La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Articoli con tag “Brennero

Barriere

Si prospetta un ciclo di “prigionia”, per noi che stiamo in Alto Adige.
Già, perché la sola strada per uscire dall’Italia passa obbligatoriamente (eccettuato il piccolo passo di Tubre che porta in Svizzera) per l’Austria e, per la maggior parte, attraverso il valico del Brennero.
Quindi, o si resta in Italia oppure ci si dovrà assoggettare a lunghe ed interminabili code per le necessarie verifiche e gli austriaci, si sa, sono molto scrupolosi.
Era già successo al confine tra Austria e Germania, in occasione del nostro ultimo viaggio. Allora era quest’ultimo paese che effettuava i controlli e la coda in autostrada era chilometrica.
Mi immagino già quello che succederà sull’A22: è solo a 2 corsie, percorsa giornalmente da migliaia di TIR… ci sarà da soffrire, ma di questa situazione possiamo solo recitare il mea culpa. Inutile recriminare contro l’Austria accusandola di egoismo o cose similari: questo Stato non fa altro che difendersi da un’invasione che noi invece non facciamo che favorire, grazie agli interessi di qualcuno.
E quest’oggi, tratti in salvo 1850 “profughi” nel canale di Sicilia. Altri 65mila euro al giorno da pagare alle Onlus e cooperative varie che usciranno dalle nostre tasche.


Inviato dal Veloce promemoria


Ancora sui 150 anni dell’Italia….

Per comodità, chiamerò Altoatesini gli abitanti dell’Alto Adige di lingua italiana, e Sudtirolesi quelli di lingua tedesca.


Ne ho già accennato e ne discutevo con una persona… Il 150^ per quanto concerne l’Unità d’Italia per mio conto è un falso storico, una ricorrenza voluta da Prodi e dai quei compagnetti che alla bandiera italiana (quando addirittura non la bruciavano in piazza), sovrapponevano quella rossa dato che il comunismo era “internazionale”. Il 1861 segna solamente la proclamazione del Regno d’Italia, composto allora dal Regno di Serdegna e dall’ex Regno delle due Sicilie, conquistato da Garibaldi e dai Mille con il supporto degli Inglesi.

Che mi risulti, l’annessione del Veneto fu attuata solo nel 1866 e quella di Roma, con quel che restava dello Stato Pontificio, praticamente il solo Lazio,nel 1870, dopo la presa di Porta Pia, tanto che la capitale venne spostata là solo nel 1871.

 

 

Qui in Alto Adige sta succedendo il finimondo perché la Giunta provinciale ha deciso di non aderire ai festeggiamenti, pur non proibendo, ovviamente, agli altoatesini di parteciparvi, e la questione sta assumendo anche rilevanza nazionale. Se per quanto concerne i monumenti la mia posizione era diametralmente opposta a quella dell’Obmann, Luis Durnwaldner, (sia da un punto di vista artistico che di natura storica, non certamente “nazionalista”), qui devo dargli pienamente ragione. Il Suedtirol, contrariamente al Trentino, con il quale molti lo confondono, è sempre stato austriaco, dal valico del Brennero fino al confine di Salorno. Grazie al trattato di Versailles fu inglobato di prepotenza nello stato Italiano che vedeva nelle Alpi il confine naturale della nazione. I sudtirolesi pertanto nulla hanno da celebrare, costringerli a ciò è una imposizione, come qualcuno che pretende che il suo amore venga forzatamente corrisposto. Gli altoatesini nemmeno non hanno nulla da festeggiare, visto che diventarono italiani solamente nel 1919, in seguito al succitato trattato. Inoltre il territorio fu italianizzato da Mussolini solo con massicci trasferimenti da altre parti d’Italia, prevalentemente dal Veneto e dal Meridione, allora tristemente sottosviluppati.

Il Meridione recrimina ancora oggi per lo spoglio attuato dai Savoia, (piccolo inciso…Vittorio Emanuele II era un gran pu***re, altro che Berlusconi!), tanto da ritenere questa invasione la causa del brigantaggio che infestò queste terre.

Consideriamo gli eventi da un’altra angolazione: perché riteniamo legittime le aspirazioni dei lombardo-veneti, dei toscani, dei marchigiani ecc. ad aderire al regno d’Italia, e vituperiamo tanto se lo stesso fanno i sudtirolesi?

E’ poi da verificare la legittimità dei plebisciti, visto l’esiguo numero di persone che in quel periodo avevano il diritto di voto e non esprimevano certamente il sentimento popolare e nazionale. Il popolo in quei tempi aveva un solo motto “Franza o Spagna, purché se magna”, dato che l’Italia era sempre stata territorio di conquista da parte di altre Nazioni, e le aspirazioni insurrezionali la plebe le lasciava ai “signori”.

Su un quotidiano locale ho letto tantissimi commenti di gente “forestiera” che nulla conosce della storia di questa Provincia se non per averci passato qualche periodo in ferie, (confondendola appunto con il Trentino ed altre amenità del genere) e che farebbe quindi bene a tenere il becco chiuso…

Infine, non del tutto irrilevante, le spese per questa ricorrenza…enormi, considerando la crisi … E qui sto con la Marcegaglia. Le imprese, già oberate di costi dovrebbero sobbarcarsi anche quelli aggiuntivi della giornata festiva retribuita…