La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Due di picche

In campo internazionale non contiamo un accidente, alla faccia della “sobrietà” del premier che avrebbe dovuto risolvere tutti i nostri guai.

Lo si è visto nella questione del ragazzo cubano indagato per l’assassinio dei due anziani coniugi di Lignano Sabbiadoro : chissà se e quando riusciremo ad ottenerne l’estradizione. Non parlo poi del caso di Cesare Battisti, perché il solo nominarlo mi fa venire un travaso di bile, e dire che stiamo parlando del Brasile e non di una grande potenza internazionale. E’ seguito poi lo schiaffo che ci ha dato la Corte tedesca, che nega ogni responsabilità “soggettiva” degli indagati per quel che riguarda l’eccidio nazista di sant’Anna di Stazzema ed ha disposto l’archiviazione del caso. Certo, il presidente Napolitano ha protestato, ma nessuno gli ha dato retta, nonostante la sua autorevolezza.

Infine la faccenda dei due marò, dove l’India ci sta bellamente prendendo per il naso: da febbraio i nostri sono trattenuti laggiù (ora fortunatamente non più in carcere ma ai domiciliari presso un hotel) e la nostra diplomazia parla parla ma non fa nulla di concreto. Terzi “sembra” indignarsi, ma non fa nulla di concreto, mentre Di Paola (Difesa) esterna la sua fiducia nella magistratura indiana lasciando intendere che sì, anche in altre parti del mondo, Italia compresa, la giustizia ha tempi biblici.

Insomma, italiani, brava gente..dove bravi sta per buoni, e buoni sta per fessi….


Diplomazia

Stiamo diventando lo zerbino dell’Europa se non del mondo.

Il caso dell’ingegnere italiano Franco Lamolinara, ucciso assieme all’ostaggio britannico durante un blitz inglese (ferma restando la responsabilità primaria dei sequestratori nigeriani, fondamentalisti islamici), con l’informazione al nostro governo fatto pervenire (sembra) solo ad operazione già avvenuta, si aggiunge alle colpevoli negligenze nel caso dei due marò imprigionati dagli indiani.

Qui abbiamo fatto davvero la figura degli sprovveduti, i soli a cascare nella trappola, tra le quattro navi interpellate dopo la sparatoria con i pirati. L’unica ad opporsi allo sbarco e quindi all’imprigionamento dei due nostri connazionali è stata la Marina e, conseguentemente, il ministero della Difesa, mentre la Farnesina ha tentennato a lungo. Non si è immediatamente attivata quando gli indiani hanno inizialmente impedito ai nostri esperti di partecipare alle prove balistiche, poi invitati ma solo in veste di osservatori. Non si è imposta subito nella condanna al trasferimento in carcere dei due marò. Solo successivamente ha inviato due avvocati. Fortunatamente ieri si sono opposti allo sbarco, con un probabile successivo “sequestro” di un altro marò, ottenendo che questo venisse invece interrogato a bordo.

Tutto ciò manifesta i danni causati dall’inesperienza dei “tecnici” rispetto ai politici, i primi timorosi ed incapaci di farsi rispettare con fermezza in campo internazionale.