Diritti sí, però…
Tutti pensano ai diritti delle coppie omosessuali. Giustissimo concedere loro determinate cose, come il subentro nel contratto di affitto, l’assistenza ospedaliera ed altro, comunque ho una perplessità quando si parla di adozioni: ai diritti dei bambini chi ci pensa? Chi stabilisce cosa sia meglio per loro? L’ennesimo giudice? I soliti assistenti sociali che spesso hanno toppato alla grande togliendo figli a genitori normalissimi in base a semplici supposizioni?
Tanti obiettano che ci sono casi di cattive famiglie pure tra gli eterosessuali: verissimo, ed è in questi casi che dovrebbero intervenire gli assistenti sociali. Guarda caso, se ne accorgono solo quando ormai è troppo tardi, ed i piccoli hanno già subito traumi a volte irreversibili. Mai che riescano a prevenire brutti fatti di maltrattamenti, sevizie o violenze, anche se spesso i segnali sono sotto gli occhi di tutti.
È che i bambini non hanno assolutamente voce in capitolo, troppo piccoli per esprimere un’opinione o per poter operare una scelta, spesso influenzati dagli adulti nelle loro deposizioni quando vengono interrogati.
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Inviato dal Veloce promemoria
Regole
Ci sono due recenti avvenimenti che a prima vista appaiono lontanissimi, ma in realtà sono assai simili. Parlo del ragazzo allontanato dalla scuola per via dei numerosi piercing e del monsignore polacco che ha pubblicamente espresso la sua omosessualità e presentato alla stampa il suo “fidanzato”. Cos’hanno in comune? Il disprezzo delle regole. Nessuno vuole impedire allo studente di infilzarsi lobi delle orecchie ed altre parti del corpo con spilloni o altro, come nessuno vuole impedire al monsignore di vivere come crede la propria sessualità. Il fatto è che PRIMA c’erano delle regole che sono state disattese. La scuola ha dei regolamenti in tema di comportamento ed abbigliamento che vanno letti e rispettati, così come la chiesa proibisce ai propri ministri di intrattenere delle relazioni sentimentali (che poi l’oggetto fosse un altro uomo è relativo). Se già dall’inizio si sa che ci sono determinati principi da seguire, o ci si adegua ad essi oppure si fa una scelta differente. Non ha importanza che talvolta certe disposizioni appaiano anacronistiche oppure sbagliate:ci sono, e devono essere seguite. Semmai in seguito si”combatterà” per cambiarle. È che ormai in questa nostra società si sente parlare esclusivamente di DIRITTI e quasi mai dei DOVERI, e tra questi ultimi anche quelli di attenersi a determinate norme.
Gay e diritti
Non discuto il diritto degli omosessuali ad avere dei legami affettivi.
Non discuto nemmeno del diritto di ottenere una parificazione dei diritti e dei doveri come in una qualsiasi unione, sancita o meno dalla legge.
In fondo anche il matrimonio è un contratto e le unioni civili potrebbero essere equiparate ad esso. Avevo già espresso che per gli omosessuali che non si prestano alle carnevalate tipo gay pride ho il massimo rispetto. Del resto non mi piacciono nemmeno le esibizioni delle Femen con le tette di fuori (che magari piacciono ai signori uomini 🙂 ),
o le ostentazioni fatte sul palco da talune cantanti.
Però contesto l’opinione di far passare per “naturali” questi legami.
La natura, perché di questo si tratta, ha differenziato i due sessi per un unico scopo: la procreazione per la salvaguardia della specie, e poiché non siamo esseri con riproduzione unisessuale o asessuale come certe piante o animali allo stato inferiore, mi rifiuto di considerare “secondo natura” certe unioni.
Del resto, ad onta di talune aperture recentemente verificatesi nella Chiesa – certo, anche gli omosessuali sono persone, ed hanno diritto alla comprensione, però i dettami della religione sono di tutt’altra tempra – anche taluni omosessuali si sono scagliati contro la rilevanza mediatica che sta ottenendo la questione, probabilmente per mascherare i problemi assai più gravi che stanno affliggendo il nostro paese.
Ne ha scritto esaustivamente nel suo blog Nino Spirli, omosessuale dichiarato (autore del “Diario di una vecchia checca”) che si esprime con frasi piuttosto crude e taglienti
http://blog.ilgiornale.it/spirli/2014/10/21/basta-gay-in-prima-pagina/
come pure ne ha parlato in una intervista Paolo Poli, del medesimo avviso, in quanto in un passaggio dell’intervista dice chiaramente che molti politici (sindaci in primis), cercano solamente consenso e voti…il resto è tutta fuffa.
http://www.lettera43.it/cronaca/nozze-gay-paolo-poli-una-rottura_43675144907.htm
Ambedue, Spirli e Poli, dicono chiaramente che questa presa di posizione, da parte di una minoranza poi, non fa altro che esacerbare la questione e “rompere le scatole” anche agli eterosessuali più pazienti…
Domenica 12 giugno
Mi ritengo una persona “di altri tempi”, ed appartengo quindi a quella “vecchia scuola” che considera il voto non solo un diritto, ma anche un dovere, in una società dove ormai di doveri non parla più nessuno.
Domenica quindi andrò a votare, pur non esistendo l’obbligatorietà per questo tipo di consultazione.
Andrò a votare anche se considero il referendum abrogativo col quorum un bluff istituzionalizzato, come ho scritto nel post “Il popolo sovrano”.
Andrò a votare, anche con idee controcorrente rispetto ad altre persone, attirandomi la disapprovazione di tanti: NO secco su un paio di referendum, sugli altri ci sto ancora ragionando sopra, cercando di informarmi sempre di più, perplessa quanto non mai, perché mi rendo conto che si sta tramutando tutto in una valutazione che nulla ha a che fare con la politica, confusa per le giravolte di alcuni nostri rappresentanti, vedi il comportamento di Pierluigi Bersani ed Antonio Di Pietro sull’acqua, una volta ambedue favorevoli alle privatizzazioni (vedi il decretone del 2006 a firma loro, unitamente ai Romano Prodi e a Linda Lanzillotta) ed ora fermamente contrari. Ah, a proposito, anche l’informazione qui è in parte distorta. Non è che venga privatizzata l’acqua in se stessa, ma la rete idrica ossia quelli volgarmente detti tubi, pieni di falle, rete già in parte privatizzata. E dove è stata privatizzata le tubature non perdono, contrariamente alle altre parti.
Il nucleare? Il governo aveva già rinunciato al progetto con la moratoria, la Consulta ha deciso diversamente e si va a votare se abrogare una legge già abrogata di fatto. Mah! Comunque mi consola il fatto che anche nella Consulta stessa c’erano stati forti dubbi.
Sul nucleare avevo già espresso, in una risposta a Gina, il mio parere: sarà un voto “emozionale”, (come a suo tempo dopo la tragedia di Chernobyl del 1986 ed il successivo referendum del 1987) dovuto al recente disastro di Fukushima, ma consideriamo che i maggiori danni sono stati causati dalle ondate dello tsunami e non dal terremoto, mentre le altre centrali più interne in Giappone, zona altamente sismica, molto più dell’Italia, sono rimaste integre.
Che senso ha votare contro il nucleare quando siamo circondati da questo tipo di centrali per acquistare poi energia nucleare dai paesi confinanti?
Il Belgio ha 7 centrali, la Francia 58, la Germania 17, la Gran Bretagna 19, la Russia 32 più altre 11 in costruzione, la Slovenia 1, la Spagna 8, la Svizzera 5. In Svezia nel 1980, su proposta dei Verdi, avevano deciso di disinstallarle tutte, ma fino ad oggi, dop ben 31 anni, solo una è stata chiusa, perché troppo vecchia.
La politica energetica dei Verdi, ereditata da SeL, è pressoché fallita.
Nel 1980 l’energia solare era pari al 22%, ora è scesa al 18%.
Legambiente aveva promesso che l’energia eolica nei 10 anni successivi al 1987 sarebbe aumentata almeno fino al 10%, in realtà al tutt’oggi è pari allo 0,004%, e contribuisce solo per il 2% ai nostri consumi, deturpando inoltre i nostri paesaggi. Il fotovoltaico avrebbe un senso, dato che il nostro è un paese ricco di sole,ma solo se applicato in modo intelligente, ponendo i pannelli su tetti di fabbricati o lungo i guard-rails delle autostrade, non installandoli nelle campagne, sottraendo terreni agricoli.
Nel frattempo l’energia da fonte nucleare è passata dai 700 Twh (Terawatt) del 1980 ai 1900 TWh del 1990 ai 2700 TWh del 2010.
Con l’energia tradizionale saremmo sempre ostaggio dei fornitori di petrolio, anche quello in fase di esaurimento, e delle sue oscillazioni di prezzo. E non è che il petrolio non inquini…tutt’altro.
Legittimo impedimento? Anche qui ho forti dubbi. Non vedo perché, in caso di IMPEGNO ISTITUZIONALE, debba obbligarsi qualcuno a presentarsi comunque in tribunale…ci devo ragionare ancora sopra..vedremo. Forse la notte porterà consiglio, anche se una piccola idea già ce l’ho. Resta la faccenda delle tariffe dell’acqua, ma in quello probabilmente ci metterà comunque lo zampino la comunità europea…
Per me comunque non sono questi i problemi più gravi che ci affliggono… Ed anche questi referendum mi ricordano tanto il Panem et circenses per distrarre la gente da questioni molto più gravi….
Cosa ne pensate?