La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Disprezzo

Perché disprezzo le sinistre?

Già mi avevano indisposto le parole di Barbara Balzerani

“C’è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola – ha detto la componente della batteria che prese parte al rapimento di Aldo Moro e all’uccisione dei membri della scorta -. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”. (*)

Balzerani, una persona totalmente impregnata di odio e, purtroppo, con un notevole seguito su internet, almeno a giudicare dai consensi avuti dai suoi scritti su Facebook (ed a questo riguardo ho provveduto immediatamente a cancellare quei miei pochi contatti che avevano espresso apprezzamenti alla brigatista). 

Una terrorista condannata a 3 ergastoli per la strage di via Fani, l’assassinio di Aldo Moro e quello di Girolamo Minervini, non solo sconta solo 21 anni di carcere più altri 5 di semilibertà, pur non dichiaratasi mai pentita e nemmeno dissociata, ma viene anche invitata presso un centro sociale di Firenze (notare che la Balzerani rivendicò anche l’assassinio del sindaco di Firenze Lando Conti) per pubblicizzare il suo libro, senza contare le comparsate in televisione assieme a gente della sua stessa risma.

Adesso ci sono pure le offese scritte sui muri dell’Università di Bologna nella ricorrenza dell’assassinio di Marco Biagi.

Quando gli assassini hanno più visibilità delle vittime mi sale la carogna.

Se poi penso che questi “compagni” sono tutte persone che viaggiano tra i 60 ed i 70 anni mi sgomento ancora di più, perché è gente che di democratico non ha proprio nulla ed in quarant’anni non ha ancora capito niente.

Ecco, questi vermi proprio non li sopporto.

(*) Eh no, la parola, purtroppo ce l’hanno solamente gli assassini, non certo le vittime: in tutti questi anni ho sentito solo una campana, quella dei brigatisti, a volte perfino celebrati ed osannati, invitati a vari talk show. E si è espresso bene Gabrielli, che ha invitato a non chiamarli “dirigenti” delle brigate rosse, anziché terroristi puri e semplici.

I parenti delle vittime zitti e muti, nessuno ha dato loro visibilità.

Chissà di chi è la colpa?


Ipocriti

C’è molta ipocrisia nelle parole di quanti, a sinistra, richiedono ora l’estradizione di Cesare Battisti. Molti di loro infatti presero le parti di brigatisti ed affini, ritenendoli semplicemente “compagni che sbagliano”, anziché efferati assassini. Ed ora invece gli stessi individui accusano l’attuale Governo di non aver fatto abbastanza per ottenere l’estradizione del pluriomicida, cui è stato concesso lo status di rifugiato politico perché qui in Italia rischierebbe addirittura la morte. Premesso che se un simile individuo dovesse morire non me me importerebbe assolutamente nulla (basta osservare l’espressione insolente che mostrava all’atto della cattura), ma proprio il Brasile sarebbe in grado di darci lezioni di democrazia? La decisione di Lula travalica la sovranità del nostro Paese, ed è pure causa di dissensi interni oltre che procurare un incidente diplomatico. Inoltre Lula ha atteso l’ultimo giorno del suo mandato presidenziale per rendere nota la sua decisione, lasciando che sia la nuova presidente a subirne le conseguenze.

Nel frattempo su la Repubblica e su il Riformista appaiono due interviste rispettivamente a Paolo Persichetti e Sergio D’Elia, che plaudono alla decisione di Lula concordando con lui sulle pecche del sistema carcerario italiano. Il primo, brigatista rosso, dei 22 anni comminatigli ne ha scontati appena 6 ed attualmente gode della semilibertà, scrivendo per Liberazione, l’altro, di Prima linea, è rimasto in carcere per 15 anni, uscendone grazie a Pannella che lo aveva candidato nel partito radicale…Ambedue liberi… questo perché nelle carceri italiane si rischia di morire!