Parere personale
Bugie
Evviva…la disoccupazione è diminuita ben dello 0,2% ed anche la disoccupazione giovanile è in calo.
Però bisogna analizzare bene i dati.
Innanzitutto c’è un aumento degli impieghi TEMPORANEi, perché ogni anno in estate si verificano assunzioni a periodo determinato di lavoratori che, finita la stagione turistica, vengono rimandati a casa: camerieri, addetti alle cucine, operatori dei parchi divertimento e simili. Inutile che i media strombazzino tanto che è una vittoria del governo e della politica del Job Act (e molto ci sarebbe da dire sull’asservimento di giornali e TV al potere politico). La disoccupazione resta comunque alta, il Job -Act si concretizza in pratica nella precarietà del posto di lavoro che costringe il dipendente ad accettare condizioni a volte vessatorie pur di assicurarsi una sia pur esigua entrata economica di breve durata.
Non si considerano poi i lavoratori autonomi che invece cessano l’attività, massacrati da tasse, e coloro che rinunciano a cercare lavoro, stanchi di vedersi chiudere le porte in faccia. Per i disoccupati giovani infine, molti non sono più in lista in quanto emigrati all’estero. Questo non è un successo del governo, semmai l’esatto opposto.
Immigrazione
Improvvisamente molti alti papaveri hanno cambiato rotta sul tema immigrazione.
Il governo e finanche il papa non si pronunciano più, anzi vengono sventolati come vittorie i cali degli sbarchi, mentre non ricordo quale vescovo ha detto che accoglienza certo, ma per prima cosa bisogna rispettare la legge.
Perfino il M5S che tempo addietro aveva votato sia per l’abolizione del reato di clandestinità che per il rifinanziamento delle ONG adesso ha cambiato rotta.
Ma questo tipo di politica contro l’accoglienza indiscriminata, non era prerogativa di quel razzista di Salvini?
E così da un giorno all’altro, le stesse televisioni che per almeno quattro anni ci hanno propinato le prediche boldriniane sull’accoglienza e si soffermavano lacrimevolmente sulle (rare) donne che sbarcavano, hanno cambiato registro.
I poveri “disperati che fuggono da terre martoriate dalle guerre” o dalla miseria e dalla fame (ed a vederli, proprio non si direbbe), i futuri “pagatori delle nostre pensioni” dei quali abbiamo tanto bisogno, sono diventati tutto ad un tratto dei clandestini che non possiamo accogliere.
Tutto questo perché?
Semplice, le votazioni si avvicinano e si cerca di far dimenticare una situazione potenzialmente dannosa per l’esito elettorale.
Quindi mi chiedo perché per ben quattro anni ci hanno fatto subire questa invasione senza muovere un dito; perché continuavano a raccontarci la favoletta che nulla si poteva fare per arginare la marea umana che ci stava sommergendo, mentre adesso in quattro e quattr’otto ci stanno riuscendo (come del resto avevano fatto a maggio in occasione del G7 a Taormina); chi sta orchestrando tutta questa manovra e per quale motivo; che credibilità può avere una sinistra che, pur di mantenere il potere, cambia repentinamente indirizzo politico.
Ci prendono e trattano da imbecilli, cui si può raccontare che quello che ieri era nero oggi invece è di un bianco immacolato, nella logica tanto irrisa da Guareschi del “Contrordine, compagni”.
Sono sicura solo di una cosa: che questa gente conta solo sulla memoria corta degli italiani: bastano pochi mesi andando controcorrente e, a elezioni vinte (anche grazie alle assunzioni ed ai rinnovi contrattuali fermi che stanno facendo da anni ed ora prossimi allo sblocco), riprendere tutto come prima.
crisi, tanto per cambiare
Si stava meglio quando tutti dicevano che si stava male e che ci trovavamo sull’orlo del baratro.
La disoccupazione con il governo Berlusconi era all’8,4%, mentre ora è al 12,4% ed il rapporto debito pubblico PIL era al 120 ed ora al 133,3…e qualcuno ha il coraggio di dire che siamo in via di ripresa.
Ci hanno depauperato, ci stanno anche togliendo vari servizi nonostante l’aumento delle tasse, ma l’unica impressione è che ci stiano invece pigliando per i fondelli.
L’INPS comunica che nei primi nove mesi di quest’anno le domande per ottenere il sussidio di disoccupazione sono state 1.431.627, con un incremento del 27,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Solo nel mese di settembre sono arrivate 116.002 domande di ASpI, 68.240 di mini ASpI e 377 domande di disoccupazione tra ordinaria e speciale edile. Per il 2014 le stime per l’occupazione volgono ancora al ribasso, in quanto il bonus fiscale per le imprese che assumono a tempo indeterminato si è rivelato un fallimento. Ovvio che un’azienda assuma solamente se ci sono commesse lavorative, quindi anche logico che la prima cosa da abbattere siano i costi.
Quello che preoccupa maggiormente invece è il clima inflattivo. Squinzi l’ha detto chiaramente: l’IVA è aumentata e l’inflazione è diminuita, questo significa che l’Italia è in deflazione. http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-a9f55705-3211-4dd8-a0ef-36a57f60e073.html
Molti si meraviglieranno della stabilità se non addirittura della diminuzione di certi prezzi nonostante l’aumento dell’IVA, e trarranno la conclusione che diminuendo i prezzi aumentino i consumi, facendo così migliorare l’economia che dovrebbe riprendere a girare. Invece è un errore madornale: i commercianti abbassano i prezzi perché nessuno compera più, ma il calo dei prezzi altro non è che la conferma del calo delle vendite e quindi della produzione, con conseguente riduzione dei posti di lavoro. I senza lavoro acquisteranno sempre meno…e così via. Una spirale perversa già avvenuta in America negli anni ’30, la Grande Depressione.
La cosa più urgente per rilanciare l’economia è proprio una sostanziale diminuzione del carico fiscale, iniziando proprio dall’IRAP che disincentiva al massimo le assunzioni, in quanto più dipendenti uno ha, più paga.
Inoltre c’è il cappio del rapporto tra deficit pubblico e PIL che ci sta letteralmente strangolando. Lo stesso Prodi ha velatamente ammesso che i parametri di Maastrich non sono congrui
e che bisognerebbe riformulare alcuni criteri di valutazione. Sembrerebbe logico dire “non è mai troppo tardi” per ammettere i propri errori, ma fino ad ora certi cosiddetti economisti hanno fatto solamente il gioco della Germania, accettandone tutte le condizioni.
Certo che pure noi ci mettiamo del nostro, con una deficit elefantiaco, ed è su quello che bisogna agire principalmente, tagliando le spese improduttive…ma ogni volta ci si scontra con varie lobby che hanno tutto l’interesse che le cose rimangano come ora.
la colpa non è sua…
Di chi è la colpa? Dello spread alto, lo sanno tutti, era di Berlusconi, anche se dopo l’insediamento di Monti, dopo un piccolo, iniziale calo, era salito vertiginosamente. Adesso lo spread si è assestato su livelli medio-alti, sufficienti a tener un po’ più bassi gli interessi dei titoli di stato, però ci sono altri parametri preoccupanti. E che ci dice il nostro caro leader? che i fenomeni negativi (leggi disoccupazione, cali dei consumi, recessione) non sono da addebitare alle politiche economiche del governo, mentre l’iniziale piccolo calo dello spread era tutto merito suo. Allora il bocconiano ci prende per fessi. I conti della serva son presto fatti: come ho già scritto tempo fa, chi vuoi che investa in un paese tartassato e stratassato come il nostro? Perché tante aziende potenzialmente sane chiudono e delocalizzano all’estero? E la conseguenza non è forse il calo della produzione con conseguente aumento della disoccupazione? In un anno di governo Monti la disoccupazione è aumentata di 2,3 punti, pari a 600mila persone… E il trend va peggiorando. Certo che il numero dei senza lavoro è aumentato in tutta l’Eurozona, ma qui le cifre denotano uno stato tragico.
Ma il guru esterna :
– Se l’attuale governo avesse voluto far sì che oggi le cifre sulla disoccupazione e sulla recessione si presentassero un po’ meno negative avrebbe dovuto, con equilibrismi insostenibili, fare un surfing protratto sulla cresta dell onda illusoria e questi problemi si sarebbero presentati ancora maggiori.-
Tutti ad applaudire le pillole di saggezza, ma sfido chiunque a spiegare chiaramente il senso della frase…
Ma l’importante è la salute, anche se il premier ci dice che il peso del servizio sanitario è ormai insostenibile. Del resto, staremo tutti meglio. Pochi soldi da spendere in tabacchi, ristoranti e carburanti significano un livello di vita più sano, con maggior movimento a piedi quindi con minori effetti deleteri su colesterolo, obesità, glicemia, malattie cardiocircolatorie e polmonari.
C’è solo un appunto… Camperemo più a lungo, ma godremo più a lungo della pensione. Urge trovare rimedio, tipo l’eliminazione forzata al compimento dei 75 anni!
baratro e tunnel
Monti l’altro giorno ci ha detto che si comincia a intravvedere un po’ di luce alla fine del tunnel. Sicuro? Il giorno seguente, leggendo i dati sull’occupazione, io ci vedo invece un baratro nel quale stiamo sprofondando.
Un sacco di aziende chiudono o delocalizzano. Calzedonia ed Omsa si sono trasferite in Bulgaria e Serbia, Benetton e Stefanel in Croazia, Dainese è fuggita in Tunisia, Rossignol in Romania, la Geox si sdoppia tra Brasile e Vietnam, Acrimo e Bialetti producono ora in Cina, Ducati energia ha scelto l’India e la Croazia.
Senza contare le aziende che hanno dovuto chiudere i battenti, come Italcementi e Alcoa. L’ultima della serie è la Richard Ginori, cui si aggiungerà per questioni di sicurezza l’ILVA (*) di Taranto e, di conseguenza, anche l’indotto e l’ILVA di Genova. Anche la FIAT fa assemblare all’estero le sue 500L tra pochi giorni in vendita, ma questo solo perché i dipendenti torinesi si sono rifiutati di firmare l’accordo per le ore straordinarie relative al solo assemblaggio (erroneamente, molti giornali hanno parlato di “produzione”, che resta invece a Mirafiori).
Pure il settore dell’edilizia registra un calo di manodopera stimato in 25 mila unità.
L’unica che va controcorrente sembra essere la comasca Saati che, a fronte di nuove commesse pervenute dall’estero, non ha cercato lavoratori precari, ma ha preferito assumere operai ultracinquantenni disoccupati ma con la voglia di rimettersi in gioco e con grande professionalità ed esperienza.
E intanto Monti, con il cappello in mano, gira come un commesso viaggiatore, cercando sponsor cinesi o americani che vogliano investire nel nostro paese. Ma fino a che la legge sul lavoro non verrà cambiata e la tassazione resterà così alta, saremo sempre poco credibili.
E i posti di lavoro persi diventano sempre di più, 70 mila posti di lavoro spariti dall’inizio del suo mandato, 29mila nei soli mesi di maggio e giugno, donne e giovani soprattutto, fino a raggiungere il 10,8% di disoccupati, il numero massimo dal 2004, senza contare poi gli “inattivi”, che nemmeno si mettono più alla ricerca di lavoro perché ritengono che non riuscirebbero a trovarlo. Tutti costi, di cassa integrazione, di disoccupazione e di indennità varie, che vanno a gravare sempre più sulla collettività ancora attiva.
(*) Lavoro o salute? Non vorrei dovermi trovare a scegliere. Di primo acchito viene senza dubbio di scegliere la salute, poi però penso ai 12mila operai dell’ILVA ed agli altri 8mila dell’indotto, 2012 mila persone, anzi famiglie, che all’improvviso si trovano senza lavoro, in un Sud già così carente di posti…
Cosa ne pensate?