questione di soldi
Quello che molti non capiscono.
Non è tanto la questione Euro o non Euro, Lira o non Lira.
Non importa come si chiami la moneta: è sempre un pezzo di carta che rappresenta qualcosa.
Una volta rappresentava le riserve auree (la cosiddetta “convertibilità”); adesso dovrebbe rappresentare la ricchezza di un paese espressa in altri termini: materie prime, fabbriche manifatturiere, beni archeologici ed artistici, turismo, manodopera etc, in poche parole le attività produttive di una nazione.
Ma se uno stato rapace e predatore tassa le attività produttive in un modo asfissiante, costringendole a chiudere e/o a cercare lidi migliori, questa moneta non sarà altro che carta straccia senza valore.
L’unica via per riprendere a crescere è quindi una tassazione equa ed una seria riduzione delle spese correnti, altrimenti impediremo sia lo sviluppo che la crescita, innescando un circolo vizioso per cui meno attività produttive produrranno meno introiti fiscali, il che si concretizzerà in un aggravio di tassazione sulle attività rimanenti e così via…
bruscolini…
Allora, al rientro in Italia si approfondiscono alcune notizie.
Causa mancanza di tempo ed ovvio risparmio sui megabyte che mi concedeva il gestore telefonico, approfittavo del wi-fi gratuito in albergo e mi limitavo ad una scorsa mattutina all’ANSA e al mio quotidiano locale.
Leggo che il sindaco di Roma ha un buco di bilancio di 350(trecentocinquanta) milioni di euro, che non sono bruscolini, come diceva un noto comico.
Però mi sono pure ricordata (30 aprile 2014) che uno dei primi decreti del sindaco d’Italia, leggi tale Matteo Renzi, fu quello di firmare il decreto salva-Roma, per tappare un deficit di 800 (ottocento) milioni di euro, e pure questi non sono bruscolini. Sommando le due cifre, si arriva ad un totale di 1.150 (millecentocinquanta) milioni di euro spesi in poco più di un anno!
Roma mia quanto ci costi!…
E dire che basterebbe attingere ai soldini sequestrati per Mafia-capitale, e ne avanzerebbero ancora!
Quant’era bello starmene all’estero, ignara di tante notizie.
per una lira…
Euro? Lira?
Questo è il dilemma!
L’introduzione dell’ euro è stata una solenne fregatura grazie ad un cambio falsato voluto dalla Germania ed accettato supinamente da Prodi. Però un ritorno alla lira sarebbe davvero una tragedia per noi. Innanzitutto ce lo sogniamo un cambio ” di ritorno” al valore di 1936,27… Poi la svalutazione, alla quale molti si aggrappano, non sarebbe di certo una soluzione. L’inflazione schizzerebbe alle stelle, vanificando ancora quel poco risparmio che ci resta. L’unica via percorribile rimane quella di stringere i denti, resistere, resistere e resistere, ma nel contempo diminuire drasticamente la spesa pubblica, cosa che col ritorno alla lira nessuno si bisognerebbe di fare (anzi verrebbe coniata nuova moneta alimentando sempre più l’inflazione), ma accompagnandola alla richiesta di dilazionare il raggiungimento del pareggio di bilancio in un periodo leggermente più lungo, per non strozzare del tutto l’economia.
Solamente la Germania vuole un euro forte rispetto al dollaro, ma in questo modo vengono penalizzate le esportazioni, avvantaggiando i paesi emergenti che possono contare su costi di lavoro notevolmente inferiori. Come svincolarsi dall’abbraccio mortale della Frau? Monti sembra intenzionato a richiedere l’introduzione degli Eurobond, ma da quell’orecchio la “dolce” (?) Angela non ci sente. Allora o si impuntano i piedi, magari con l’appoggio non solo dei paesi più deboli, ma anche con l’aiuto della Francia nella persona di Hollande o davvero per l’euro sembra suonare l’ultima campana…
La gatta frettolosa…
…fece i gattini ciechi!
Quando ci “imposero” l’euro, non considerarono che l’Europa è costituita da varie nazioni. Lingua, tradizioni, usanze sono differenti da paese a paese. Le stesse economie divergono ….
Ma l’importante era creare una moneta unica, per facilitare gli scambi e favorire la libera concorrenza, ci dissero.
Però alla base cosa c’è? Il nulla. Il mercato del lavoro ha regole differenti in ciascuno stato, la tassazione pure, le regole per l’assistenza e la previdenza anche. Nessuno in quel periodo ha pensato che queste basi erano importanti, che questi parametri dovevano essere in un certo senso “amalgamati”, tutti pensavano a creare altri posti ben remunerati per i parlamentari europei (ed anche qui c’è disparità di trattamento e, guarda caso, i nostri sono i meglio retribuiti), ma era necessario fare leggi sulla grossezza dei piselli, la curvatura dei cetrioli o i buchi del formaggio. Tutta una serie di provvedimenti che, ad iniziare dalle quote latte e finendo, pochi giorni fa, con la dicitura del “cioccolato puro”, pena grosse sanzioni, hanno solo favorito la Germania e penalizzato fortemente le nostre industrie alimentari e manifatturiere. Tralasciamo anche l’acquiescenza di Prodi che ci ha portato ad accettare un cambio lira/euro a noi sfavorevole. L’unico vantaggio, chiamandolo così, che ci ha procurato la moneta unica, è stato quello di costringerci ad un severo riallineamento dei conti pubblici, e per questo dico che vale la pena di affrontare dei sacrifici per non vanificare anche quelli già fatti.
Il deficit di anni ed anni di pentapartito ora DEVE essere risanato, ma quelli che hanno contribuito a crearlo sono le persone che oggi hanno accumulato capitali ingenti sommando rendite, pensioni e quant’altro, o che hanno distribuito favori con la concessione di pensioni baby e simili. Ed ora i soliti noti, cioè gli altri non beneficati, sono chiamati a risanare questo deficit con un onere che si fa ancora più pesante per le generazioni future. Adesso si prospetta il crack della moneta unica, tantissime persone, il cui numero aumenta ogni giorno di più, cominciano a rimpiangere la vecchia liretta e il periodo in cui, quando le cose andavano male, invece di tagliare le spese (cosa che Monti fa in minima maniera, seguendo un progetto già iniziato da Berlusconi), si ricorreva all’arma della svalutazione.
Di misure per lo sviluppo non ne vedo…ma intanto ieri, sant’Ambrogio, c’era la prima della Scala… Canta, che ti passa. (lassù sui Monti tra boschi e valli d’or.. Valli d’oro per lui, che rinuncia sì al compenso da presidente del Consiglio, ma NON SA – lui, il bocconiano – se può rinunciare ai 25mila euro mensili che gli ha gentilmente elargito, quale senatore a vita, re Giorgio).
Povera Europa
A suo tempo ci ubriacarono con l’idea di un’Europa simile agli Stati Uniti, ma dopo tanti anni ci stiamo rendendo conto che l’Europa non esiste. Esiste un’area Euro, ma della quale tanti paesi europei non fanno parte (ad esempio Regno Unito e Danimarca). Nell’Europa hanno fatto entrare paesi dall’economia fragile, come quelli dell’est europeo, e tra gli stessi stati fondatori alcuni non erano perfettamente in regola con i parametri (vedi Italia con il suo debito pubblico). Adesso l’euro c’è, e sarebbe follia tornare indietro. Ci stiamo rendendo conto però che tutti gli stati debbono sottostare ai diktat della Frau Merkel (anche Sarkozy, che pure sembra pappa e ciccia con lei).
La stessa BCE sembra sottomessa alla Bundesbank, non passa giorno che la dolce signora dagli attributi alquanto mascolini non dica forte e chiaro un bel NEIN, specie appena si inizia a parlare di Eurobond. Ma a forza di NEIN, anche il collocamento dei bond germanici ha avuto una débacle, in quanto il loro rendimento era addirittura minore dell’inflazione.
Insomma, siamo Europa oppure tante piccole periferie della grande Germania? Pure Monti con le sue misure “impressionanti” dovrà comunque soccombere ai voleri della Frau Merkel. Però tutte le manovre della Cancelliera altro scopo non hanno che quello di riguadagnare consenso in vista delle prossime consultazioni elettorali, e lo stesso vale per il presidente francese che la segue a ruota. Quindi, quanti speravano in un miracolo di san Mario Monti ed addossavano la colpa dello spread alto e della caduta delle borse al precedente governo, ora non sanno più che dire, si limitano ad ignorare il problema o, al massimo, a riportarlo in un trafiletto taglio basso nelle note economiche.
E nel frattempo una delle tre agenzie di rating (la Fitsch), ha declassato alcune nostre banche popolari, mentre non si sogna di fare altrettanto con le banche francesi e tedesche con le casseforti ripiene di titoli greci…
Aspettiamo che arrivi la quarta agenzia, la cinese Dagong, e vedremo come andrà a finire….
Cosa ne pensate?