La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Vizi privati e pubbliche virtù

Forse gli altarini cominciano a scoprirsi.

Blitz di 170 poliziotti nella sede della Deutsche Bank di Francoforte, accusata di riciclaggio nell’ambito dell’inchiesta dei Panama Papers ed allo scandalo della filiale estone della Danske Bank. Deusche Bank che in un recente passato aveva già dovuto pagare multe per 18 miliardi.

Quindi la Grande Germania non è poi così limpida come sembra e come vuol far credere. Del resto lo aveva già scritto in un suo saggio Michael Braun, dove asseriva che l’economia tedesca era stata praticamente drogata dal 1999 con l’instaurazione dell’euro, incrementando in maniera esagerata il surplus commerciale, investito nelle economie deboli dei paesi dell’eurozona.

Solo con la Grecia, negli anni dal 2010 al 2015,la Germania ha guadagnato 100 miliardi (circa 300 punti di spread) * ed ora sta provando a ripetere lo stesso giochetto con l’Italia.

C’è da considerare che le regole dell’euro hanno favorito, e di molto, la Germania. Dal 2010 in poi in debito pubblico tedesco è praticamente raddoppiato, ma è passato dal 60 all’85% in mani straniere. Nel medesimo periodo l’Italia (ricordiamo che siamo contribuenti NETTI del bilancio UE , con un saldo passivo di circa 5 miliardi annui), è stata costretta ad emettere ben 60 miliardi di titoli per finanziare il fondo “salva stati”, titoli che concorrono nel computo del rapporto debito/PIL. La Germania ha sì contribuito al fondo con 80 miliardi, però senza emettere nuovi titoli, forte del fatto che la BCE ha acquistato, per via del QE, un maggior numero di Bund rispetto ad altri titoli di debito. Quindi i tedeschi si fanno finanziare dagli altri paesi dell’eurozona i propri surplus monetari, in violazione delle regole europee e senza venir per questo sanzionata, ma accumulando surplus monetari per oltre 400 milioni.

C’è poi il fatto relativo alle banche: ben 6 sono pubbliche (Landersbänken), non sottoposte al controllo della BCE, che sostengono l’economia tedesca in concorrenza diretta con le imprese italiane. Queste banche hanno in carico 680 MILIARDI di euro DETERIORATI (titoli tossici) non computati nel debito pubblico e, se dovessero fallire, verrebbero salvate dallo Stato, cosa assolutamente proibita dalle regole comunitarie che riguardano esclusivamente le banche private, soggette invece al bail-in (quello che ha rovinato i clienti ed investitori di Banca Etruria).

Vogliamo parlare della Cassa Deposito e Prestiti? La nostra ha 300 miliardi di debiti, coperti con emissioni di titoli garantiti dallo Stato che, ovviamente, entrano nel computo del debito pubblico.

La Kreditanstalt Für Wiederaufbau è a capitale per l’80% del governo federale, mentre il restante 20% appartiene ai Länder. Ha ben 500 miliardi di debito che però, chissà per quale ragione, non sono compresi nel debito pubblico.

Altro vantaggio viene da un trucco non ammesso, ma attuato spesso: se l’asta dei Bund dovesse andare deserta, nessun problema. I titoli li acquista la Bundesbank (in spregio ai trattati della UE), che si incarica poi di ricollocarli presso i risparmiatori privati.

Infine la questione del pareggio di bilancio: da noi, con il Patto di stabilità, ogni ente pubblico, Regione, Provincia o Comune, DEVE avere il bilancio in pareggio.

In Germania l’unico che ha tale obbligo è il bilancio federale. I Länder hannno 600 miliardi di debiti, ma decideranno se ripianarli solo entro il 2020, in caso contrario interverrà la Bundesrepublik. Poi ci sono i comuni, con altri 140 miliardi di debiti, ma questi chissà quando e come decideranno di ripagarli.

Sommiamo tutte queste cifre

680 delle Landersbänken

500 della KFW

600 dei vari Länder

140 dei vari comuni

Il totale fa 1.920 miliardi di euro NON COMPUTATI nel debito tedesco, che dovrebbero sommarsi a quelli effettivamente dichiarati (2.108 miliardi) giungendo ad un totale di 4.028 miliardi di debito totale.

Forse è per questo che, sempre più spesso, si sente parlare  di una patrimoniale da applicare a noi italiani che, in termini di risparmio e di proprietà immobiliari, siamo primi in Europa.

Speriamo che questo scandalo contribuisca a ristabilire le debite proporzioni in ambito europeo, ridimensionando i tedeschi. 

* fonte Hall Institute for economic Research di Francoforte


Povera Europa

A suo tempo ci ubriacarono con l’idea di un’Europa simile agli Stati Uniti, ma dopo tanti anni ci stiamo rendendo conto che l’Europa non esiste. Esiste un’area Euro, ma della quale tanti paesi europei non fanno parte (ad esempio Regno Unito e Danimarca). Nell’Europa hanno fatto entrare paesi dall’economia fragile, come quelli dell’est europeo, e tra gli stessi stati fondatori alcuni non erano perfettamente in regola con i parametri (vedi Italia con il suo debito pubblico). Adesso l’euro c’è, e sarebbe follia tornare indietro. Ci stiamo rendendo conto però che tutti gli stati debbono sottostare ai diktat della Frau Merkel (anche Sarkozy, che pure sembra pappa e ciccia con lei).

La stessa BCE sembra sottomessa alla Bundesbank, non passa giorno che la dolce signora dagli attributi alquanto mascolini non dica forte e chiaro un bel NEIN, specie appena si inizia a parlare di Eurobond. Ma a forza di NEIN, anche il collocamento dei bond germanici ha avuto una débacle, in quanto il loro rendimento era addirittura minore dell’inflazione.

Insomma, siamo Europa oppure tante piccole periferie della grande Germania? Pure Monti con le sue misure “impressionanti” dovrà comunque soccombere ai voleri della Frau Merkel. Però tutte le manovre della Cancelliera altro scopo non hanno che quello di riguadagnare consenso in vista delle prossime consultazioni elettorali, e lo stesso vale per il presidente francese che la segue a ruota. Quindi, quanti speravano in un miracolo di san Mario Monti ed addossavano la colpa dello spread alto e della caduta delle borse al precedente governo, ora non sanno più che dire, si limitano ad ignorare il problema o, al massimo, a riportarlo in un trafiletto taglio basso nelle note economiche.

E nel frattempo una delle tre agenzie di rating (la Fitsch), ha declassato alcune nostre banche popolari, mentre non si sogna di fare altrettanto con le banche francesi e tedesche con le casseforti ripiene di titoli greci…

Aspettiamo che arrivi la quarta agenzia, la cinese Dagong, e vedremo come andrà a finire….


Lo spread, questo sconosciuto…

Ormai quasi tutti sanno cosa sia lo spread, ossia il differenziale tra il tasso di rendimento di un titolo a rischio insolvenza ed un altro titolo sicuro preso a riferimento, ma pochi conoscono il perché delle sue fluttuazioni. In pratica la valutazione dello spread varia a seconda del quantitativo di titoli pubblici acquistati da parte della BCE. Il governatore della Bundesbank tedesca non vuole che la BCE acquisti titoli pubblici, invocando il Trattato di Maastrich, che sta alla base della moneta unica, ma se si analizza a fondo questo trattato, si vede che l’articolo 104 proibisce alla BCE l’acquisto di titoli solo se effettuato direttamente dagli stati emettitori di detti titoli, ma non l’acquisto sul mercato di titoli sul mercato,libero e quindi già in circolazione. Infatti se uno stato vende titoli direttamente alla BCE è come se avesse stampato carta moneta, alimentando la svalutazione, ma se la BCE acquista una parte dei buoni direttamente dai privati questo processo non avviene, anzi si disincentiva la vendita di detti titoli da parte dei privati che temono la perdita di valore degli stessi. In poche parole la BCE avrebbe il compito di stabilizzare il valore dei titoli, ma la Bundesbank lo proibisce, per salvaguardare le proprie banche. Adesso, per frenare o far discendere lo spread, non conta tanto la manovra economica, ma la voglia della BCE di acquistare i titoli dei paesi in difficoltà, sostenendo così l’Euro, e l’influenza che eventualmente potrebbe avere Mario Monti nello spezzare l’asse franco-tedesco che impedisce detti acquisti. In poche parole, tutti quelli che incolpavano il governo Berlusconi di essere causa dello spread alto, ora che con il governo Monti questo differenziale non scende ai livelli di qualche tempo fa, dovrebbero rimangiarsi tutte le cavolate dette in quest’ultimo periodo, specialmente ora che pure la Francia è sotto attacco, dato che, in termini percentuali (quindi non assoluti) il suo spread è aumentato del 380% contro il nostro 180%. Se poi consideriamo pure che fonti autorevoli bisbigliano (nemmeno tanto) che pure l’integerrima Germania da anni barerebbe sull’entità del proprio debito pubblico, escludento dal computo passività per circa 428 miliardi di euro, gererate dalla KfW, (Kreditanstalt fuer Wiederaufbau, una specie di Cassa prestiti che eroga mutui per la ricostruzione), superando perfino il nostro debito pubblico! In poche parole, sarebbe lo stesso escamotage utilizzato dalla Lehmann & Brothers, per cui i debiti della KfW, se non esigibili, dovrebbero essere rifusi direttamente dallo Stato. La nostra Cassa depositi e prestiti invece, con le stesse funzioni della KfW, oltre ad emettere titoli e libretti postali, emette anche obbligazioni non garantite che però sono coperte da garanzia pubblica e conteggiate nel nostro debito…

Viste le bastonate che ci stanno dando, ad iniziare dalle agenzie di rating che tutto fanno meno che il loro lavoro, sarebbe il caso di dire: “Senti da che pulpito viene la predica!”.