I volontari nemmeno erano nella sua stanza,non ho capito se era per non disturbarla o per non essere disturbati dall’agonia di quella povera donna. I nostri politici, come ho detto in altro intervento, erano occupati anche loro… per il fine settimana…Lei se n’è andata, togliendo silenziosamente il disturbo, e spero che qualcuno, intenerito dalla fine che l’aspettava, abbia accelerato la situazione calcando la mano con i sedativi….
 

sempre per Eluana

Oggi in lobby altra discussione con Salvo sul caso di Eluana. Sono sincera, non riesco a dormire pensando alla fine che farà quella povera ragazza, ed ogni boccone che butto giù, ogni sorso d’acqua,  mi riportano a lei con il pensiero. Molti asseriscono che lei non sentirà nulla, in quanto è allo stato vegetale. Io ribatto che anche i vegetali hanno bisogno di acqua per vivere e si nutrono. Mi hanno controbattuto dicendo che non è in grado di nutrirsi. Allora ammazziamo anche i neonati e gli invalidi per l,o stesso motivo? Lo so, sono cose troppo grandi…Come Salvo ha detto, noi dimenticheremo dopo qualche giorno, mentre il padre si porterà dietro quel peso per tutta la vita, convinto comunque di aver agito bene. Ma quello che più mi disgusta è l’aver trasformato tutto ciò in un caso politico. Anche i nostri “cari” (nel senso di ben pagati) parlamentari ci hanno promesso una soluzione in 3 giorni, ma c’è di mezzo il fine settimana…e quello non si tocca, perchè anche loro, poverini, hanno diritto a riposare. Che mondo infame…
 

eutanasia

Riflettevo in questi giorni sul caso di Eluana Englaro, ed anche con amici e conoscenti ho avuto parecchie discussioni al riguardo.
Per mio conto, sono favorevole all’eutanasia, e riesco a capire l’angoscia di un padre che vede la figlia immobile ormai da quasi 17 anni, senza che mostri alcun segno di riprendere conoscenza.
Però…c’è un però…
Un caro amico, molto religioso  (cosa che io non sono), mi ha detto che in fondo se non ci fossero le sonde e le altre “diavolerie” (sue testuali parole), Eliana sarebbe già deceduta da tempo, e che quindi interrompere la somministrazione di cibo e bevande sarebbe NATURALE. Al che ho ribattuto che pure le altre diavolerie, tipo antibiotici ed affini, sono innaturali. Perchè allora curiamo in tale modo gli ammalati?
Eutanasia vuol dire “buona morte”, ossia una dipartita da questo mondo senza che si provi sofferenza. Non avrei nulla da obiettare se ad Eluana venisse riservata una simile fine, mediante una iniezione o qualcosa del genere. Le si prospetta invece una morte orribile, consunzione per fame e sete…siamo sicuri che lei non avverta nulla?
La mia soluzione sarebbe allora la seguente: se il padre di Eluana vuole davvero che vengano meno le sofferenze della figlia mediante l’interruzione del nutrimento, che si assuma lui la responsabilità, senza demandarla alle strutture pubbliche. Avrebbe il coraggio di vedere la figlia consumarsi giorno per giorno?