Allo specchio
“Chi guarda in uno specchio d’acqua, inizialmente vede la propria immagine. Chi guarda se stesso, rischia di incontrare se stesso. Lo specchio non lusinga, mostra diligentemente ciò che riflette, cioè quella faccia che non mostriamo mai al mondo perché la nascondiamo dietro il personaggio, la maschera dell’attore. Questa è la prima prova di coraggio nel percorso interiore. Una prova che basta a spaventare la maggior parte delle persone, perché l’incontro con se stessi appartiene a quelle cose spiacevoli che si evitano fino a quando si può proiettare il negativo sull’ambiente.”
Carl Gustav Jung
La luna nel secchio
Non portarti dietro i tuoi pensieri, la tua conoscenza, non portarti dietro niente di ciò che riempie il secchio, e che non è altro che acqua, perché altrimenti guarderai sempre e solo il riflesso, e nient’altro.
Nella ricchezza, nei beni materiali, nella casa, nell’automobile, nel prestigio, tu non vedrai che il riflesso della luna piena nell’acqua del secchio, mentre la luna vera è li, in alto, che ti aspetta da sempre.
Lascia cadere il secchio, cosi che l’acqua sfugga via, e con essa la luna.
Solo questo ti permetterà di alzare lo sguardo e vedere la vera luna nel cielo; ma prima devi avere conosciuto il sapore del vuoto, devi lasciar cadere il secchio della tua mente, dei tuoi pensieri: non più acqua, né luna.
Il vuoto nelle mani.
Carl Gustav Jung – Libro rosso
Andare via
Non trattenere chi si allontana da te. Perché così non arriverà chi desidera avvicinarsi.
Carl Gustav Jung
Non sono venuto per salutare
che io non lo conosco
il tono giusto del saluto
e nemmeno le parole
per la circostanza
e dove mettere le mani
dove guardare
quale muro della stanza
guardare
non sono venuto per salutare
non sono venuto per salutare
perché io non lo capisco
il tempo giusto del saluto
che trova le parole
e toglie la distanza
e poi libera le mani
lascia guardare
di là del muro di una stanza
guardare
non sono venuto per salutare
non torneremo mai
sui nostri passi mai
non ci sarà più posto
neanche di nascosto
nei giorni andati mai
non torneremo più
o solo a ricordare
che il tempo del ricordo
è il tempo del ritardo
e non fa ritornare
lasciami andare
non sono venuto per salutare
però adesso lo riconosco
il tono giusto del saluto
e conosco le parole
per la circostanza
e posso stringere le mani
e riesco a guardare
qualunque muro di una stanza
guardare…
non torneremo mai…
Solitudine
Da bambino sentivo di essere solo, e lo sono ancora oggi, perché conosco cose e debbo riferirmi a cose delle quali gli altri apparentemente non conoscono nulla, e per lo più nemmeno vogliono conoscere nulla.
La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno, ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti, o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inammissibili.
La solitudine cominciò con le esperienze dei miei primi sogni, e raggiunse il suo culmine al tempo in cui mi occupavo dell’inconscio.
Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.
Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia, perché nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario, e l’amicizia fiorisce soltanto quando ogni individuo è memore della propria individualità e non si identifica con gli altri.
Carl Gustav Jung
Imperfezione
La vita, per compiersi, ha bisogno non della perfezione ma della
completezza. Di questa fa parte ” la spina nella carne “, la tolleranza
all’ imperfezione, senza la quale non c’ è né progresso né ascesa.
Carl Gustav Jung
Purezza
Non è l’assenza di ombre a determinare la purezza.
Né tanto meno la mancanza di imperfezioni.
La purezza assomiglia ad un fiore di loto.
Capace di vivere nel fango senza che esso possa modificarne la sua sostanza.
È sempre dal miscuglio di due acque che proviene la nostra luce.
E le ali..beh quelle sono due squarci di cielo..un sole e una luna.
Carl Gustav Jung
Tempo perso
Non soffro per aver perso determinate persone, ma per aver perso il mio tempo con loro.
Perché le persone non mi appartenevano, il tempo sì.
(Carl Gustav Jung)
Sei il posto più remoto in cui saprei nascondermi
Sei il taglio più profondo di un diamante puro
libero come un viaggiatore stanco
Il primo freddo dell’autunno
Del tempo perso a darci il tempo di rifarci
ne è pieno il mondo
Sei quel ricordo che riscrivo giorno dopo giorno
Sei l’emozione in cui mi perdo
un’onda che arriva a riva e sa come tornare
alle correnti a cui appartiene
Del tempo perso a darci il tempo di rifarci
ne è pieno il mondo
lasciarsi gli occhi addosso per dimenticarli lì
se avrò bisogno
Del tempo perso a darci il tempo di rifarci
ne è pieno il mondo
lasciarsi gli occhi addosso per dimenticarli lì
ne avrò bisogno
Arrendersi è come dire accontentarsi
Cosa ne pensate?