La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Abbasso i decretini

Un Natale da schifo attende molti anziani, che dovranno trascorrerlo in totale solitudine grazie ai demenziali decreti di questo governo e soprattutto di colui che lo presiede, imbevuto ormai di delirio di onnipotenza.

Per molte persone in età molto avanzata potrebbe essere davvero l’ultimo da trascorrere in compagnia di figli e nipoti, ma a questo i dementi non hanno pensato. Non esiste solo la salute fisica, esiste anche la salute mentale, e questa è stata minata con l’obbligatorietà della distanza anche dagli affetti più cari ed in altri casi con la perdita del lavoro.

In cambio però i geni che ci governano hanno stabilito che ci sarà una lotteria che potrebbe far rimborsare ai potenziali partecipanti e vincitori il 10% di quanto pagato tramite bancomat e carte di credito, naturalmente al fine di sgominare la pericolosissima evasione fiscale di negozi, bar e ristoratori che hanno visto i propri incassi ridotti al minimo grazie alle chiusure imposte.

Il guaio è che la “vincita” verrà pagata anche da quanti non hanno carte di credito e probabilmente neppure un conto corrente, quindi i premi andranno ovviamente a chi ha più possibilità di spendere, a scapito di chi ha minori possibilità economiche.

Io per natura sono il classico bastian contrario: da sempre, per mia comodità, uso esclusivamente carta di credito e bancomat per i miei acquisti, ma da quando ci sono queste restrizioni sto usando esclusivamente il contante, perché dei contentini di questo governicchio non so che farmene.

E dopo questo ennesimo sciupio di denaro pubblico (lotteria scontrini, bonus vacanze, bonus monopattini, banchi a rotelle, ingenti percentuali per l’acquisto di mascherine ecc. ecc.), tremo al pensiero di come questa gentaglia potrebbe “investire” i soldi del recovery fund, visto che si prevede l’ennesima infornata di Comitati Tecnici che dovranno studiare come sperperarli: l’ultima speranza è che la U.E. non ci conceda neppure un euro.

 

 


Mezzi pubblici.

Siamo sulla banchina della metropolitana (anche sul marciapiede alla fermata del tram la situazione sarebbe identica).
Il tabellone indica cinque minuti all’arrivo del mezzo. Ci siamo solo noi ed una coppia di turisti giapponesi, nessun altro.
Pian piano il tabellone scala il tempo: quattro minuti, tre minuti, due minuti… sempre e solo noi quattro ad aspettare, ma si aggiunge una mamma con il passeggino.
Un minuto e mezzo, un minuto…
Quando all’incirca mancano 30 secondi eccoli che arrivano. Una torma di anziani soli o a gruppetti che si preparano all’assalto delle carrozze.
Visto il tempismo, mi sorge il dubbio che siano radiocontrollati dall’orologio di Francoforte.



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i “nuovi” anziani :-)

Allora.

PC acceso,collegato al Samsung che fa da modem,copio film da una chiavetta da 64 GB non supportata dal lettore “vecchiotto” ad un’altra da 16 GB; nel frattempo mio marito chatta tramite il suo smartphone con il cugino su whatsapp mentre cerca dei titoli di film con l’altro mio cellulare (ASUS Zenfone, costa poco e vale altrettanto, ma mi serve solo per telefonare e su internet solo in caso di emergenza quando finisco i 10 giga del samsung ed utilizzo quindi gli altri 3 a disposizione con l’altro contratto).

‘sti “vecchi” tecnologici che trappolano con questi sistemi quando anni addietro iloro pari età scrivevano a mano con carta e penna! (che sono “over” si deduce dal fatto che collego PC allo smartphone con il cavetto USB anziché con il WI-FI 🙂 ).

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Tecnologia ed anziani

Sul tram osservo spesso le persone. Avevo già scritto come i ragazzi siano quasi  sempre attaccati al cellulare,  più che altro per chattare su whattsapp o collegarsi a Facebook, oppure giocare con le varie applicazioni scaricate.
Ma quelli che mi fanno più  tenerezza sono gli anziani. 

Per lo più si dividono in due categorie : quelli con i telefonini di primissima generazione – schermo piccolissimo e monocromatico e tastiera tipo T9 – che usano il cellulare per lo scopo per il quale è stato creato, ossia telefonare. 

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Solo che quando  comunicano con qualcuno è difficile non ascoltare la conversazione perché quasi tutti parlano  a voce altissima. (“Sai, ho appena incontrato il Franco… poverino, quanti problemi.  È appena uscito dall’ospedale,  ha il colesterolo alle stelle, problemi alla prostata… – e via per un bel po’ di tempo col racconto delle disgrazie del povero Franco… -Ti racconto tutto dopo”. Ma cosa racconti “dopo”, quando ormai tutti i passeggeri conoscono “il” Franco quasi fosse un parente 🙂 ).
L’altra categoria è già più “tecnologica”: ha lo smartphone con lo schermo touchscreen e se ne serve anche per consultare internet o per inviare messaggi. Li vedi allora inforcare gli occhialetti o allontanare lo schermo il più possibile per via della presbiopia, e poi digitare lentamente le parole, lettera per lettera, sbuffando ed  incavolandosi con il correttore automatico.

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Ma oggi la signora seduta accanto a me, più vicina ai 90 che agli 80 anni, chioma candida e vestito elegante, li ha battuti tutti: ha estratto dalla borsetta un mini tablet e, come se niente fosse,  ha iniziato a giocare a Candy Crush!

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Di certo, non sente l’età che avanza !


Questione di età.

Dal tabacchino dove abitualmente acquisto i quotidiani, ci sono anche quattro macchinette “mangiasoldi”.
Una è guasta, mentre le altre tre sono occupate da altrettanti anziani ultrasettantenni intenti a “giocare”: sguardo allucinato o quasi e dito che pigia freneticamente sul pulsante in attesa dell’allineamento delle figurine.
E meno male che il cartello dice “Il gioco è vietato ai minori di 18 anni”.
Bisognerebbe proibirlo anche a persone di una certa età.


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