Il “2”
Che sbalzo in petto quando appare il “2”!
Imbocca flessuoso la curva
fila nel rettilineo a fianchi stretti
sbuca a sorpresa sotto la finestra
e sembra che salti la fermata,
poi s’arresta andando un poco lungo.
Scendono due persone, no solo una.
Scuote i capelli, attraversa la strada
sollevando l’ombrello: è una ragazza
una donna sui trenta
non sei tu.
Corrado Calabrò
Dipinto di Tito Fornasiero
I cieli sono uguali.
I cieli sono uguali.
Azzurri, grigi, neri,
si ripetono sopra
l’arancio o la pietra:
guardarli ci avvicina.
Annullano le stelle,
tanto sono lontane,
le distanze del mondo.
Se noi vogliamo unirci,
non guardare mai avanti:
tutto pieno di abissi,
di date e di leghe.
Abbandonati e galleggia
sopra il mare o sull’erba,
immobile, il viso al cielo.
Ti sentirai calare
lenta, verso l’alto,
nella vita dell’aria.
E ci incontreremo
oltre le differenze
invincibili, sabbie,
rocce, anni, ormai soli,
nuotatori celesti,
naufraghi dei cieli.
Pedro Salinas
Dipinto di J.W.Waterhouse
Autunno
Un tempo, era d’estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all’autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest’aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulla vigne saccheggiate.
Sole d’autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell’anima.
Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t’inoltri
e sei lì per spirare.
E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch’è tutta una dolcissima agonia.
Vincenzo Cardarelli
Da Poesie, 1936.
Quadro La raccolta del fieno in Maremma di Giovanni Fattori
La morte del pianista
Mentre gli altri facevano guerre
o negoziavano la pace, oppure giacevano
in scomodi letti di ospedale
o su qualche campo, lui per giorni interi
eseguiva le sonate di Beethoven,
e le sue magre dita, come quelle di un avaro,
toccavano grandi ricchezze
che non erano sue.
Adam Zagajewski
dipinto di Camille Corot
Ultimo brindisi
Che lo vogliamo o no
abbiamo solo tre alternative:
ieri, il presente, e domani. E neppure poi tre
perché come dice il filosofo
ieri è ieri
ci appartiene solo nel ricordo:
alla rosa che ha perso le foglie
non puoi levarle un altro petalo. Le carte da giocare
sono solo due:
il presente e il giorno di domani.
E neppure due
perché è un fatto ben stabilito
che il presente non esiste
se non nella misura in cui si fa passato
e già passò…
come la gioventù.
Riassumendo
ci resta solo il domani:
io sollevo la mia coppa
per questo giorno che non arriva mai
che però è l’unico
di cui realmente disponiamo.
Nicanor Parra
E con questo brindisi auguro a tutti un felice 2020
L’espace d’un matin
Mais elle était du monde où les plus belles choses
Ont le pire destin,
Et Rose, elle a vécu ce que vivent les roses
L’espace d’un matin.
Ma lei era di quel mondo dove le più belle cose
Hanno il peggior destino,
E Rosa, lei ha vissuto quel che vivono le rose
Lo spazio d’un mattino.
François de Malherbe
Violini d’autunno
Singhiozzi lunghi
dai violini
dell’autunno
mordono il cuore
con monotono
languore.
Ecco ansimando
e smorto, quando
suona l’ora,
io mi ricordo
gli antichi giorni
e piango;
e me ne vado
nel vento ingrato
che mi porta
di qua e di là
come fa la
foglia morta.
Paul Verlaine
Quasi un madrigale
Il girasole piega a occidente
e già precipita il giorno
nel suo occhio in rovina
e l’aria dell’estate s’addensa
e già curva le foglie
e il fumo dei cantieri.
S’allontana con scorrere
secco di nubi e stridere di fulmini
quest’ultimo gioco del cielo.
Ancora, e da anni, cara, ci ferma
il mutarsi degli alberi
stretti dentro la cerchia dei Navigli.
Ma è sempre il nostro giorno
e sempre quel sole che se ne va
con il filo del suo raggio affettuoso.
Non ho più ricordi,
non voglio ricordare;
la memoria risale dalla morte,
la vita è senza fine.
Ogni giorno è nostro.
Uno si fermerà per sempre,
e tu con me, quando ci sembri tardi.
Qui sull’argine del canale,
i piedi in altalena, come di fanciulli,
guardiamo l’acqua, i primi rami dentro
il suo colore verde che s’oscura.
E l’uomo che in silenzio s’avvicina
non nasconde un coltello fra le mani,
ma un fiore di geranio.
(S. Quasimodo)
Cosa ne pensate?