Democrazia
Bertolt Brecht, come è noto, era comunista, e fu spiacevolmente sorpreso quando nella DDR i moti operai vennero repressi con la forza, ma, pur comunista, era pur sempre uno che ragionava con la propria testa, e dileggiò le autorità comuniste con la seguente frase.
“Il comitato Centrale ha deciso: poiché il popolo non è d’accordo, bisogna nominare un nuovo popolo!” (*).
Questo per rispondere ai tanti che ancora adesso continuano a criticare la maggioranza che ha votato nel Regno Unito, sfottendo i vecchi ed anziani che si sono espressi massicciamente per il Brexit.
Tra i molti, anche un utente di Facebook che così si esprime:
Quindi, per questo signore, per poter votare sarebbe necessario essere in possesso di una laurea, magari conseguita a pieni voti, come lui si vanta poco prima, enunciando pure i suoi molti pregi ed incarichi… Che ne direbbe di tornare indietro, quando potevano essere eletti solamente coloro che potevano vantare un certo reddito in quanto NON VENIVANO ASSOLUTAMENTE PAGATI DALLO STATO? Magari togliamo pure il voto alle donne, notoriamente esseri inferiori.
Già, il popolino puzza e fa schifo, la democrazia è tale solo se non va in contrasto contro chi è già al potere, eletto da quei bifolchi con solo la terza media, quei bifolchi che hanno lavorato tutta una vita, mentre chi ha una laurea conseguita con 110 e lode e da sempre fa politica non ha mai lavorato un giorno in tutta la sua vita.
Ah, pure altri “illustri” personaggi si sono espressi contro un voto democratico, e tra questi anche personaggi già molto in avanti con l’età. Ricordiamo poi il tweet di Giovanna Melandri, in cui chiede di vietare il voto negli ultimi 18 anni di vita 😀 😀 😀 . Corro a comperarmi una sfera di cristallo per conoscere esattamente il giorno della mia morte, così saprò quando dovrò smettere di recarmi alle urne!
Dico ILLUSTRI, ma il significato è esattamente l’opposto.
(*) Ricordavo questa citazione, ma non esattamente. Ringrazio qui un amico che mi è stato d’aiuto nel ritrovarla. 🙂
Cornuti e mazziati
Leggo che l’altra sera a “Piazza pulita” molti concordavano sul fatto che destituire Gheddafi sia stato un grosso errore, ma che solo la Meloni ha ricordato che Berlusconi aveva osteggiato questo intervento, e fu poi costretto poi ad appoggiarlo da Napolitano che “voleva importare la democrazia in quel paese”.
Una grossa corbelleria, quell’intervento “umanitario”, (lo stesso Formigli, certamente non di destra, l’ha definito “una cazzata”) che continueremo a pagare per gli anni a venire, in termini di sicurezza e di minori rifornimenti di petrolio ed altri prodotti derivati. Ecco cosa succede a voler imporre la democrazia nei Paesi che sono stabili solo sotto una dittatura. Esimie teste di cavolo che non sanno valutare le conseguenze delle proprie azioni.
L’importare la democrazia in Libia fu opera principalmente di Obama cui si accodarono, per questioni economiche, i francesi si Sarcozy. Il contratto tra i francesi e la Libia stava cambiando a favore dell’Italia grazie a Maroni che, in cambio del blocco dei clandestini da parte del governo libico, aveva presentato un progetto di grandi opere in Libia che coinvolgeva lavoratori italiani e libici. Maroni consegnò ai libici anche sei motovedette affinché potessero meglio pattugliare le loro acque per contrastare le partenze dei clandestini. Così, finché Maroni fu ministro, e cioè per un altro anno, a Lampedusa non sbarcò quasi più nessuno.
Adesso però arrivano le “supposte”, e se di riflesso le prendono francesi ed americani, le più grosse spettano a noi, che dobbiamo far fronte ad una massiccia invasione, mentre alcuni dei nostri politici – due nomi a caso: Alfano e Gentiloni – ci dicono che l’unico pericolo è rappresentato dai foreign fighters.
Il popolo sovrano
Indipendentemente dalle mie idee sui quesiti referendari o dalla mia partecipazione o meno agli stessi, esprimo la mia opinione sul referendum come istituzione.
Dicono che questo sia la massima espressione della democrazia. In realtà non è vero, in quanto, affinchè il referendum possa essere ritenuto valido, è necessario che sia raggiunto il quorum del 50% +1 dei votanti.
Il ragionamento per il quale ritengo antidemocratico questo sistema è semplice.
Supponendo una popolazione di 100 persone, il quorum è di 51 votanti. Se dovessimo ammettere che si rechino a votare solo 49 persone e che tutte votino SI, la legge non verrebbe abrogata in quanto il quorum non è stato raggiunto. Mi si potrebbe obiettare che chi non ha votato sarebbe potuto equivalere ad un voto contrario, quindi 49 SI e 51 NO, e fino a qui ci siamo.
Ma, sempre per ipotesi, se si dovessero recare a votare 51 persone, quindi con un quorum valido, ne basterebbero solo 26 che votino sempre SI perché la legge venga abrogata, però aggiungendo ai 24 voti contrari i 50 astenuti, considerati negativi come nell’obiezione precedente, basta circa un quarto degli aventi diritto per abrogare una legge.
Allora, se la matematica non è un’opinione, 49 è maggiore di 26, ma anche 74 è maggiore di 51. Il porre un quorum ad un referendum abrogativo, cosa che non avviene nella vicina Confederazione Elvetica o negli Stati Uniti, non può fare altro che incentivare l’astensionismo come forma di boicottaggio dello stesso, vanificandone così la natura di vera espressione popolare. Quindi un referendum con il cosiddetto “quorum strutturale”, tutto è meno che espressione di una democrazia.
Alla faccia del popolo sovrano!
Democrazia
Russia, Kazakistan, Colombia, Tunisia, Arabia Saudita, Pakistan, Iran, Iraq, Serbia, Vietnam, Afghanistan, Venezuela, Filippine, Egitto, Sudan, Ucraina, Marocco, Cuba ed ovviamente Cina… Manca solo la Corea del Nord. Ecco l’elenco delle DEMOCRATICISSIME nazioni che diserteranno la consegna del premio Nobel al dissidente cinese Liu Xiaobao. Sono paesi nei quali manderei certi tipi nostrani che si riempiono tanto la bocca dicendo che in Italia non c’è democrazia!
Cosa ne pensate?