La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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spiegel_11083863_677214759090586_5090106760640226374_nLa riflessione oggi su “il Giornale” da parte di Alessandro Sallusti riprende quella sciagurata frase dello “Spiegel” tedesco che, in occasione del disastro della Concordia, scrisse che “Uno come Schettino non può che essere italiano”, e che la tragedia era prevedibile in quanto un comandante tedesco o britannico non avrebbe mai abbandonato la nave ed i suoi passeggeri.

Italiani “maschi bravi, capaci di parlare con le dita e con le mani, in principio gente incapace di fare del male, ma bisognerebbe tenerli lontani da macchinari pesanti e sensibili, come si vede”.

Ora, vedendo il sistema scelto da Lubitz per suicidarsi, bisognerebbe pensare altrettanto dei tedeschi?

Giustamente Sallusti commenta che a fronte di un incosciente come Schettino c’era un altro comandante italiano che gli intimava di tornare a bordo, così come a fronte di un lucido suicida cone Lubitz c’era un altro pilota tedesco che ha tentato di tutto per riprendere in mano la situazione, ed è l’unica cosa sulla quale concordo con il direttore de “il Giornale”.

Nei titoli e negli articoli giornalistici trapela purtroppo una certa soddisfazione: soddisfazione allora che il comandante della nave fosse italiano, soddisfazione oggi che il copilota fosse tedesco, ma è fuori di luogo e molto amaro parlare di soddisfazione quando di mezzo ci sono tante vittime innocenti.

Inoltre il paragone tra i due avvenimenti  è poco consono: l’unico appunto forse lo si può fare alle due compagnie (Costa e Germanwings) per aver messo ai comandi la prima un irresponsabile, la seconda un uomo quasi certamente malato psichico senza aver prima eseguito i necessari controlli attitudinali e medici. Mi sta bene però che Sallusti abbia risposto per le rime allo Spiegel che già a suo tempo ci aveva etichettati TUTTI, come mangiaspaghetti mafiosi e pure razza inferiore.

Nel dubbio, cari amici tedeschi, meglio evitare di dare lezioni ed etichette agli altri.

 


Naufragio delle istituzioni

I morti accertati della Costa Concordia ormai sono arrivati ad 11, mentre i dispersi sono oltre 20, e fino ad oggi nessun rappresentante dello stato si è fatto vivo per omaggiare le vittime. Non dico Monti, occupato nei suoi colloqui a livello europeo, non dico Napolitano che sul fatto, stranamente, non ha detto una parola, non dico un qualche ministro in altre faccende affaccendato (l’unico che si è mosso è stato Clini, a Livorno, ma solo per il pericolo di danno ambientale), ma dai morti, dai naufraghi nemmeno uno straccio di sottosegretario…forse nei prossimi giorni, ad operazioni concluse?

Già, perché se muore un Rom, un Cinese un extracomunitario qualsiasi, ecco che i notabili vanno immediatamente a trovarli in ospedale perché loro sono dei poveretti e la nazione deve dimostrare la sua solidarietà, ma quelli che si recano in crociera sono invece ricchi o quantomeno benestanti, e non serve ricordare che oggi come oggi i ricchi si permettono lo yacht, mentre in crociera ci va anche il pizzicagnolo del negozio all’angolo o la coppietta in viaggio di nozze…

Intanto tutti invocano e rimpiangono san Guido (Bertolaso), ma pure lui avrebbe potuto fare ben poco con gli intoppi della legge 10/2011 che di fatto ha tolto pieni poteri al commissario sottoponendolo preventivamente al controllo del ministero dell’Economia e della Corte dei conti, quindi addio alla tempestività delle azioni; evidentemente conta maggiormente restare nei limiti di spesa di uno stanziamento di bilancio che salvare delle vite umane!