Io temo un uomo
Io temo un uomo dall’eloquio frugale
Io temo un uomo silenzioso
L’arringatore, lo posso sovrastare
Il chiacchierone, intrattenerlo
Ma colui che soppesa, mentre gli altri
spendono le loro ultime monete,
da quest’uomo mi guardo
ho paura che sia grande.
Emily Dickinson
Dipinto di Henry Fanton-LaTour
Accendere una lampada
Accendere una lampada e sparire –
questo fanno i poeti –
ma le scintille che hanno ravvivato –
se vivida è la luce
durano come i soli –
ogni età una lente
che dissemina
la loro circonferenza –
Emily DickinsonDipinto di Knut Ekwall
Per un istante d’estasi
Per un istante d’estasi
Noi paghiamo in angoscia
Una misura esatta e trepidante,
Proporzionata all’estasi.
Per un’ora diletta
Compensi amari d’anni,
Centesimi strappati con dolore,
Scrigni pieni di lacrime.
Emily Dickinson
Sarà estate
Sarà estate prima o poi.
Donne con parasoli
uomini a passeggio con canne d’India
E bambine con bambole
Coloreranno il paesaggio pallido
come un luminoso mazzo di fiori
per quanto sommerso di pario
il paese si stenda oggi
I lillà piegati da molti anni
dondoleranno carichi di violetto
le api non disprezzeranno il motivo
che i loro avi cantarono
La rosa selvatica arrosserà lo stagno
l’aster sulla collina
detterà la sua moda perenne
e le genziane pasquali crinoline
finché l’estate ripiegherà il suo miracolo
come una donna la gonna
o i sacerdoti ripongono i simboli
quando il sacramento è finito.
Emily Dickinson (Traduzione di Massimo Bacigalupo)
Dipinto di George Seurat
Poiché non potevo fermarmi per la morte
Poiché non potevo fermarmi per la morte –
lei gentilmente si fermò per me
La carrozza non portava che noi due
e l’immortalità –
Procedemmo lentamente – non aveva fretta
ed io avevo messo via
il mio lavoro e il mio tempo libero anche,
per la sua cortesia –
Oltrepassammo la scuola, dove i bambini si battevano
nell’intervallo – in cerchio –
Oltrepassammo campi di grano che ci fissavano –
Oltrepassammo il sole calante –
o piuttosto – lui oltrepassò noi –
La rugiada si posò rabbrividente e gelida –
perché solo di garza, la mia veste –
la mia stola – solo tulle –
Sostammo davanti a una casa che sembrava
un rigonfiamento del terreno –
Il tetto era a malapena visibile –
il cornicione – nel terreno –
Da allora – sono secoli – eppure
li avverto più brevi del giorno
in cui da subito intuii che le teste dei cavalli
andavano verso l’eternità .
Emily Dickinson
Come se il mare
Come se il mare separandosi
svelasse un altro mare,
questo un altro, ed i tre
solo il presagio fossero
d’un infinito di mari
non visitati da rive –
il mare stesso al mare fosse riva-
questo è l’eternità.
Emily Dickinson
La luna è lontana dal mare
La Luna è lontana dal Mare –
Eppure, con Mani d’Ambra –
Lo conduce – docile come un Fanciullo –
Lungo Sabbie designate –
Egli non sbaglia mai un Grado –
Obbediente agli occhi di Lei
Avanza quel tanto che basta – verso la Città –
Quel tanto che basta – se ne va –
Oh, Signore, Tua, la Mano d’Ambra –
Ed io – il Mare lontano –
Obbediente al minimo comando
Che il Tuo sguardo m’impone –
Emily Dickinson
Destino
Non sappiamo di andare quando andiamo
Noi scherziamo nel chiudere la porta
Dietro, il destino mette il catenaccio
E non entriamo più.
Emily Dickinson
Non posso essere sola
Non posso essere sola,
mi viene a visitare
una schiera di ospiti,
non sono registrati,
non usano la chiave,
non han né vesti, né nomi,
né climi, né almanacchi,
ma dimore comuni,
proprio come gli gnomi,
messaggeri interiori
ne annunciano l’arrivo,
invece la partenza
non è annunciata, infatti
non sono mai partiti.
Emily Dickinson
Se tu dovessi…
Se tu dovessi venire in autunno
mi leverei di torno l’estate
con un gesto stizzito ed un sorrisetto,
come fa la massaia con la mosca.
Se entro un anno potessi rivederti,
avvolgerei in gomitoli i mesi,
per poi metterli in cassetti separati –
per paura che i numeri si mescolino.
Se mancassero ancora alcuni secoli,
li conterei ad uno ad uno sulla mano –
sottraendo, finché non mi cadessero
le dita nella terra della Tasmania.
Se fossi certa che, finita questa vita,
io e te vivremo ancora –
come una buccia la butterei lontano –
e accetterei l’eternità all’istante.
Ma ora, incerta della dimensione
di questa che sta in mezzo,
la soffro come l’ape-spiritello
che non preannuncia quando pungerà.
Emily Dickinson
Bussò il vento
Bussò il vento – come un uomo stanco
ed io garbata ” Entra ” gli risposi
con ferma voce – e allora egli rapido
entrò nella mia camera.
Ospite senza piedi
invitarlo a sedere era impossibile
tanto sarebbe valso presentare
all’aria una poltrona.
Ed ossa non aveva, per tenerlo
il suo parlare era come il fiato
di molti colibrì ronzanti insieme
da un celeste cespuglio.
Un’onda, la sua faccia – e mentre andava
dalle dita una musica gli usciva
di suoni tremuli
soffiati nel cristallo.
Indugiò, sempre qua e là muovendo
poi timidamente
bussò di nuovo – fu come una raffica
ed io rimasi sola.
Emily Dickinson
Cosa ne pensate?