Congiuntamente
Ho letto che pure Maurizio Landini, nuovo segretario generale della CGIL, è caduto nella trappola del fantozziano “vadi, vadi lei”.
Probabilmente era il PIÙ MIGLIORE compagno di SQUOLA di Valeria Fedeli.
(Ma come parlano i sindacalisti?).
provocazione
La butto là , come provocazione…
Mario mi ha risposto: “Schifani dice che Monti ha fatto quello che ha potuto”. No, Monti ha fatto quello che hanno voluto i parlamentari che si son ben guardati dal toccare i loro privilegi… Mica hanno la sindrome del Tafazzi!
Quindi, se, calato dall’alto, si mette su un governo tecnico, che debba far accettare a TUTTI le restrizioni, bisognerebbe pure esautorare temporaneamente le camere. Oddio, l’ho detto…significa DITTATURA, lo so, ma perché dobbiamo essere soggetti all’altra dittatura, da noi “liberamente” scelta con le elezioni, di quei cialtroni che siedono sugli scranni e che non perdono occasione per ingrassare sempre di più con metodi legali e no? E che salvano oggi un De Gregorio per parare il didietro domani a Lusi e Penati?
Se le misure non sono state prese allora, è stato perché ci mettevano il becco i sindacati, un giorno sì e l’altro pure, (CGIL in testa) minacciando e facendo scioperi generali.
Non dimentichiamo inoltre che adesso Bersani accetta supinamente misure ancor peggiori di quelle proposte da Berlusconi, e che lui col suo PD avevano sempre bocciato.
All’inizio Monti ha proseguito sulla falsariga di Berlusconi, le cui manovre erano state comunque approvate in sede europea, poi la Merkel , lei sì dittatrice, ha imposto il pareggio di bilancio in tempi brevissimi, ed è successo il patatrac, ed il premier si è visto costretto a racimolare soldi (dai soliti noti) senza proporre sviluppo.
Abbiamo un mercato del lavoro ingessato, che non attira investimenti, ora con la tassazione ancora meno.
E nessuno cerca di mettere veramente mano a questo problema…parole, parole, parole, ma fatti non se ne vedono!
Predicare bene e razzolare moooolto male
É il primo sindacato, la Cgil, pronto a scendere nelle piazze contro le modifiche all’articolo 18. Ma non è tenuto a rispettarlo. E non lo rispetta, tanto che è nato addirittura un blog di denuncia dal titolo eloquente licenziatidallacgil.blogspot.it. Il cui comitato, nei giorni in cui il segretario generale, Susanna Camusso, trattava a palazzo Chigi sulla riforma del mercato del lavoro e annunciava 16 ore di sciopero per dire no alle «intollerabili modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori», scriveva: «Condividiamo pienamente e fortemente la posizione della Cgil sulla riforma del mercato del lavoro precisamente su due punti, licenziamenti discriminatori e licenziamenti disciplinari.

Nel contempo chiediamo alla Cgil di spiegarci perché questa posizione non vale per i suoi dipendenti e i suoi licenziati». La Cgil, così come tutti gli altri sindacati, è esentata dall’applicazione dell’articolo 18 nella parte in cui si prevede il reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento individuale senza giustificato motivo. La legge n. 108/1990 ha espressamente escluso le organizzazione di tendenza, connotate da una forte identità ideologica, ovvero «datori di lavoro non imprenditori che svolgono senza fini di lucro attività di natura politica, sindacale, culturale, di istruzione ovvero di religione o di culto».

Insomma, le stesse categorie escluse dal pagamento dell’Ici sugli immobili: fondazioni, enti religiosi, partiti, sindacati. E così dalla Camusso a Oliviero Diliberto, il segretario dei comunisti italiani ed ex ministro della giustizia che non ci ha pensato due volte a farsi foto con signora, e relativa maglietta sulla «Fornero al cimitero», può accadere che la battaglia per garantire i diritti dei lavoratori si faccia fuori dalle porte di casa propria. Intanto un altro caso di sdoppiamento di posizioni sta per scoppiare ed è quello sull’applicazione dell’articolo 18 anche ai dipendenti statali. Il ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ieri ha riaperto una partita che solo poche ore sembrava che il governo volesse chiudere. Nel corso di una conferenza ha affermato che sì, è necessario «creare quanto più possibile un’area comune» tra lavoro pubblico e privato e che il tema dei licenziamenti e della maggiore mobilità in uscita «probabilmente verrà portato al tavolo», quello già aperto su relazioni sindacali e contratti pubblici a Palazzo Vidoni. Patroni Griffi ha anche evidenziato però che si terrà conto di alcune peculiarità del pubblico, a partire da quelle costituzionali, ma la preclusione sugli statali non c’è. «Tale considerazione deve rafforzare le iniziative di contrasto e di lotta che il Comitato Direttivo nazionale della Cgil ha già deciso», commentava Nicola Nicolosi, segretario confederale della Cgil con delega al lavoro pubblico. «Basta disinformazione, nella scuola sono state già licenziate 130 mila persone con la manovra Tremonti e senza bisogno di ricorrere all’articolo 18», incalzava Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. «I licenziamenti in caso di esubero nel pubblico già si possono fare, non ci sono zone di privilegio», aggiungeva Giovanni Torluccio, segretario Uil funzione pubblica. Ma la slavina sembra ormai partita.
PENSIERINI
….maligni del giorno.
Napolitano esorta la CGIL ad agire nell’interesse del Paese… Ma non l’ha mai fatto quando al govermo c’era mr.B.
Forse perche’ Monti ed i suoi ce li ha imposti lui? Mah…mistero
Se si sbatte contro uno spigolo ci si fa male, ma incocciare in una spigola e’ assai peggio
Faccia tosta
Premesso che il cosiddetto “precariato” (al quale non sono pregiudizialmente contraria, anche se riconosco che abbisogna di serie modifiche) è figlio del “pacchetto Treu” – proposto durante il Governo Dini ed attuato dal Governo Prodi -, destinato ad accrescere, seppure temporaneamente, l’occupazione giovanile, viene da ridere vedere la CGIL in piazza, Camusso in testa, che denuncia il suddetto precariato sventolando lo striscione con la scritta “Il nostro tempo è adesso, la vita non aspetta”, senza considerare che proprio il giorno prima aveva avuto luogo una manifestazione di lavoratori/lavoratrici licenziati dal predetto sindacato, in parte per essersi opposti ad anni di lavoro in nero (bell’esempio!), al mobbing o addirittura ad avances di tipo sessuale. Pochi organi di stampa hanno dato rilevanza alla notizia della sospensione di tre dirigenti della sezione CGIL di Trento che avevano postato le storture sindacali su di un blog e per questa loro iniziativa sono stati sospesi. La CGIL ha comunicato che I casi di lavoratori licenziati erano solamente 6, ma in realtà sono molti, molti di più, come si evince dal link
http://licenziatidallacgil.blogspot.com/
LAVORO NERO, LAVORO IRREGOLARE, MOBBING, MOLESTIE, CONTRATTI ATIPICI, LICENZIAMENTI PER RAPPRESAGLIA E RITORSIONI, INTERMEDIAZIONE ILLEGITTIMA DI MANODOPERA. CE N’è QUANTO BASTA PER EVIDENZIARE CHE QUANTO AFFERMATO DALLA CGIL, CIOè TENTARE DI RIDIMENSIONARE UN FENOMENO ORMAI EVIDENTE E PURTROPPO LARGAMENTE DIFFUSO NELL’ORGANIZZAZIONE CON PALESI VIOLAZIONI DI DIRITTI DEL LAVORO E DELLA PERSONA NON Può TROVARE GIUSTIFICAZIONE ALCUNA IN FRASI DI CIRCOSTANZA O PEGGIO NEL TENTATIVO POLITICAMENTE POCO LUNGIMIRANTE DI NEGARLI. Per rendere ancora più visibile la nostra grave situazione e denunciare la violazione dei diritti nella cgil annunciamo sin da ora che da lunedì 11 04 11 DALLE ORE15 VERRA’ PROMOSSO INSIEME A TUTTE LE REALTA’ SOCIALI E SINDACALI CHE VORRANNO SOSTENERCI A MANTENERE UN PRESIDIO PERMANENTE davanti alla sede nazionale della cgil sita in corso d’Italia.
Mi chiedo allora perchè protestare ADESSO perchè al Governo c’è Berlusconi e non a suo tempo, quando al governo c’era Prodi. A pensar male magari si fa peccato ma ci si azzecca!
Cosa ne pensate?