La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Clandestini

Quando era ancora Ministro dell’Interno, in uno dei suoi rari momenti di obiettività Alfano annunciò che in Africa c’erano centinaia di milioni di persone pronte ad imbarcarsi dalla Libia per arrivare in Europa e che c’era da aspettarsi un flusso di immigrati pari ad oltre centomila persone all’anno, previsione purtroppo non solo avverata, ma anche superata.
Tra gli immigrati che entrano clandestinamente nel nostro paese ci sono anche i cinesi. In quale modo entrino non lo so. Nessuno li va a prendere, nessuna nave li va a recuperare, nessuna ONG si muove per loro.
Perché?
Mi sorge un dubbio.
Forse perché i cinesi LAVORANO?
Tra di loro ci sono certamente casi di sfruttamento, però una volta pagato il loro debito li vedi subito aprire una piccola attività e lavorare indefessamente senza giorni di riposo.
Quindi, a parte all’inizio e tra connazionali, non gravano su nessuno e nessuno lucra su di loro.
Adesso poi non li si vede neppur più vendere cianfrusaglie per strada come accadeva anni fa, men che meno li si vede elemosinare.

Nessuno di loro è ospitato nei centri di accoglienza e quindi non sono a carico della nostra collettività.
Si potrebbe obiettare che la loro microeconomia manda in malora molti nostri esercizi ma resta sempre il fatto che non pesano sul nostro bilancio e molti italiani frequentano i loro bar, ristoranti, negozi di PC, parrucchieri, grandi magazzini, sartorie : tutto a prezzo ultraconcorrenziale, in quelle attività nelle quali si sono gettati a capofitto e lasciate libere da noi italiani. Mantengono le loro tradizioni, ma non cercano di imporcele.

CAPODANNO CINESE A MILANO IN VIA PAOLO SARPI (MATT CORNER, MILANO – 2013-02-10) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate – CAPODANNO CINESE A MILANO IN VIA PAOLO SARPI (MATT CORNER, MILANO – 2013-02-10) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate -> SAVOIA CATTANEO FARAVELLI

Certo dispiace ad esempio vedere l’AUMAi in piazzale Loreto al posto dell’UPIM, o piccole attività che prendono il posto di negozietti locali che erano là da una vita, però credo che pure gli italiani abbiano avuto la loro bella convenienza.


Per gli africani invece è esattamente l’opposto: le ONG ci guadagnano e c’è la corsa ad accaparrarsi una così lucrosa fonte di denaro.
I clandestini allora non sono tutti uguali.
Africani e nordafricani andiamo a prelevarli quasi fin sulle coste libiche.

Arrivano qui, non fanno un tubo, ci costano bei soldoni per ospitarli, vestirli, nutrirli, curarli, dotandoli di “mediatori culturali” e di servizi giuridici e, spesso, si lamentano ed inscenano proteste per cibo ed alloggio non confacenti alle loro pretese (nb: pretese, non “richieste”). Non contenti, stanchi di bighellonare per strada, tampinano la gente chiedendo lamentosamente soldi “per mangiare”, quando sanno benissimo che ci sono un sacco di associazioni umanitarie istituite allo scopo.
E non voglio menzionare i casi di violenze e stupri oltre al pericolo di radicalizzazione islamica.

C’è quindi molta differenza tra queste due categorie.
I cinesi magari evaderanno l’IVA, però molti si integrano bene e si danno da fare per rendersi autonomi. Tanto per dire, lo scorso anno a Bolzano scolastico i voti più alti all’esame di maturità li hanno presi studenti cinesi.

Gli uni che vogliono solo essere assistiti (a spese nostre, ovviamente), gli altri invece che si danno da fare attivamente.

Che c’entrino le ONG?

A pensar male spesso ci si azzecca.

 

 


Giallo Milanese

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No, non parlo dei libri gialli di Scerbanenco, di Crapanzano, di Olivieri o di Biondillo.

Parlo delle due società di calcio, ormai cinesi a tutti gli effetti.

Allora mi viene un dubbio: il prossimo derby, Milan ed Inter, lo giocheranno in via Paolo Sarpi?

(*) per i non milanesi: via Paolo Sarpi è la Chinatown meneghina


C’era un cinese…

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…in coma? no, in coDa, per votare per le primarie del PD.

Anzi, i cinesi erano davvero tanti!

Siamo all’ennesima farsa!

Ma loro…

“Votano Lenzi, pelché è un glande!”

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Capitale umano

Cosa penso di Virzì? 
Meglio non dirlo per non essere incriminata  per “lesa maestà” visto gli agganci di cui dispone.
Perché invece non fa un bel film sul “capitale umano cinese” della sua Toscana, specie in quel di Prato,  o su certi caporalati del sud?
Ma in tal caso forse non avrebbe avuto i finanziamenti statali pagati anche con i soldi di quegli “stronzi” di brianzoli. 
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Ipocrisie varie

Certo non si può restare indifferenti davanti alla morte di sette persone letteralmente imprigionate in uno “stabilimento” di Prato dove lavoravano anche 16 ore al giorno. È possibile che nessuno abbia mai fatto dei controlli preventivi? Le leggi sulla sicurezza del lavoro sono molto restrittive nella nostra nazione, come quelle sugli orari, però sembra che valgano solo per gli italiani, sottoposti regolarmente a varie verifiche. Ricordo una multa comminata al mio ente anni ed anni fa perché in un ufficio veniva ancora usata una vecchia sedia con solo quattro rotelle invece delle cinque previste dalla normativa. C’è poi la legge che impone l’assicurazione infortuni obbligatoria per chi utilizza qualsiasi strumento collegato alla rete elettrica, quindi anche una semplice calcolatrice: i cinesi utilizzavano senza dubbio macchine per cucire elettriche, ma dubito assai che fossero assicurati presso l’INAIL. In questo caso invece si sono tralasciate le più elementari norme per la salvaguardia della vita dei lavoratori, quali la presenza di uscite di sicurezza con la relativa mappa per le vie di fuga. Gli ispettori del lavoro che facevano? Dormivano? Gli assessori dell’amministrazione pratese, possibile che non si siano accorti di nulla? Lasciamo perdere che lavoravano in nero, che non pagano le tasse, che ci fanno concorrenza sleale: forse la vita di un cinese, anche se clandestino, vale meno di una di un italiano? Questa povera gente lavora senza tutele e senza dignità, ed adesso sindaci e sindacalisti con le facce tristi per la circostanza, presenzieranno ai funerali. Il massimo dell’ipocrisia!

La nostra beneamata ministra degli Esteri si preoccupa tanto dei “poveri” tifosi laziali coinvolti in una rissa in Polonia e trovati in possesso di vari “strumenti da taglio” (leggi “coltelli”). Prima il sindaco Marino le telefona (il telefono, la tua voce…è servito alla Cancellieri per il caso Ligresti; è servito a Napolitano, che però ha fatto distruggere le intercettazioni; è servito ai PM per registrare chilometri di nastro delle cavolate di Berlusconi…), poi lei, la ministra, si interessa di quei poveretti in stato di fermo perché qui in Italia puoi benissimo sfasciare tutto e non ti succede assolutamente nulla, mentre là non vanno tanto per il sottile:vai in galera e ci resti!

Altra ipocrisia!


Fiume Giallo

Se ne sono accorti anche qui a Bolzano…

Pian pianino i cinesi hanno iniziato, anni fa, ad “invadere” silenziosamente la città con i ristoranti. Poi sono passati ai bar, tanto che qui  ben150 sono gestiti da loro, se non addirittura di loro proprietà. Adesso, sono passati ai minimarket ed ai negozi di parrucchieri, tanto che in una strada di nemmeno un chilometro in una quindicina di giorni hanno aperto ben 4 esercizi di quest’ultima attività, con prezzi stracciatissimi ed orari continuati di almeno 12 ore, mettendo in allarme la locale Confcommercio che disapprova le innumerevoli licenze rilasciate loro.

Quando ancora anni fa parlavo di questo problema, rilevato ancora a Milano, mi sono sentita dare della razzista.

Personalmente i cinesi mi sono anche simpatici: gentili, sempre sorridenti, grandi lavoratori. Il problema è che non costituiscono un arricchimento della nostra società, ma rappresentano un elemento destabilizzante.

Rilevano a caro prezzo esercizi commerciali da gente del posto, assumono esclusivamente loro connazionali e vendono esclusivamente prodotti made in China, chissà poi se conformi alle nostre normative. Che poi i loro connazionali dipendenti siano o no in regola non dico con i permessi di soggiorno, ma con tutti gli altri provvedimenti assistenziali (contributi etc), questo è da vedere. Mentre in un bar o ristorante o supermercato “italiano” è abbastanza probabile vedere qualche lavoratore cinese, in quelli cinesi non si trova un dipendente italiano a pagarlo a peso d’oro! E dire che qui per adesso non ci sono ancora i saloni di massaggi che hanno invaso, da qualche mese, la città di Milano…


9 maggio…La Cina è vicina…

 

Avevo promesso a mio marito di regalargli l’ennesimo Stetson. Dopo il cappello nero e quello nocciola, ora è la volta di quello color panna. E dove acquistarlo se non da Melegari? Così piano piano, dalla via Farini siamo arrivati in via Paolo Sarpi…in piena Chinatown. E qui una gradevolissima sorpresa. Ci mancavamo da circa un anno, e la ricordavamo con un traffico caotico e piena di botteghe cinesi tipo discount, con merci accatastate disordinatamente in grossi scatoloni di cartone.

 

Adesso è completamente trasformata. Innanzitutto è diventata zona pedonale, con un bel passeggio di gente; poi è stata creata pure qui una ciclabile e, aboliti completamente i marciapiedi, sono state create delle aiuole verdi intervallate da filari di piante. Le botteghe disordinate, anche se sempre cinesi, sono diventati negozi piacevoli a vedersi. Tutto un altro mondo, in così poco tempo, anche se la zona è rimasta prettamente orientale… In più, da una parte all’altra della via, tantissimi fili dove sono appesi moltissime bandierine tricolori.

 

 

Negozi di abiti si alternano a quelli di articoli in pelle e di bigiotteria. Non mancano, naturalmente, i ristoranti, ma anche lavori di fine oreficeria o di suppellettili in giada ed avorio, lavorati con pazienza davvero cinese!

Melegari è sempre lo stesso, da non so quanti anni, mi sembra dati addirittura dal 1914. Un negozio dallo stile vecchiotto, su vari piani, scaffalature di legno, forme sempre di legno per la fabbricazione di cappelli artigianali in feltro e poi i reparti dei Borsalino e degli Stetson, passione del consorte, e che tra l’altro gli stanno pure bene e si integrano perfettamente con il pizzetto alla Kit Carson.


Cinesi

Sarebbero simpatici, ma sono troppi.All’inizio vendevano cianfrusaglie e vestiario di infima qualità, poi si sono appropriati di bar e ristoranti, adesso stanno aprendo dappertutto salono di massaggi (?), ben 3 solo nella nostra zona…il pericolo giallo incombe…

In via Paolo Sarpi ormai sono la maggioranza; la strada e quelle adiacenti si sono trasformate in una Chinatown di grandi dimensioni, e le botteghe degli orientali hanno ormai soppiantato tutte le piccole imprese artigiane che prima proliferavano (falegnami, fabbri, meccanici di biciclette, orafi, piccoli elettrodomestici), snaturando l’essenza stessa della città.

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