Escher – 6
La sesta ed ultima sezione infine è dedicata alla diffusione delle sue opere utilizzate in varie maniere.
Tralasciando quanto Escher ha fatto per i propri committenti, tipo vari ex-libris, biglietti d’auguri, copertine di CD, è stato interessante vedere quanto l’artista abbia influenzato vari aspetti della nostra vita quotidiana, quali il cinema, i fumetti e la pubblicità.
“Giorno e notte” sulla facciata del Museo Escher a l’Aja
ex-libris
Immagine per la copertina del libro Larix di Henriette Roland Holst
copertina del CD dei Pink Floyd
Castello di Hogwards dal film Harry Potter
Immagine dal film Labyrinth
Dai fumetti Disney Paperino e Topolino
Fumetti dei Simpson
Pubblicità Illy caffè
Pubblicità Audi
Le immagini sono tratte da internet
“Lo stupore è il sale della terra.”
Escher – 5 bis – la Galleria di stampe
La galleria di stampe
L’opera più strabiliante di Escher, quella che esprime maggiormente l’illusione, è la “Galleria di stampe”, e per questo le dedico un post a parte.
Qui viene sfruttato “l’effetto Droste”.
Droste era la marca di un cacao olandese, sulla cui scatola era raffigurata un’infermiera che su di un vassoio portava una tazza e la scatola del medesimo cacao, sulla quale era raffigurata l’infermiera etc etc etc…in teoria si potrebbe andare all’infinito, se non fosse per le dimensioni che via via si rimpiccioliscono.
La struttura della Galleria è però differente e molto più complessa, in quanto si basa su di una griglia matematica (troppo difficile da spiegare per me, che matematica non sono) .
La conformazione però è molto ben evidenziata dal filmato di You Tube che è in allegato. Qui posto solamente la griglia che è servita per formare la galleria.
In pratica si tratta del ritratto di un giovane in una galleria di quadri, tra i quali si possono vedere anche le”Sfere” e la “Buccia” dello stesso Escher (ecco un altro aspetto dell’autoreferenzialità) mentre il paesaggio, che rappresenta il porto di La Valletta e che teoricamente dovrebbe essere all’esterno della galleria stessa, entra dentro la medesima. Nella Galleria di stampe lo sguardo si sposta continuamente dall’interno all’esterno e viceversa della galleria e della stampa osservata dal giovane, in una specie di moto perpetuo in cui i piani si combinano e si fondono tanto da non capire più dove finisca l’interno e dove cominci l’esterno, e viceversa. Così la stampa che il giovane osserva, le imbarcazioni che galleggiano sull’acqua, la città con i tetti a terrazza, quelle rare persone – un ragazzo seduto in un angolo del terrazzo all’ombra, una donna affacciata alla finestra che sembra guardare in direzione del giovane di spalle che osserva la stampa, due passanti, quasi due ombre, sul molo vicino all’ingresso della galleria – stanno “dentro” l’opera che, data la sua autoreferenzialità e la commistione di interno ed esterno, contiene se stessa.
e, a seguire, il video di cui parlavo sopra con l’effetto di ripetizione all’infinito.
Escher – 4
la quarta sezione è dedicata alle metamorfosi
Le “metamorfosi” sono una serie di pannelli che “riassumono” l’opera omnia di Escher, dove le tassellature si intersecano e si trasformano, terminando con la raffigurazione del paese di Atrani, luogo a lui assai caro in cui aveva trascorso il suo viaggio di nozze. I paesaggi italiani sono una costante ricorrente nelle opere di Escher che li ricorda anche dopo aver lasciato il nostro paese.
metamorfosi 1
dettaglio
Escher 3
La terza sezione è dedicata alle superfici riflettenti, alla struttura spaziale, ai cristalli.
Superficie riflettente naturale è l’acqua: ed ecco allora Escher ritrarre alberi che si specchiano in stagni o pozzanghere, con l’acqua immobile oppure increspata, dalla quale traspaiono anche i pesci che nuotano sotto la superficie.
Poi c’è la concezione dello spazio, con la sua profondità, ed ecco allora una serie di “pesci” che si librano e dove l’effetto profondità è dato non solo dalle proporzioni che appaiono sempre più piccole, ma anche dall’intensità del colore che mano a mano sbiadisce.
Però ci sono anche altre superfici, come le sfere riflettenti, tra le quali la celebre “Mano con sfera riflettente”, un suo autoritratto alquanto caratteristico ed originale, dove la figura dell’artista è centrale.
Lo spazio è rappresentato anche da nastri che compongono figure, ispirati al racconto “L’uomo invisibile” dello scrittore di fantascienza H.G.Wells (tra parentesi, uno dei miei preferiti 🙂 ). Uno raffigura l’immagine di una donna, nell’altro invece il nastro rappresenta l’artista e la moglie Jetta uniti da un unico legame. Nella prima opera, l’effetto profondità è dato dalle nuvole, mentre nel secondo le sfere rappresentano l’infinito, sia del tempo che dello spazio.
Sempre della serie “Nastri”, ecco il nastro di Moebius, una figura che ha un’unica superficie. Le formiche che si arrampicano su questa superficie finiscono fatalmente a ritrovarsi ogni volta al punto di partenza.
Il nastro è utilizzato, impiegando anche per i Cavalieri che, ad un certo momento, si intersecano con la tecnica della tassellatura.
Le immagini sono tratte da internet
(*) il nastro di Moebius si ottiene incollando le due estremità di un nastro, dando prima una mezza torsione.
Escher – 2
La seconda sezione è quella dedicata al periodo spagnolo con l’approccio alla tassellatura
La suddivisione regolare del piano era già nota. Era stata usata ad esempio da Koloman Moser, uno dei maggiori esponenti della Secessione Viennese nel suo Flaeschenschmuk, una serie di stampe che fungevano da catalogo per la base di tappezzerie, carte da regalo e da parati. Escher sviluppò l’isometria del piano (*) partendo da moduli semplici che potevano poi ripetersi all’infinito. La simmetria poteva essere bilaterale (come la riflessione in uno specchio), radiale (con la rotazione), traslata (lungo un asse diagonale) e per glisso riflessione (ossia lungo un asse sfalsato).
Dalle figure più semplici, Escher passò poi a figurazioni più complesse, come in “farfalle”, in cui le immagini delle farfalle diventano via via sempre più grandi, oppure in “Mosaico” dove decine di figure tutte diverse si incastrano l’una con l’altra.
(*) isometria significa “uguale misura”
Le immagini sono tratte da internet
Escher
“Coloro che tentano di raggiungere l’assurdo otterranno l’impossibile”
(M.C. Escher)
Nei giorni trascorsi a Milano siamo finalmente riusciti a visitare, presso il Palazzo Reale, la mostra dedicata ad Escher, che era stata prorogata fino al 29 gennaio, con l’esposizione di circa 200 opere dell’artista. Avremmo dovuto visitarla ancora a novembre, ma ne eravamo stati impediti da vari impegni.
Fin da ragazza ero rimasta impressionata dalle litografie di questo artista, che denotano una specie di “horror vacui” in quanto ogni spazio del quadro è riempito meticolosamente da segni, disegni, sfumature, tratteggi. Quell’amore per le figure geometriche che si ripetono all’infinito, per le immagini degli animali e delle persone che si intersecano, da destra a sinistra, a volte tramutando forma: uccelli che diventano pesci, cavalli e cavalieri, mondi spaziali visti da varie dimensioni…e poi quell’amore per i paradossi, figure pressoché impossibili o improbabili, come il cubo di Necker, il nastro di Moebius (mi aveva affascinato fin dalle scuole medie durante una lezione di geometria), il triangolo (e la scala) di Pernrose, il disco di Poincaré, l’effetto Droste, il concavo ed il convesso, le ombre dei vasi, il moto perpetuo.
Una sua compagna di scuola racconta che fin da piccolo il giovane Maurits disponeva il formaggio a piccoli pezzetti sulla fetta di pane senza lasciare alcuno spazio libero, denotando quindo già una predisposizione per i puzzle. 🙂
Ma Escher, oltre ad essere stato un grande grafico ed incisore, ebbe anche la passione per la cristallografia e per la biologia. Nelle sue opere sono raffigurati fiori, animali, anche di rango inferiore, come i platelminti.
Una breve biografia
Maurits Cornelius Escher nacque nel 1898 a Leuwarden, nell’Olanda settentrionale. Nel 1922 iniziò a viaggiare per l’Europa, come ad esempio la Spagna, Toledo ma soprattutto Granada, le cui architetture moresche dell’Alhambra influenzarono la sua arte, restando impressionato dalle figure geometriche (ai musulmani è proibito raffigurare immagini umane) e soprattutto dalle simmetrie delle piastrelle che ripetono all’infinito le loro combinazioni. Escher in seguito migliorò la tassellatura (il nome esatto sarebbe “isometrie periodiche del piani”) utilizzando il sistema di Poincarè, che gli permise di abbandonare la simmetria perfetta e di sfruttare la tassellatura alternando spazi positivi a quelli negativi. L’esempio più completo lo si può vedere nelle “metamorfosi”, pannelli lunghi fino ad otto metri anche se alti solo una ventina di centimetri.
Si stabilì poi in Italia, visitando la Toscana (Firenze, Siena, San Giminiano, Volterra). A Ravello conobbe e sposò una giovane svizzera, Utta Umiker e da lì, pur risiedendo a Roma, visitò molti paesi e città italiane, ritraendoli con il suo stile inconfondibile. Tra il 1926 ed il 1935 visitò la Sicilia, l’Abruzzo, la Calabria, la costiera amalfitana. Escher definì il periodo in cui visse in Italia il più bello della sua vità però, nel 1935, quando uno dei figlioletti rientrò a casa vestito da Balilla, decise di lasciare il nostro paese, trasferendosi prima in Svizzera per due anni, poi in Belgio, tornando quindi in Olanda nel 1941, dove visse in varie città , fino alla morte, avvenuta a Laren nel 1972.
La mostra si articolava in sei sezioni.
La prima riguardava gli inizi, con le illustrazioni Liberty e dei luoghi da lui visitati in Italia
Ci sono varie opere che ritraggono Roma, il Colosseo, dei colonnati, l’interno di san Pietro, ma anche immagini di insetti ed incisioni diverse.
È una Roma diversa, quella da lui illustrata, più che altro notturna, con sfumature e tratteggi, dove le forme vengono messe in risalto dall’illuminazione artificiale o, in alcuni casi, addirittura a lume di candela.
vaso di fiori 1932
farfalle 1935
incudine 1931
Soffione 1934
liuto 1931
palma 1932
Scarabei 1935
Cavalletta 1935
Interno di San Pietro 1935
Basilica di Costantino 1934
colonnato di san Pietro 1934
Rocca Imperiale (Calabria)1930 Monastero dei francescani
disegno preparatorio
Santa Severina (Calabria)1931
Castrovalva (Abruzzo) 1930
Tropea 1931
Il ponte 1930
In viaggio
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