Renato Vallanzasca
L’ultima discettazione di Michele Placido sul film di Checco Zalone, mi ha fatto pensare invece al suo film su Renato Vallanzasca.
Molti considerano la pellicola come l’esaltazione di un eroe negativo, che può solo stimolare l’emulazione in menti ancora giovani e malleabili. Personalmente non ho ancora visto il film e nemmeno credo che andrò a vederlo. Per me il “bel René”, rubacuori e sciupafemmine, resta comunque un bandito, rapinatore ed assassino.
Fin da ragazzo aveva già dimostrato una precoce tendenza a delinquere, fondando la banda della Comasina. Grazie a rapine e furti, riuscì così a permettersi uno stile di vita molto dispendioso, con auto e vestiti di lusso, sempre circondato da donne avvenenti.
Catturato una prima volta ed incarcerato, grazie ad un trasferimento in un ospedale, riuscì ad evadere, ricostituendo la banda, con la quale si dedicò nuovamente ad attività criminose, tra le quali rapine e sequestri di persona, comportanti però anche l’uccisione di varie persone, tra poliziotti e civili.
Trascorse così la sua esistenza, tra incarcerazioni ed evasioni, finché venne definitivamente imprigionato. Inizierà ad uscire solo nel 2010, godendo della semilibertà per recarsi al lavoro presso una cooperativa.
C’è però una cosa…contrariamente ad altri, Vallanzasca non ha mai invocato un movente “politico” per le sue malefatte, come recentemente Cesare Battisti, ed ha pure dichiarato
Questo non lo giustifica certamente, ma è sempre meglio del comportamento di tanti delinquenti che la fanno franca con cavilli vari e scusanti più o meno politiche e/o sociologiche….
Cosa ne pensate?