Il “2”
Che sbalzo in petto quando appare il “2”!
Imbocca flessuoso la curva
fila nel rettilineo a fianchi stretti
sbuca a sorpresa sotto la finestra
e sembra che salti la fermata,
poi s’arresta andando un poco lungo.
Scendono due persone, no solo una.
Scuote i capelli, attraversa la strada
sollevando l’ombrello: è una ragazza
una donna sui trenta
non sei tu.
Corrado Calabrò
Dipinto di Tito Fornasiero
Liaisons
Non è me che detesti
ma questo laccio così dolce e tenace.
Non è te che – forse – amo
ma questo laccio sottile e tenace
che ci strangola insieme, a occhi aperti.
Corrado Calabrò
Intervalli
Non esistono note
senza silenzi
treni senza stazioni
voli senza atterraggi
sogni senza risvegli
ispirazioni senza espirazioni
parole d’amore
senza spazi bianchi.
Corrado Calabrò
Trasloco
Ultimo giorno prima del trasloco;
è rimasto soltanto un divano
nel grande vuoto del seminterrato.
Sulla spalliera Pongo ha il pelo dritto;
l’ho dovuto chiudere nel bagno
quand’è venuto il nuovo proprietario.
Lì mordeva la porta disperato.
Sette città sette case ho cambiato
sette volte le cellule ho mutato
sette donne in amore ho abbandonato.
Nelle finestre a livello del prato
passano due testine incoronate.
Vengono in questo mese tutti gli anni
vengono in coppia le upupe regali.
Becchettano l’erba del prato
lui le porge ogni tanto un vermetto
emettendo un richiamo flautato,
risponde un verso corto e sospirato.
Esco in punta di piedi; altre volte
stando a distanza non le ho disturbate.
S’alza improvvisa una frotta di passeri
volano altrove le upupe allarmate.
Ultima notte nella casa vuota,
mi stendo sul divano con un plaid.
Le upupe in coppia se ne sono andate.
Chi sette volte una donna ha lasciato
non ha un presente ed ha perso il passato.
Corrado Calabrò
Luna blu – Perth 2001
No, non dirò: Attimo fermati !
solo rallenta un poco
rallenta un poco i battiti.
Enorme, blu,
non capita due volte nella vita
di vederla sospesa in mezzo al cielo;
di vederla e non crederla un miraggio.
No, non dirò stanotte come Faust:
Attimo, oh! Sei troppo bello, fermati!
ma prenderò ad occhi aperti un Dilatrend
per rallentare questa notte i battiti.
Corrado Calabrò
La scala di Jacob
Siamo portati su una scala mobile,
ne scorriamo i gradini stando fermi
fino a che rientra l’ultimo scalino.
Ti lascio, figlio, una scala di legno;
è una scala a pioli fatta a mano
eretta in verticale verso il cielo:
devi scalarla come un sesto grado.
Ogni gradiente ne genera un altro
perché è una scala che non può finire
finchè senti il bisogno di salire.
Corrado Calabrò
Cosa ne pensate?