San Nicolò
O du guter Nikolaus
Mit dem Bart und Besen
Leer dein Säklein für uns aus
Wir sind brav gewesen.
(Oh tu, buon Nicolò, con la barba ed i baffi, vuota il tuo sacchetto per noi, che siamo stati bravi)
In seconda elementare, da noi, era d’obbligo lo studio del tedesco. E subito ci insegnavano le filastrocche per ogni occasione e festività.
Quella riportata sopra era per san Nicolò, una festa molto sentita in area tedescofona, ed era pure giorno festivo per gli scolaretti delle elementari (“San Nicolò da Bari, la festa dei scolari, la festa dei putei… Sona tuti i campanei.” ).
I bimbi bravi ricevevano un sacchetto di cellofane rosso, ripieno di dolcetti, tra i quali un’effigie del santo in pasta di pan di zenzero, mentre i cattivi venivano puniti dal Krampus, sorta di orrendo diavolaccio cornuto, armato di frusta. Per le strade sfilava appunto il carro che trasportava i due personaggi, il vescovo lanciando dolciumi ed il diavolo agitando le catene e la sferza. E l’apparizione del Krampus, che si agitava ed urlava come un ossesso, provocava molto spavento tra noi bambini.
La figura di San Nicolò si tramutò poi in quella del Babbo Natale, inizialmente vestito con una lunga zimarra come l’indumento del vescovo, che poi diventò il rosso costume bordato di bianco, inventato dalla Coca Cola.
Lettera a Babbo Natale
Un cuore ancora bambino, che sogna ancora un babbo Natale, sorridente, gioviale, dal sorriso dolce e contagioso, al quale indirizzare la consueta letterina adornata di polverina luccicante, con la cornicetta di agrifoglio e rami di abete con pallina di vetro e candelina. Allora…
Caro babbo Natale,
non ti chiedo doni. Questo mondo ormai è soffocato dal consumismo, oppresso dalla tecnologia, sempre in corsa per avere di tutto e di più. Non ti domando nemmeno le solite, ovvie cose, tipo la pace nel mondo, la sconfitta della fame e delle malattie, perché so che non è tuo potere farlo. Semplicemente ti chiedo di ridarci la nostra dimensione “umana”, di farci guardare con altri occhi la gente che incontriamo giornalmente per la strada, cui donare un sorriso e riceverne uno in cambio. Ti chiedo un po’ di buon senso per quelle persone che ormai sembrano averlo smarrito, arroccate su posizioni obsolete, che non capiscono che le cose si cambiano costruendo con la buona volontà e non distruggendo con la violenza. Vorrei che tutti sapessero apprezzare il tempo, tempo da dedicare agli altri ma anche a noi stessi, con calma, senza fretta: a volte bastano anche pochi minuti, ma cerchiamo di trovarlo. E tutto questo porterebbe ad una maggiore serenità…
Vorrei un po’ più di cultura, rispetto e riservatezza in televisione, dove tutto è ormai volgarità e gossip, e dove tutti mettono in piazza i propri “sentimenti” (?), veri o falsi che siano.
Desidererei un mondo non fatto di plastica, ma con oggetti ancora costruiti dalle mani dell’uomo, che tanti capolavori, piccoli e grandi, hanno saputo creare.
Porta ai bambini un peluche in più ed un Nintendo di meno, qualche libro al posto dell’IPad, facci apprezzare la neve di questa stagione, lasciando le Maldive all’estate, e riascoltare “Stille Nacht” invece di “Mele Kalimimaka”. Grazie, babbo Natale, con affetto.
Loredana.
Ma forse ho chiesto troppo, sulla tua slitta c’è posto solo per i regali materiali, ipertecnologici e costosi. Povero babbo Natale, pure tu, con rammarico, ti sei dovuto adeguare ai ritmi frenetici di oggigiorno, non vesti più la zimarra lunga fino ai piedi, ma la giacca ed i pantaloni sponsorizzati dalla Coca Cola e sempre più gente ti chiama Santa Claus all’americana….
Natale……………………………
Cosa ne pensate?