La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Articoli con tag “Alejandro Jodorowsky

da “Pietre del cammino”

205

Non è quello che fu

Non è quello che sarà

Non è quello che desideri

È quello che è adesso

Alejandro Jodorowsky


da “Pietre del cammino”

287

Ha radici il fiore che ti mostro

Piantalo nel tuo cuore   

Alejandro Jodorowsky


da “Pietre del cammino”

175

Addio donna

ritorno dai tuoi limiti

ai miei infiniti

Alejandro Jodorowsky


da “Pietre del cammino”

42

Anche se te ne vai

non ti perdo

Vivi nei miei sogni

Alejandro Jodorowsky


da “Pietre del cammino”

29

Cambia ogni giorno

il mio amore per te

però mai smette

Alejandro Jodorowsky

illustrazione Marc Chagall


da “Pietre del cammino”

15

Non voglio che mi ami

voglio che ami

Gli incendi non hanno padrone.

Alejandro Jodorowsky


Aforisma

Il primo passo non ti porta dove vuoi.

Ti toglie da dove sei

 

 

 

Alejandro Jodorowsky


D’ombra nella mia fronte una corona

Scavando gallerie nel mare senza limiti,

occhio in cui il mio essere si è imprigionato,

gioiello opaco che naviga nel mutismo,

aquile morte che sorgono dal mio suolo

nell’ora in cui si sfumano le strade,

da ciascuna delle mie membra pende una corda rotta.

Da questo crocevia si sono cancellati i destini,

il viso si è dissolto nel fondo della maschera,

punto in cui l’illusione termina

di fronte allo specchio, incarcerato in quel vetro,

come prima nella mia culla,

la tua assenza mi perfora e si fa centro.

Invece tu, lontana,

avendo strappato la tua aura dalla mia aura,

ti fai sangue dell’inerte,

linfa della selva esangue, astro

dove sboccano i miei abissi.

Di te rimane solo una scia di tagli

museo di immagini ostinate,

abisso dove niente accade,

lamenti trattenuti nell’aria.

La mia pelle è solo una rete che ti contiene.

Di me hai divorato tutto. Quando parlo

sei tu quella che pronuncio, quando ascolto

nient’altro ricevo che il tuo suono, vento d’uragano

lungo le mie ossa,

inondando gli strati delle memorie

fino a spazzare le sue radici imbalsamate.

Sono forse un bruco affascinato dalla sua ferita,

che partorisce una vita

che per sempre dev’essere solo la tua?

D’ombra nella mia fronte una corona

Abbracciato al mio gatto sono un muro

Forma vuota che si sgretola

Angelo senza voce che divora duri pani.

Vivo oltre la porta e quanto mi fa male

Come posso gridare un tale silenzio?

Il treno non porta dio né ha rotaie.

Vado solo in questo male e senza rimedio.

Nel tuo addio sono rimasto paralizzato.

Che mi trasformi in pietra non lo dubito

Base sarò del tuo tempio consacrato

Di fronte allo specchio vedo solo un bambino

La tua assenza nell’anima si fa immonda

Vivi dentro di me quando non vivo

Alejandro Jodorowsky


Sogno e realtà

Se la realtà è come un sogno,
dobbiamo agire senza subirla,
così come facciamo in un sogno lucido,
ben sapendo che il mondo
è quello che crediamo che sia.
I nostri pensieri attraggono i loro simili.
Verità è quello che è utile,
non soltanto per noi ma anche per gli altri.
Tutti i sistemi che in un momento ben preciso
sono necessari,
in seguito diverranno arbitrari
e noi abbiamo la libertà di cambiare sistema.
La società è la risultante di quello che lei crede di essere
e di quello che noi crediamo che sia.
Possiamo cominciare a cambiare il mondo
cambiando i nostri pensieri.

Alejandro Jodorowsky, La danza della realtà


Piccoli gesti di bontà

Non mi resta che
offrire un bicchier di vino al mendicante
accompagnare silenzioso la vecchia signora,
offrire lenzuola pulite al poveraccio
applaudire attori scalcagnati
prestare un po’ di denaro a un imbroglione
mandare un mazzo di rose a una ragazza antipatica
regalare il mio bastone al cieco.
Piccoli gesti di bontà
fatti nell’indifferenza
di un dio che non distingue
il bene dal male.


Alejandro Jodorowsky


Poco a poco stai entrando nella mia assenza

Poco a poco stai entrando nella mia assenza
Goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota
Là dove sono ombra non smetti di apparire
Perché soltanto in te le cose si fanno reali
Allontani l’assurdo e mi dai un senso
Ciò che ricordo di me è quello che sei
Giungo alle tue sponde come un mare invisibile.

Alejandro Jodorowsky


Senza titolo

Lascia che la tua ombra passi
una e mille volte

sul mio corpo disteso
Permettimi di frugare gli specchi
per mangiare le ombre

della tua visione svanita.

Alejandro Jodorowsky


Non so dove vado

Non so dove vado, ma so con chi vado
Non so dove sono, ma so che sono in me.
Non so che cosa sia Dio, ma Dio sa che cosa sono.

Non so che cosa sia il mondo, ma so che è mio.
Non so quanto valgo, ma so non fare paragoni.
Non so che cosa sia l’amore, ma so che godo della sua presenza
Non posso evitare i colpi, ma so come sopportarli.
Non posso negare la violenza, ma posso negare la crudeltà.


Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare me stesso,
Non so che cosa faccio, ma so che sono fatto da ciò che faccio.
Non so chi sono, ma so che sono colui che non sa.

Alejandro Jodorowsky
(“La danza della realtà” Ed. Feltrinelli)


Specchio in frantumi

Mi sentivo vuoto.
Non potevo scrivere,
né pensare né sentire.
Se mi avessero chiesto chi ero,
la mia risposta sarebbe stata:
– Sono uno specchio in frantumi -.

Alejandro Jodorowsky


Idioma remoto

Questo tremore,questo profumo,
Questa memoria convertita in freccia,
Il mio pianto di bambino in un angolo di metropolitana,
Questa lucciola addormentata nel mio ombelico
Mentre il dorso della notte schiva
Le frustate dell’alba,
Questa paura con i suoi tentacoli neri
Che mi fa prigioniero nella culla
Contro un mare di pesci furiosi,
Questo canto di nonna,
Questo lamento del borgo spellato dal sole,
Questa paziente arena che aspetta da secoli una goccia d’acqua,
Il fruscio della gonna inamidata della cameriera rinsecchita,
Il triste sguardo dell’asino che trasporta i gelati alla cannella,
Le onde che esplodono contro le rocce disgregandosi in parole
Di un idioma remoto,
Questo odore acido e dolce delle ascelle di mio padre,
Dove io incrostavo le mie narici per inalare
Un eden che mi convertiva in statua d’oro
Le lame d’aria gelida che al crepuscolo
Scendevano dalle montagne per tagliare i miei sogni in pezzi.
Questo rotolare verso l’abisso dell’aldilà e mai,
Sentire il decollo del passato,
Atterrare in un corpo di adulto,
Sostenere il peso di tanti gesti,
Ma nel bunker cardiaco conservare il bambino,
Come un’ostia vivente,come un canarino bianco,
Come un diamante degno,come una lucidità senza pareti,
Porte e finestre aperte
Da cui attraversa il vento,solo il vento,
Niente più che il vento.

Alejandro Jodorowsky


Cuore

gliocchimarronidifaith: “Il cuore batte ancora, inevitabilmente irrefrenabile. ”

È difficile che qualcuno ti spezzi il cuore, generalmente sei tu che lo rompi mentre cerchi di metterlo a forza in un posto dove sai che non può stare.

     A. Jodorowsky 


senza titolo

Questo rotolare verso l’abisso dell’al di là e mai, sentire il decollo del passato,
atterrare in un corpo d’adulto, sostenere il peso di tanti gesti, ma nel bunker cardiaco conservare il bambino,  come un’ostia vivente, come un diamante degno, come una lucidità senza pareti, porte e finestre aperte da cui attraversa il vento, solo il vento,  niente più che il vento.”

Alejandro Jodorowsky

 


Nonostante la tua assenza 

Mi rotolo in tutte le ceneri
cercando di trovare l’unico fuoco
Mi siedo a conversare con l’ombra
che un giorno d’estate dimenticasti sul divano.
Sono il sogno delle orme di alcuni passi
che una notte persero la memoria.
Nessuno mai è passato di qui.
S’affitta la camera vuota
di una casa che ormai più non esiste.

 

Alejandro Jodorowsky


Vieni a me

Vieni a me come brezza senz’uscita
per nascere in ciò che dalla ferita scaturisce
là dove non è più possibile nidificare
Umile e silenziosa t’abbandoni al torrente
libera non ti dici ma sai sorridere quando non chiedi
perché tutto hai perso tranne te stessa
Entrando nel piacere ombra su ombra
io della tua pelle vuota, tu dell’oblio della mia anima
come sopravvissuti di tutte le guerre
ogni carezza è un uccello miracoloso
ogni bacio un parto
ogni orgasmo un Eden nel nulla.

Alejandro Jodorowsky


(da Di ciò di cui non si può parlare, City Lights Italia, 1998)

Siamo definitivamente l’istante che non muore


Il nostro incontro

Corro portando tra le mani come un carbone acceso
l’istante che agonizza. Insieme a me se ne vanno le stelle
e questo mulinello di materia intorno al niente.
Con i palmi ardenti ho trasportato il gioiello dal remoto
per offrirtelo come uno specchio: quello che vedi non è il tuo viso
ma un fiume in piena che si porta tutte le anime
tranne la tua e la mia. Il nostro incontro ci ha lasciato fuori
dallo spazio, dal tempo e da noi stessi.
Siamo definitivamente l’istante che non muore.

Alejandro Jodorowsky


Assenza

Mi rivolto nella cenere
Cercando di trovare un po’ di brace.
Mi siedo a chiacchierare con l’ombra
Che un giorno d’estate hai dimenticato sul sofà.
Sogno le orme di passi
Che una notte persero la memoria.
Nessuno passò mai da queste parti.
Si affitta vuoto l’appartamento
Di una casa che non c’è più.

Alejandro Jodorowsky


Anche d’amore

La rosa che da giorni agonizza in questo bicchiere
non smette di concedermi la realtà del suo profumo
corpo invisibile che aderisce ai libri
che eternamente si estende nell’aria
Anche d’amore deve parlare il poeta
dissanguandosi in parole che sono la sua anima
E’ il canto degli uccelli che salutano la luna
è la morte trasformata in lingua
Non è che io solleciti le tue carezze
né tantomeno il latte che ti promette il futuro
come un cane cieco inseguo la tua assenza
i petali in cenere prima cadono a terra
poi viene il vento e li trasforma in aria
ma nella mia carne continua a persistere il loro profumo
mentre scrive il poeta agonizza
dentro un bicchiere d’acqua.

 

Alejandro Jodorowsky