La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

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Ipocrisia

saka-san-ras_1626056668Mi è crollato il mito del fair play inglese, dell’aplomb britannico.

Gli stessi tifosi inglesi che applaudivano all’inginocchiamento BLM delle due squadre sono gli stessi tifosi (?) che hanno bersagliato di insulti RAZZISTI i tre rigoristi inglesi, guarda caso di colore, che hanno fallito il tiro durante la finale degli Europei?

A che serve applaudire ad un atto, che tra parentesi non ci appartiene in quanto riguarda solo gli Stati Uniti, quando poi si insultano pesantemente tre ragazzi postando sul web foto di scimmie e banane?

Ed il caro principe William che ha tanto deplorato il gesto, ha peccato di poca educazione, sparendo subito dallo stadio senza salutare il nostro presidente Mattarella, pure lui presente.

I disordini che si sono verificati prima della partita, con il nostro tricolore calpestato e vetrine di negozi italiani infranti, le mazzate che si sono date tra tifosi inglesi per poter accedere allo stadio, il gesto sprezzante con il quale i giocatori britannici si sono levati le medaglie non appena veniva messa loro al collo…tutti gesti che mi hanno sbalordita. D’accordo, gli hooligans hanno la loro patria proprio in Inghilterra, ma da tempo non leggevo di comportamenti così “barbari”, più tipici di altri paesi incluso purtroppo il nostro.


Take a knee

BLM 208023212_10221056151134104_1878805320557438455_nContro il Galles metà e metà, contro l’Austria no – nonostante l’invito (?) di Letta –, contro il Belgio sì; l’inginocchiamento dei giocatori non è un gesto simbolico contro il razzismo, ma l’adesione al movimento BLM, ossia la protesta dei neri americani contro la violenza della polizia, quindi l’Europa tutta con questo movimento c’entra come i proverbiali cavoli a merenda. Ricordiamo che nessuno della squadra francese, che è quasi totalmente nera, si è inginocchiato.

Molti fanno derivare il gesto di inginocchiarsi da Martin Luther King, che nel 1965 in Alabama si inginocchiò PER PREGARE per i 250 dimostranti arrestati dalla polizia, non certo per spregio alla bandiera o all’inno nazionale.

Quindi inginocchiarsi durante l’esecuzione degli inni nazionali non ha alcun senso, ma inginocchiarsi o meno a seconda del comportamento della squadra avversaria è semplicemente da vigliacchi, pressappochisti e, purtroppo, da “italiani” che, come banderuole, girano come tira il vento. La cosa più eclatante è che quando disputeranno la partita contro il Belgio, i nostri azzurri si inginocchieranno “pur non condividendo la campagna BLM”, quindi la vigliaccheria è pure doppia.

La vera ipocrisia invece la dimostrano i soliti “sinistri” che tanto si riempiono la bocca di accoglienza e solidarietà facendo entrare tutti indiscriminatamente, e poi si girano dall’altra parte se questi sbandati delinquono (e purtroppo ogni giorno accadono episodi simili) oppure muoiono lavorando ore intere sotto il sole cocente per 6 euro all’ora, e dopo tante parole sul caporalato che sfrutta questi poveracci non fanno nulla per arginare il fenomeno. Tanto alle ONG che li traghettano qui in Italia questi poveri cristi non interessano, in quanto il loro bel compenso lo hanno già riscosso, e lo stesso dicasi delle “caritatevoli” organizzazioni che li ospitano qui da noi.

Altra battaglia è quella per i diritti degli omosessuali, battaglia sacrosanta, non c’è che dire, ma portata all’esasperazione. Ora nei vari stadi agli europei di calcio fanno tutti gli “arcobalenati”, ma io mi aspetto che facciano altrettanto il prossimo anno quando ci sarà il campionato mondiale in Qatar, dove gli omosessuali vengono impiccati o gettati giù dalle torri. Chissà come si comporteranno le varie aziende e squadre che hanno mutato i loro loghi arricchendoli con le strisce multicolori del movimento gay.


Al contagio, al contagio!

Foto Marco Cantile – LaPresse
sport calcio
20 05 2012
Calcio, Napoli: notte di festa in città per vittoria Coppa Italia
Nella Foto festa napoli con il pullman della squadra
Photo Marco Cantile – LaPresse
20 05 2012 Naples
sport soccer
Football, Naples party night in town to win Italian Cup
In the pic celebrates in the city

17 giugno 2020.

Ricordate questa data? È il giorno, o meglio la sera, in cui migliaia di napoletani si sono riversati nelle strade per festeggiare la coppa Italia e, a detta di tutti ma soprattutto del governatore De Luca, avrebbero dato inizio ad un’apocalittica serie di contagi. I giorni sono passati, prima una decina, poi una quindicina, infine un mese. Adesso ad un mese e mezzo non mi sembra che ci sia una moría in Campania e nemmeno una ripresa dei contagi.

Non vi sembra che ci stiano prendendo tutti per i fondelli?

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Mi sento trasgressiva.

Dopo parecchio tempo ho incontrato la mia ex collega, con la quale ho lavorato fianco a fianco per trent’anni ed oltre. Il luogo non era dei migliori (il parcheggio dell’istituto di riabilitazione) e nemmeno le circostanze: io andavo a fare fisioterapia per il braccio fratturato, lei aveva accompagnato il figlio reduce da un incidente, sempre per la riabilitazione. Beh, al diavolo mascherine, distanze e saluto con il gomito: ci è venuto istintivo abbracciarci e baciarci sulle guance.


Gino

“Il Gino” se ne è andato, ci ha lasciato a soli 63 anni.

Per noi bolzanini, quelli cresciuti a ghiaccio ed hockey, Gino era ormai una leggenda tanto che la sua maglia, la mitica 33, era stata ritirata nel febbraio scorso, come si fa con i veri campioni, e lui lo era, nello sport e nella vita.

Ciao, Gino, tanti bei campi ghiacciati per te, tanti puck da indirizzare in rete, come ci avevi abituato.

      Bolzano la nostra fede,

      Gino la nostra bandiera

 

(Fotografie da Alto Adige e da Center Ice Collection)


Economia spicciola

Tutti quei soldi per Cristiano Ronaldo?
A prima vista possono sembrare un’enormità, però un giocatore al giorno d’oggi non è una persona ma una merce, quindi quanto più il prodotto vale tanto più lo si paga.
Già, perché intorno a quei piedi (o mani, nel caso di un portiere), ruota tutta un’economia. A parte gli abbonamenti allo stadio, ci sono i diritti televisivi e le sottoscrizioni alle pay-tv, i gadget – magliette, bandiere, sciarpe, distintivi -, gli sponsor, le pubblicità di prodotti anche se non legati al mondo del calcio, i trasporti per le trasferte, gli stipendi di chi vende le bibite o i gelati allo stadio.

Lo stesso criterio è valido per attori, cantanti, gente dello spettacolo in genere.
Costoro muovono l’economia? Bene, li si paghi anche per questo. E se proprio non vi va, liberi di non seguirli.

 


Addio, Mondo

Non si fa a tempo a salutare una brava persona, che subito ne manca un’altra.

Avevo già scritto di Emiliano Mondonico il 19 giugno 2011, quando si era ritirato dall’attività per essere operato, e poi il 1° febbraio dell’anno successivo, quando avevo salutato il suo ritorno sulla panchina come allenatore.

Ora l’addio è definitivo, per una persona davvero speciale, nella sua semplicità, nella sua forza nel combattere la malattia che purtroppo lo ha stroncato.

Oggi forse alzerà ancora la sedia, come fece nel 1992, quando un’ingiustizia (un rigore negato) lo privò di una vittoria contro gli olandesi dell’Aiax, perché è un’ingiustizia che sia scomparsa una persona così.


Delusione

Cosa dire? Me l’aspettavo.

Ci speravo, ma in cuor mio me lo sentivo.

Inutile adesso recriminare, cercare scusanti, responsabili.

Invece sì… Errori tattici grossolani, inutile averci messo il cuore proprio alla fine, giocando, come volgarmente si dice, alla “viva il parroco”, ossia quelle partite dove i giocatori buttano anche l’anima e mandano all’aria gli schemi.

Mi spiace, per i giocatori soprattutto, e per quanti ieri sera tifavano per i nostri, iniziando dai presenti a San Siro ed a quelli incollati alla televisione. Mi spiace per i “veterani che non avranno più un’altra occasione, escludendo Buffon che avrebbe disputato il suo sesto mondiale (sembra passato un secolo, da quel 9 luglio 2006!). I giovani, se davvero valgono, avranno ancora tempo per dimostrare le loro capacità. Gli unici appunti posso farli alla nostra Federazione, che consente di rimpinzare le nostre squadre di club di stranieri, vanificando quindi l’opera dei vivai, e per aver scelto (s)Ventura come commissario tecnico, persona dall’enorme presunzione e, a detta della Gazzetta, improvvisatore nell’allestire le formazioni.

E veder piangere Buffon per la delusione fa male al cuore: grande sportivo, apprezzato anche dagli avversari: Casillas lo ha definito “Leggenda”.

In Russia quindi ci andranno gli svedesi: consoliamoci, neppure Napoleone riuscì ad andarci 🙂 .

Senza contare il danno economico. La forza economica di una nazione è costruita anche sull’immagine di successo che questa riesce a trasmettere all’estero, e conseguentemente alla creazione di posti di lavoro: dietro al Mondiale di calcio c i sono il turismo e le agenzie di viaggi, la pubblicità con i diritti che ne conseguono, l’indotto di queste attività, quindi non è “solo calcio”.

 


calcio

Avrò scritto tantissime volte che sono juventina fino al midollo, da quando ero ancora una ragazzina delle medie.

Naturalmente seguo tutte le notizie della mia squadra ed ovviamente anche il calciomercato. Mi dispiace molto che Leo Bonucci abbia cessato il rapporto con la Juventus, però non me la prendo tanto come ho letto su molti siti sportivi: prima o poi il momento di cambiare arriva per tutti e piuttosto che tenere in squadra un giocatore che non si trova più bene, trovo che sia meglio lasciarlo andare, anche se bravo. Del resto giocatori partono, altri arrivano…è la squadra che resta: succede oggi con Bonucci, come è successo ieri col Napoli ed Higuaìn.

Molti tifosi si sono scatenati in sfottò (e questo ci può anche stare), ma quando leggo di alcuni che si sono lanciati in commenti beceri augurando perfino la morte al piccolo Matteo, non so come definirli: imbecilli troppo poco: credo che il termine giusto sia INFAMI.

Come si fa ad augurare la morte ad un bambino solo perché suo padre ha deciso di cambiare casacca? Un bambino tra l’altro che ha già sofferto tantissimo nei suoi tre anni di vita.

Ed altre cose del “calcio” mi hanno disgustato ultimamente, non ultima la concessione della cittadinanza onoraria di Napoli ad uno che sarà anche stato un grande calciatore, ma nella vita privata tra droghe e frequentazioni equivoche non è certo da portare ad esempio alla gioventù.

Quando leggo di ingaggi sproporzionati, quando leggo notizie di risse per le quali a volte il calcio è solo una occasione per scatenare gli istinti più violenti…allora arrivo perfino ad odiare questo sport.


ciao, bandiera

 

Che dire…ieri mi sono commossa pure io vedendo Francesco Totti che salutava tutti dopo l’ultima partita con la “sua” squadra.

Eh certo, sono juventina DOC da sempre, però le bandiere le rispetto e Francesco una bandiera lo era di sicuro.

Vedere tante persone, tanti compagni di squadra con le lacrime agli occhi, incluso il duro De Rossi, mi ha commosso, e fatalmente il pensiero è andato ad un altro addio, all’addio del “mio” capitano, Alex De Piero…

E a suo tempo mi aveva fatto male ascoltare le contestazioni dei tifosi a Paolo Maldini all’uscita dal campo dopo la sua ultima partita, quando il calciatore per la sua squadra aveva fatto tanto.

 


Vittoria!


Era moltissimo tempo che non seguivo un Gran Premio di F1, ed oggi ho fatto un’eccezione.

Emozione grandissima vedere le due Ferrari dominare letteralmente la gara dal primo all’ultimo giro. Grossa delusione per Kimi Raikkonen che, dopo aver padroneggiato le qualifiche e la prima fase della corsa, ha dovuto cedere il passo a Sebastian Vettel subito dopo il pit-stop.

E risentendo prima l’inno tedesco e subito dopo quello italiano, il pensiero è corso a Michael Schumacher .

Formula One – F1 – Monaco Grand Prix – Monaco – 27/05/2017 – Ferrari’s Kimi Raikkonen and Sebastian Vettel react after taking the pole position in qualifying session. REUTERS/Max Rossi

(Immagini dal web)

 


OGGI…

Se permettete, oggi mi riposo 🙂

Sei scudetti CONSECUTIVI è cosa che non era mai capitata.


Un attimo di leggerezza

Adoro il pattinaggio artistico, e questa performance di Anna Cappellini e Luca Lanotte, che hanno arricchito di poesia e di ulteriore dolcezza il film di Charlie Chaplin, è davvero bellissima.


Discendenze

 

bolt_14063949_10210580163199078_756269635610381383_nSaviano scrive su Facebok

“Usain Bolt, discendente di schiavi deportati in Giamaica nelle piantagioni di canna da zucchero, oggi è (di nuovo) l’uomo più veloce del mondo.

Come se la discendenza da schiavi sia un fattore determinante, e gli allenamenti ed il talento naturale non contino una cippa, e che tutti i discendenti da schiavi siano altrettanto dotati.

C’è chi discende da schiavi, chi più modestamente, dal pero…


Rio 2016

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Posso parlare tranquillamente, perché non sono propriamente “filiforme”, anche se non sono “cicciottella” come le tre nostre atlete del tiro con l’arco.

Non ho visto alcun intento offensivo, nel titolo che è costato il posto al direttore di QS; l’ho considerato piuttosto un termine affettuoso. Forse, per essere politicamente corretti, il direttore di QS avrebbe dovuto scrivere “diversamente esili”: ecco, quello certamente sarebbe stato uno sfottò, non certo il vezzeggiativo “cicciottelle”

È innegabile che le tre ragazze siano sovrappeso, lo si nota in ogni foto.

Sarebbe anche giusto che ogni atleta debba essere giudicato per le sue prestazioni, non certo per il fisico, però un briciolo in più di autoironia e meno permalosità sarebbero state più adeguate. Se non ci fosse stato tutto questo bailamme, la questione sarebbe stata archiviata in poche ore, se non addirittura ignorata, invece così non hanno fatto altro che portarla all’attenzione di tutti.

Del resto, quale direttore o redattore è mai stato licenziato per le offese – sia scritte che riportate da altri -, pesantissime a volte, nei confronti di avversari politici? A suo tempo hanno dato del “nano malefico” a Berlusconi, del nano a Brunetta, della bocchinara alla Carfagna, della strega alla Bindi, mortadella a Prodi e via dicendo: destra e sinistra in questo caso hanno giocato alla pari.

Tornando alle nostre sportive, hanno destato meno scalpore le giocatrici egiziane di beach volley paludate con costume che le copriva dalla testa ai piedi, mentre le nostre italiane giocavano con il tradizionale due pezzi…Ecco, non so se le egiziane vestissero così per imposizione o per libera scelta: nel primo caso, allora sì che ci sarebbe stato motivo di scandalo, non per un vezzeggiativo anche se inopportuno.

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Dubbio

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Mah, sono quasi certa che ci sia un complotto dietro al rinvio del verdetto per Alex Schwazer.

La decisione definitiva, prevista per ieri, è stata infatti spostata al 12 agosto, giorno in cui si disputerà la gara di marcia sui 20 km. Il marciatore aveva già scontato la precedente squalifica, molto dubbio il rinvenimento di sostanze dopanti avvenuto nel gennaio di quest’anno (unica prova positiva su molti altri prelievi tutti negativi).

A qualcuno fa comodo che Alex non partecipi…chiaro


Giallo Milanese

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No, non parlo dei libri gialli di Scerbanenco, di Crapanzano, di Olivieri o di Biondillo.

Parlo delle due società di calcio, ormai cinesi a tutti gli effetti.

Allora mi viene un dubbio: il prossimo derby, Milan ed Inter, lo giocheranno in via Paolo Sarpi?

(*) per i non milanesi: via Paolo Sarpi è la Chinatown meneghina


Tifo

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Ieri sera tifavo Islanda.

La piccola isola con 320mila abitanti, un decimo dei quali era nello stadio di Marsiglia che sfidava gli eredi della “grandeur” (un paio di essi pure juventini   🙂  ), la solita sfida tra Davide e Golia.

Solo che questa volta Golia ha vinto, anche se Davide ha venduto cara la pelle.

E mi resta il ricordo di quella magnifica tifoseria (fossero tutti così i tifosi!), che ha salutato dagli spalti i suoi giocatori in piedi e con un grande agitar di braccia, quasi volessero abbracciarli tutti.

http://video.gelocal.it/altoadige/dossier/euro-2016/islanda-sogno-finito-ultimo-grido-vichingo-con-le-lacrime-agli-occhi/58489/58729


Davide e Golia

Nonostante i francesi siano ritenuti nostri “cugini”,  nonostante tra i galletti giochino due juventini – Pogba ed Evra -, questa sera mi sono trovata a tifare per l’Albania.
Peccato, è andata male 😥


Oggi, 28 maggio

Volevo scrivere oggi di questa Milano un po’ madrilena, con tifosi che girano per tutta la città, riconoscibili per i colori di sciarpe e magliette: bianche quelli del Real, a righe bianche e rosse (e per questo soprannominati “materassai”) quelli dell’Atletico.

Pure i tram hanno vestito la livrea di questo avvenimento, ed anche sui tabelloni degli orari le scritte sono state tradotte in spagnolo.

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Invece mi trovo a commemorare la scomparsa di un altro grandissimo attore teatrale, Giorgio Albertazzi.

La sua perdita era forse nell’aria, in quanto aveva già 92 anni, ma fino allo scorso anno aveva calcato le scene con “Memorie di Adriano”.

Ed è ascoltando questa voce limpida e chiara che viene spontaneo paragonarlo a tanti “mestieranti” che salgono sì sul palcoscenico, ma non sanno minimamente cosa significhi recitare. È sufficiente ascoltarlo nel monologo de “L’idiota” per apprezzarne in pieno la grandezza…una voce davvero straordinaria, un viso che esprime tanto…

Non racconto qui la sua biografia, è facilmente reperibile su molti siti internet. Basta ascoltare per comprenderne l’arte.

Purtroppo non ho potuto mai ascoltarlo in teatro, ma solo in televisione, negli sceneggiati (quando la televisione di stato forniva davvero un servizio pubblico in fatto di cultura), ma anche in cose più “leggere”, come “Philo Vance” (e di questo ho tutti i dvd 🙂 ).
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25 aprile… casalingo

Oggi, pomeriggio “sportivo” casalingo, nel senso che, seduti sul divano dei parenti, abbiamo seguito Roma -Napoli (grazie Roma :)) e poi, per par condicio, il povero Milan.
A rallegrare le due juventine (una delle quali io) che festeggiavano lo scudetto ed a consolare i restanti quattro milanisti depressi, un’ottima vodka.

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Qui la bottiglia integra in cucina all’ora di pranzo

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e qui tra una partita e l’altra… siamo quasi a metà…

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Ah, poi è calata ulteriormente 🙂
ma la Crystal Head è davvero eccezionale.


Inviato dal Veloce promemoria


Yuppiiee

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Il mio sogno sarebbe poter vedere un giorno una partita della Juventus a Torino.
Lo Stadio delle Alpi lo avevo già visitato lo scorso autunno, incluso il museo e  lo store, però fino ad ora la mia squadra ho potuto vederla giocare solo in trasferta a Milano.
Pure questa sera siamo andati a San Siro… Debby ed io mimetizzate tra la folla immensa dei rossoneri inclusi i nostri accompagnatori. L’unico segnale di appartenenza alla Juventus, una zebretta di panno attaccata alla borsa.
Esultanza limitata quando Mandzukic ha pareggiato e Pogba ci ha riportato in vantaggio, ma che soddisfazione interiore :):):).


Inviato dal Veloce promemoria


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delusione

Ho sempre difeso Allegri, rimproverandogli solo una certa esitazione nei cambi, spesso tardivi.
Questa volta però contro il Sassuolo posso dire solo che ha peccato di presunzione.
Si sa che il Sassuolo è una bella squadra, provinciale quanto si vuole ma bella, veloce e ben disposta. E Allegri che fa? Ha recuperato gli infortunati, ha a disposizione Marchisio (forse febbricitante ), Khedira, Pereyra, Evra, Asamoah, Caceres, Hernanes, Zaza…l’unica assenza importante è quella di Lichsteiner, e il mister mette Lemina, Sturaro che gioca poco, Alex Sandro che è un’incognita, Mandzukic che è mobile quanto una quercia e segna con il contagocce, ma insiste sempre con lui. Mettiamoci Pogba intermittente e Chiellini che ha fatto la solita cappellata.
Eh no, mister, questa volta c’è anche la responsabilità da parte tua.


Inviato dal Veloce promemoria


Torino…

Due giornate intense a Torino.
Sabato, il primo giro allo stadio ed al museo della Juventus. Dopo l’arrivo e la registrazione in albergo ci era rimasto solo il pomeriggio a disposizione, quindi abbiamo optato per la  visita allo stadio ed al museo della Juventus….

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Beh, è  stato  entusiasmante vedere l’ambiente dove giocano i “miei” calciatori ed il museo, con tutti i cimeli della mia squadra, le foto dei campioni di oggi e del passato, le frasi che hanno detto riportate sulle pareti. 

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L’impianto sorge dove prima c’era il vecchio Stadio delle Alpi, costruito per i mondiali di Italia 90. Le misure del campo di gioco sono le stesse del precedente  (105× 68), però  la struttura è  notevolmente più piccola in quanto è stata eliminata la pista di atletica.  I posti (circa 41000 contro i 69000 del Delle Alpi) affacciano perciò direttamente sul campo, nello stile inglese. 

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Le “panchine” (in realtà comode poltroncine), sono inglobate  direttamente nella tribuna e separate da essa da paratie trasparenti.

PanchinaJuventusStadiumIl campo è ricoperto di zolle di  erba vera che vengono illuminate, in caso di persistente brutto tempo,  da apposite lampade.

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Sui cornicioni,  tutti gli anni in cui la squadra ha vinto dei trofei, (coppe o scudetti).


La particolarità di questo stadio è che è stato costruito interamente riciclando i materiali dell’impianto preesistente,  del quale rimangono “per memoria” solo i blocchi di cemento del perimetro esterno.
Ogni ingresso è studiato per accedere senza barriere architettoniche ed è  quindi all’avanguardia in Europa. Assieme all’Olimpico del Torino ed all’Olimpico della Roma è uno dei tre stadi italiani che soddisfano tutti i requisiti richiesti dall’UEFA in quanto è molto innovativo a livello tecnico, e per queste caratteristiche è stato premiato nel 2012 con lo Stadium Innovation Trophy.
All’interno, ristoranti e sale bar, un’attrezzatissima sala stampa e sala conferenze. All’esterno, il cosiddetto “Cammino delle Stelle”, in cui il perimetro esterno è stato suddiviso in 50 settori, ognuno dedicato ad un giocatore, il cui nome è riportato su una grossa stella dorata,  che ha avuto particolare importanza per la squadra. Ci sono poi 39 stelle argentate, poste accanto alla stella dedicata al grande Gaetano Scirea, dedicate alle vittime della tragedia dell’Heysel, inoltre ci sono  molte altre stelline, ciascuna contenente l’incisione del nome di tifosi che hanno partecipato alla campagna “Accendi una stella”, acquistando una piccola porzione della pavimentazione.

Siamo quindi passati alla seconda fase della visita, ossia quella al Museo. La cosa più importante è senza dubbio la sala dei trofei, però c’è un piccolo appunto da fare: le coppe sono illuminate a tratti da luci stroboscopiche, quindi la vista fatalmente ne risente. Pure fotografare è difficile,e per questo ho preferito postare un piccolo video trovato su YouTube.  Seguono quindi le sale dedicate ai vari campioni con le maglie, sempre a mio parere, disposte in maniera errata: comunque sono riuscita a riprendere  almeno le più importanti: quelle di due grandi Numeri 1 (Zoff e Buffon)

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smart_20151017_190005e quelle di tre grandi Numeri 8 (Tardelli, Conte e Marchisio),

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smart_20151017_185820nonché la maglia di Chiellini con la dedica dopo la vittoria sulla Roma 🙂 . smart_20151017_185912Forse mi sono dilungata un po’ troppo, ma si sa…al cuore del tifoso non si comanda 🙂 .

 

 

 


Il primo passo…

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Qualche giorno fa, a commento di un mio post, avevo inserito la canzone “Blue Moon”.

Scopro adesso che è anche l’inno del Manchester City, squadra che mi impensieriva moltissimo anche per via della campagna acquisti che aveva fatto grazie ai soldini portati dallo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan.

Sono stata in apprensione durante tutta la partita, mi sono innervosita all’autogol (pure irregolare) di Chiellini, per poi letteralmente saltare su dal divano (da vera sportiva 🙂 ) al pareggio di Mario Mandzukic (gli ho ridato il suo vero nome, dopo che l’avevo ribattezzato Manzotin) e il bell’Alvaro Morata. Il primo passo è stato fatto…speriamo che sia vero quanto dice il proverbio “Chi ben comincia è alla metà dell’opera”.

E che quanto mi piace la maglia nera con le cifre dorate: bella ed elegante.