Carità cristiana

German born physician and philosopher, Albert Schweitzer (1875-1965) pictured in Lambarene, Gabon circa 1960. (Photo by Rolls Press/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)
In gioventù c’è stato un personaggio che mi affascinava, il dottor Albert Schweitzer.
Le prime notizie sulla sua vita e sulle sue opere le avevo lette sul Reader’s Digest, una pubblicazione mensile che vendeva molto in quegli anni, parlo degli anni dal 1955 al 1965.
Sarà che da giovani si è molto idealisti, ma leggere di questo straordinario personaggio davvero mi aveva conquistata: filosofo (anche se in quel tempo di filosofia non sapevo ancora nulla), organista, teologo, pastore luterano (che auspicava una riunione di tutte le religioni cristiane) ma soprattutto medico. Avevo letto tutto di quanto aveva fatto in Africa, nel Gabon, delle persone che, con l’aiuto della moglie infermiera, aveva accolto e curato, del lebbrosario che aveva costruito nel villaggio di Lambarené con fondi raccolti tra amici e sostenitori.
Mi aveva impressionato molto la questione del lebbrosario, in quanto allora la lebbra incuteva ancora molta paura per le menomazioni che causava, ma c’erano ancora altre terribili malattie che colpivano quelle popolazioni che lo avevano accolto con diffidenza, fidandosi solo dei loro stregoni: imperversavano ancora la febbre gialla, il vaiolo, la malaria, ed altri morbi endemici di quei paesi.
Una vita tutta dedicata alla cura dei malati, tanto da essere insignito nel 1952 del premio Nobel per la pace, con i proventi del quale costruì un villaggio per i lebbrosi. Un uomo generoso e coraggioso…per questo quando su internet ho trovato la foto di un cartello affisso sulla porta di una chiesa di Casale Monferrato sono rimasta allibita e senza parole.
Che dire…un vero esempio di carità cristiana.
frase del giorno
L’unica cosa importante quando ce ne andremo, saranno le tracce d’amore che avremo lasciato.
(Albert Schweitzer)
Cosa ne pensate?