Pilloline
Landini qualche giorno fa criticava la classe operaia perché adesso non vota più a sinistra ma vota Lega o Fratelli d’Italia.
Ricordo gli anni della contestazione: allora la sinistra a Sant’Ambrogio si ritrovava in piazza della Scala per imbrattare con uova o vernice le pellicce e gli smoking degli “sciuri ” che presenziavano alla prima.
Adesso chi vota a sinistra è parte integrante del sistema politico e/o finanziario, costituito dalle persone che possono permettersi di pagare il biglietto per la Scala sborsando fino a 2.500 euro a cranio ed indossare le toilettes più costose ed eleganti, quindi è in questo contesto che si può collocare l’applauso al presidente Mattarella.
Maurizio Cattelan ha fatto la sua ennesima provocazione: la famosa banana attaccata alla parete con il nastro adesivo. Un acquirente è arrivato a sborsare 120mila dollari per accaparrarsi l’opera, dal titolo “Comedian”, poi però è arrivato un altro artista, un certo David Datuna (a me sconosciuto), che ha staccato la banana dal muro e se l’è pappata tranquillamente. Non so quanto ci sia di artistico nelle due performance: senza dubbio sarà un mio limite. Io mi limito ad osservare le banane sul banco del fruttivendolo, e neppure le compero perché non mi piacciono.
Milano 21 settembre
Ieri siamo passati per piazza Affari…no non per controllare l’andamento della Borsa, ma per vedere l’opera (?) di Cattelan, il famoso dito medio alzato (mai così adeguato come in questo periodo!).
In questi giorni il Comune deve decidere se accettare la donazione dell’artista, che però pretende che la scultura resti in quella sede, oppure rinunciarci…che dilemma, come se questo rientri tra le priorità dei cittadini, e questa è un’opinione bipartisan, sia da parte di Carmela Rozza, PD, (che l’ha definita questione stucchevole) che di Carlo Masseroli, PDL(meglio scegliere argomenti più utili alla città) e di Matteo Salvini, LN, (che ce ne frega, le esigenze sono altre).
L’assessore all’urbanistica Lucia De Cesaris invece ne fa una questione di soldi, “accettiamola e teniamola lì, non so quanto costa rimuoverla”.
L’assessore alla Cultura Boeri (il candidato PD alle primarie a suo tempo trombato da Pisapia), ha detto che accettare la donazione “significa acquisire un’importante opera di un artista internazionale, ma soprattutto accettare un’immagine che ci fa riflettere sull’idea di scultura sociale e che in quel luogo, proprio in quel luogo, produce reazioni, disagio, emozione, attrazione come forse dovrebbe fare ogni monumento contemporaneo. Rifiutarla significa capire e rispettare la sensibilità di chi – soprattutto nel mondo della Finanza – si sente offeso e turbato da una presenza potente, acida, ingombrante”… Parole, parole, parole…
Ah, a proposito, l’opera si intitola “Love”.
Meglio, molto meglio gli ottanta elefantini di cui ho parlato l’altro giorno, che oltretutto verranno messi all’asta ed il ricavato della cui vendita verrà equamente diviso tra the Asian Elephant Foundation e Telethon…
Cosa ne pensate?