La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Rock economy, che cavolo vuol dire?

Una risposta cumulativa…

Per Lezapp e Marchettino

Premetto che non volevo giudicare l’evento, ma l’eticità e l’opportunità dello stesso, quindi avrei qualcosa da dire anche su Mina che da decenni ormai, per questioni meramente economiche, è svizzera. Per quanto concerne i cantanti, beh, si giudicano sul campo e, a detta di molti giornali, Adriano di stecche ne ha fatte parecchie: una cosa è cantare sul palco, altra in sala di registrazione, e lo stesso potrebbe dirsi della divina Mina; sotto questo aspetto Celentano ha avuto più coraggio, affrontando il pubblico, perché in sala di registrazione, con il missaggio – spero che l’operazione si chiami così – si correggono tante pecche. Tornando allo spettacolo, non accetto di sottostare ai pistolotti di chi critica il progresso utilizzando i mezzi tecnici che il progresso stesso gli mette a disposizione; lo stesso per chi critica lo spreco e poi allestisce una scenografia a dir poco faraonica: o di chi antepone il tempo al lavoro, perché credo che sia valido il motto “Ubi labor, ibi uber”, ossia dove c’è lavoro, là c’è la prosperità. Certo, il tempo è importante e bisogna ritagliarsene per sé e per la famiglia, ma anche il lavoro ha la sua importanza. Quello che bisogna evitare invece è l’appiattimento del lavoro e far emergere la meritocrazia, che deve essere adeguatamente premiata, cosa che attualmente non viene fatto, e il considerare il profitto come la cosa primaria, perché ci sono tantissimi altri valori nella vita. Ma non accetto nemmeno il finto ecologismo di chi rimpiange la via Gluck ed il lavarsi nel cortile, mentre ora sguazza nella Jacuzzi.Vaglielo a dire a chi si lavava davvero in cortile, come i miei suoceri ad esempio, se non sono stati contenti di avere l’acqua corrente in casa. Come avevo scritto tempo addietro, anche se musicalmente meno bella della canzone di Celentano, considero emblematica la risposta che gli diede Giorgio Gaber…

E per quel che concerne l’osservazione di Mario, a me sarebbe bastato che Celentano avesse chiesto di partecipare al concerto per I terremotati emiliani, ma là sarebbe stato solamente uno fra i tanti e non l’unico….


Controsenso

 

Chi è più spudorato tra i due?

Mediaset che per fare audience, e con questo aumentare i profitti della rete con gli introiti pubblicitari, manda in onda il concerto di Celentano, oppure il cantante che dopo aver attaccato la televisione commerciale in tutti i modi (dato che quella pubblica – un po’ per il cachet ritenuto troppo alto, un po’ in seguito alle sue esternazioni su informazione e chiesa – non ne vuol più sapere di lui), accetta di andare in onda sulla stessa? Lo stesso Celentano che tiene predicozzi sull’economia seduto sopra i sacchi dei suoi denari e che ha sì venduto uno stock di biglietti ad un euro, ma c’è chi ne ha sborsato anche 165, che fa il populista, però con questi due passaggi ci guadagna una barca di soldi tra vendita di dischi e diritti televisivi. Che guadagni mi sta anche bene, ma che per favore ci risparmi le prediche… Si limiti a cantare, quello lo sa far bene… (Ofelé, fa e l to mesté)…Ed auguri a chi lo guarderà questa sera.


la brava cittadina

Tra farfalline varie, una divagazione….

Sono una brava cittadina, o per lo meno cerco di esserlo, quindi tra le tante cose pago le tasse compreso quell’aberrazione del canone RAI. Aberrazione perche’ non e’ un corrispettivo per un servizio del quale usufruisco, ma un balzello per il solo fatto di possedere l’apparecchio televisivo.

La televisione, specie quella pubblica, non la guardo piu’, la privata nemmeno, e i programmi piu’ o meno recenti mi confortano in questa mia scelta. Allora perche’ chiamarmi “abbonata RAI”?

Se io mi abbono ad un quotidiano o ad un periodico, e’ perche’ ho intenzione di leggerlo, se io mi abbono ad una serie di spettacoli teatrali e’ perche’ voglio andare a vederli…

(abbonamento: pagamento anticipato di un servizio differito nel tempo del quale si intende usufruire) 


Quindi per favore non chiamatemi abbonata, ma contribuente, quanto volontaria non si sa, perche’ questa e’ davvero la tassa che evaderei piu’ volentieri, visto come vengono sperperati i nostri soldi, tra cavolate del guru e sgambettamenti a suon di musica di ex calciatori prestati sia alla politica che alla velina di turno.

Quello che piu’ mi disturba e’ lo spreco di denaro pubblico. Quell’enormita’ di soldi spesi in cachet di personaggi che definire mediocri e’ poco, specialmente se destinata ad un emerito ignorante per sparare le sue cavolate galattiche. Che poi il tizio in questione le destini in beneficenza poco importa, perche’ escono dalle nostre tasche, e non vorrei che detta beneficenza faccia la fine di quella tanto sbandierata da Roberto “Bischero” Benigni, che strombazzo’ di destinare una cospicua cifra all’ospedale Meyer di Firenze che, dopo un anno, non ha ancora visto un euro che sia uno dei 250.000 promessi dal pagliaccio.

Lo spazio e la pubblicita’ che vengono dati a certi personaggi e’ semplicemente scandaloso… E pensare che, a suo tempo, Beppe Grillo venne allontanato dalla Rai per molto meno!



il guru

Ma chi ¢@##o crede di essere?

Faccio la solita, doverosa premessa che sono anni che non seguo il festival perché tanto vincono i predestinati con testi di una piaggeria inusitata (incluso il Vecchioni dello scorso anno), ma che mi limito a leggere le recensioni dei giornali e le notizie ANSA.

Ecco che tanto per cambiare ci propinano il solito guru, che questa volta chiede addirittura la chiusura di due giornali cattolici, Avvenire e Famiglia Cristiana. Il primo non l’ho mai letto, del secondo conosco solo alcune esternazioni del suo direttore, don Sciortino. E’ un settimanale che non mi piace, ma non per questo ne domanderei la chiusura, perche’ c’è sempre una fetta di gente che lo segue. Invece il guru ne esige la chiusura con la motivazione che non parlano piu’ di religione ma di politica, e si scaglia anche contro i preti perché invece di parlare di Dio, osano parlare di politica e non sono mica come don Gallo che sta dalla parte degli ultimi.

Ed e’ qui che mi salta la mosca al naso.

Don Gallo starà anche dalla parte degli ultimi, ma non ditemi che non fa politica!

Appena intervistato su “la 7”, ha detto:

– che era stato invitato a Sanremo, dove gli sarebbe piaciuto cantare l’Internazionale (e che è? Un canto liturgico?);

-ha benedetto la manifestazione NoTav dicendo che era per una resistenza “democratica e rivoluzionaria”;

– ha manifestato contro una centrale a carbone a Vado Ligure (pregate pure al freddo, miei cari);

– ha festeggiato la vittoria del suo candidato Doria alle primarie di Genova, come precedentemente aveva sostenuto Pisapia;

– lo scorso 25 aprile su un palco assieme a Gino Paoli aveva cantato Bandiera Rossa…

e questo sarebbe un prete che secondo il guru non fa politica?

Ma forse Celentano lo difende perche’ don Gallo e’ uno dei pochi che non ha trovato da ridire sul suo cahet… (vabbe’ che il cachet sara’ anche andato in beneficenza, ma che bella pubblicita’ gratuita al suo ultimo album, cantandone alcuni brani!).

Ma ecco alcune simpatiche similitudini tra due personaggi, trovate da Marcello Veneziani:

Hanno superato i 70 anni;

hanno pochi capelli;

sguazzano nei soldi;

risiedono in megaville con parco e piscine;

hanno sposato delle belle donne che una volta facevano le attrici;

un tempo suonavano la chitarra;

a volte cantano ancora;

si credono Dio;

fanno i piacioni;

vogliono dettare legge in TV.

Riconosciuti i due personaggi?