da “Richard Wagner a Bayreuth”
Non si può essere felici finché intorno a noi tutti soffrono e si infliggono sofferenze; non si può essere morali fintantoché il procedere delle cose umane viene deciso da violenza, inganno e ingiustizia; non si può neppure essere saggi fintantoché l’umanità non si sia impegnata nella gara della saggezza e non introduca l’uomo alla vita e al sapere del più saggio dei modi.
Friedrich Nietzche
Dipinto di Pablo Picasso
Sera grigia
Mi duole in petto la bellezza: mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male il tempo.
Ghiannis Ritsos
Dipinto di Maximilian Pirner
Figura davanti al mare
Il suo sguardo si perde in questo immenso,
sereno blu profondo delle acque.
Lei sta sola, in piedi, muta, fissa.
Forse pensa perché ha tardato tanto
a vivere sul mare, e alla memoria
si affacciano i ricordi senza avviso:
la sua infanzia, remota, le pianure,
la polvere d’estate, quel silenzio
delle messi falciate, quegli odori
di tante cose ormai quasi scordati;
l’adolescenza timida, lontana;
la gioventù in attesa, senza fretta,
dell’amore ideale; le illusioni
non sempre condivise. La certezza
che tutto ciò è trascorso come un sogno
dal quale si è destata. Lei sta sola,
lei sola e il mare, ed il suo sguardo
intanto nel blu si addentra come se dovesse
in esso naufragare. Guarda e avverte
che i suoi ricordi sono come le onde
che si rompono a riva tra la schiuma
e che è dolce l’addio su una spiaggia.
Jacobo Cortines
dipinto di Pompeo Mariani
Breviario tedesco
Quando chi sta in alto parla di pace
La gente comune sa
Che ci sarà la guerra.
Quando chi sta in alto maledice la guerra
Le cartoline precetto sono già compilate.
Quelli che stanno in alto
Si sono riuniti in una stanza
Uomo che sei per la via
Lascia ogni speranza.
I governi
Firmano patti di non aggressione.
Piccolo uomo,
firma il tuo testamento.
Sul muro c’era scritto col gesso:
vogliono la guerra.
Chi l’ha scritto
è già caduto.
Bertolt Brecht
Un minuto di primavera
Un minuto di primavera
dura spesso più a lungo
di un’ora di dicembre
una settimana di ottobre
un anno di luglio
un mese di febbraio.
Jacques Prévert
Da “Gli amori difficili”

NEW YORK, NY – OCTOBER 24: Graffiti by British street artist Banksy is seen on a roll-down security gate covering the main entrance to Larry Flint’s Hustler Club on October 24, 2013 in the Hell’s Kitchen neighborhood of New York City. On Banksy’s website a caption for the work reads, “Waiting in vain…at the door of the club.” (Photo by John Moore/Getty Images)
Potremmo essere in giro a passeggiare in una
città qualunque, col caldo, mano nella mano e io dovrei accorgermi del
tuo sorriso triste e allora darti un bacio o prenderti il viso e farti
fare una smorfia che mimi la gioia. Sorrideresti e il mio desiderio di felicità per te sarebbe compiuto.
La verità è che i tuoi sorrisi tristi a me piacciono, perché a te
stanno bene, perché li sai trattare, li sai adoperare e mettere in fila
senza che rompano le righe. Se lo facessi io sarei penoso.
Questo è il punto: faccio pensieri e desidero cose nuove. Non importa cosa so.
Per la prima volta, non importa. Non so da dove vengono o come si chiamino e non potrei spiegarle a nessuno eccetto te, con un po’ di tempo, con un po’ di pause, con quei
silenzi che non saprei riempire, all’inizio.
Ma potrei imparare.
Sono un pessimo romantico, lo ammetto.
E’ per questo che non sono riuscito a farti innamorare. Lo so che è così.
Ho immaginato che potessi bastare io, con i miei modi normali e l’aria
spavalda. Fintamente sicura. E del tempo, per spiegarti quello che
manca, per farti vedere che ne sarebbe valsa la pena, alla fine.
Ho provato, che dire, a farmi scegliere. Ho sperato. Dovevo. Era una
possibilità, capisci? Come fare a metterla via, a dimenticarla. Forse
aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro
tempo. Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei
portato via con me. E’ l’idea che almeno una volta succeda, no? Hai
presente? Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e
lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di
niente se hai un po’ di senno.
Come un sibilo fluttuante e sinuoso.
A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo.
Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per
egoismo quasi, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua
felicità non dipende da me.
E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro.
Verresti?
Italo Calvino.
Quartine
Quando, la testa sul petto, cadrò a piè della Morte,
Quando la mano di Morte mi spennerà come uccello,
Attenti! Il fango mio modellatelo a forma di vaso:
Forse al profumo del Vino rinascerò a Vita!
Quando sarò già spento, lavate il mio corpo col Vino,
E sia il mio funebre rito di Vino Purissimo un canto.
E se nel dì del Giudizio vorrete vino trovarmi,
nella polvere delle taverne cercatemi ancora!
Puri venimmo dal Nulla, e ce ne andammo impuri.
Lieti entrammo nel Mondo, e ne partimmo tristi.
Ci accese un Fuoco nel cuore l’Acqua degli occhi:
La vita al Vento gettammo, e poi ci accolse la Terra.
Omar Khayyam
Tarocchi dorati di Klimt
Nome non ha
Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio che tu irrida al cuor mio
com’altri a’ miei canti,
ma, guarda,
se amore non è
pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m’importa come di te,
de’ tuoi occhi de’ tuoi occhi
donde sì rado mi sorridi,
della tua sorte che non m’affidi,
del bene che mi vuoi e non dici,
oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo più caro m’è,
e anch’esso,
e anch’esso quel tuo bene
nome non ha…
Sibilla Aleramo
Dipinto di Ron Hicks
In un antico libro di memorie
Sempre ritorni tu, melanconia,
o soave senso dell’anima solitaria.
Si spegne l’ardore di un giorno dorato.
Umilmente si china al dolore il paziente
di armonie risonante e mite follia.
Guarda! Già scende il crepuscolo.
Di nuovo ritorna la notte e geme un mortale
e soffre un altro con lui.
Rabbrividendo sotto stelle autunnali
più profondo ogni anno si china il capo.
George Trakl
Dipinto di Vincent Van Gogh
Esisti
Il tuo posto è
dove occhi ti guardano
dove gli occhi si incontrano
nasci tu.
Trattenuto da un grido,
sempre la stessa voce,
sembra esisterne una sola
con la quale urlare tutti.
Cadevi
ma non cadi.
Occhi ti afferrano.
Esisti
perché gli occhi ti vogliono,
ti guardano e dicono
che tu esisti.
Hilde Domin
Silenzio
Il traballante cigolio del carro
zittisce il bosco e i suoi rumori.
Fermati, ascolta.
Solo dal silenzio
attinge vita la parola.
Così stai tu, attenta
a quel barbaglio di luce
che filtra tra le foglie
e solo per qualche istante
svela i confini del mondo.
Bronislawa Wajs detta “Papusza”
Dipinto di sir Alfred James Munnings
Dopo tanta nebbia
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo.
Giuseppe Ungaretti
Giotto, Cappella degli Scrovegni
Marzo
Oggi la primavera
è un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi
dove il germe già cade
come diffusa pioggia.
Fra i rami onusti e prodighi
un cardellino becca.
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce.
Tutto è color di prato.
Anche l’edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione,
lungo i ruderi ombrosi e macilenti
cui pur rinnova marzo il grave manto.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
d’umori campestri.
Ebbra la primavera
corre nel sangue.
Vincenzo Cardarelli
Dipinto di Matteo Massagrande
Una cavalcata all’alba
Il silenzio urta contro i tronchi, vi si interseca,
si fa lontananza, si fa sabbia.
Ho rivolto verso il sole il mio unico volto,
le mie spalle strappano foglie nella corsa.
Tagliando il campo, su due zampe
il mio cavallo si erge sull’argilla, schiumante.
Ave, mi volto verso di te. Ave!
Il sole irrompe nel mondo gridando.
Il sole balza dalle cose, gridando
ne muove i contorni sordi e solenni.
La mia anima lo accoglie, ave!
Il mio cavallo si erge su due zampe.
La mia criniera bionda arde nel vento.
Nichita Stanescu
Parere personale
Premetto, non è una difesa di Salvini.
Ho spesso criticato quel suo apparire giornalmente davanti a pane e Nutella, formaggi, pastasciutta, pizze e risotti, figli e fidanzate…
Avrei preferito più notizie sui programmi e sui risultati raggiunti, ma pazienza, ormai è cosa passata.
Questa volta però non mi sento di tirargli la croce addosso: è stato, ed è, a favore di Putin, ma si è presentato in Polonia per portare aiuti ai profughi ucraini, e allora? Se uno ha bisogno ed un avversario gli porge aiuto, lo si accetta e basta. Del resto non aveva chiesto lui di essere ricevuto dal sindaco di Przemysl, ma è stato il sindaco stesso a dire “io non la ricevo” (ma chi te lo aveva chiesto?).
Chissà se il borgomastro avrebbe fatto altrettanto con altri politici, tutti ritratti sorridenti mentre accolgono lo zar russo. Probabilmente si salverebbe solo Giggino nostro, salvatosi in corner quando ha definito Putin peggio di una bestia.
Ancora mi solleverò
Puoi svalutarmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie,
Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco
Ma ancora, come la polvere, mi solleverò
La mia impertinenza ti infastidisce?
Perché sei così coperto di oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno
Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora mi solleverò
Volevi vedermi distrutta?
Testa china ed occhi bassi?
Spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore.
La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come se avessi miniere d’oro
Scavate nel mio giardino
Puoi spararmi con le tue parole,
Puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
Puoi uccidermi con il tuo odio,
Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.
La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come una sorpresa
Che io balli come se avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?
Fuori dalle capanne della vergogna della storia
Io mi sollevo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Io mi sollevo
Sono un oceano nero, agitato e vasto,
Sgorgando e crescendo genero nella marea.
Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni che i miei antenati hanno dato,
Sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Maya Angelou
Pensieri
Da anni l’Europa, ed in particolare l’Italia, è interessata da una invasione continua e costante di migranti, però nessuno osa condannarla, per timore di essere tacciato di razzismo.
Per contro, non appena è iniziato il conflitto tra Ucraina e Russia è scattata la russofobia. Nessuna remora, in questo caso, di passare per razzisti, forse perché i russi sono bianchi?
E via con sanzioni assurde, che si ritorcono principalmente contro di noi, come le bollette quadruplicate o le mancate importazioni di grano; via con le esclusioni (vergognosa quella contro gli atleti paraolimpici, cui era stata comunque imposta una maglietta con la scritta “atleta neutrale”), aberranti quella del licenziamento del direttore d’orchestra Valery Gergiev e quella della proibizione della conferenza di Paolo Nori su Dostoevskij, poi ritirata a patto che, per par condicio, ne venisse fatta una su scrittori ucraini (par condicio nella cultura? Illuminante la spiegazione di Nori su Bulgakov *, che si è rifiutato di assoggettarsi ad una simile richiesta) ; ridicola quella sulla proibizione ai GATTI russi di partecipare alle mostre internazionali.
La caccia al russo ha sostituito quella al novax…
Io intanto mi vergogno.
Mi vergogno di avere ministri non all’altezza della situazione: passi per Speranza e Lamorgese ma Di Maio agli esteri, al di là delle figuracce per l’ignoranza in geografia e della sua scarsa propensione alla diplomazia, deleteria per uno nella sua posizione, dicendo che “Putin è peggio di un animale” ci ha di fatto esclusi da una qualsiasi trattativa, attirandosi non solo l’ira dei russi, ma anche il ridicolo da tutti gli altri paesi. Cosa aspettino Draghi e Mattarella a rimuoverlo, proprio non lo so.
E mi vergogno infine perché nella costituzione italiana viene enunciato il ripudio alla guerra, però inviamo armi e pure uomini ad una delle parti contendenti: un doppiogiochismo semplicemente deplorevole.
Ora, non è che Putin sia il migliore dei capi di stato, tutt’altro, ma quando metti alle strette una grande potenza non puoi aspettare che stia buona buona a subire, anzi ci si deve aspettare di peggio.
Ricordiamo che le due guerre mondiali sono iniziate con l’aver sanzionato la Germania tramite trattati che l’hanno di fatto costretta a reagire: umiliandola profondamente con l’imposizione di decisioni ritenute inaccettabili e causando un’emergenza di tipo economico, ha suscitato un senso di rivalsa che ha portato poi ai conflitti mondiali. I tedeschi hanno probabilmente la memoria corta e adesso si stanno comportando nello stesso modo dei nemici che li avevano umiliati, senza considerare che essi potrebbero reagire nel medesimo modo da loro stessi attuato.
Inoltre, quando leggo che il famigerato battaglione Azov, che nella sua bandiera include simboli nazisti, è stato di fatto integrato nell’esercito regolare, e che, sembra, stia impedendo ai cittadini di sfollare dalle città usandoli come scudi umani; che le ambasciate ed i consolati ucraini all’estero stanno reclutando “volontari” (abbiate almeno il pudore di chiamarli quali effettivamente sono, ossia MERCENARI); che fra gli arruolati ci siano pure i ceceni, che si sono macchiati di varie stragi, quella di Beslan su tutte, allora mi scoraggio e penso a quanti innocenti pagheranno per questa follia.
C’è una dolcezza…

Marc Chagall http://www.tuttartpitturasculturapoesiamusica.com
C’è una dolcezza giù nella vita
che non cambierei con niente
di ciò che appartiene al cielo.
È quando chissà da che, perché cominciano
tra due bocche estranee sino ad allora
i miracoli tiepidi d’aurora
dei baci.
Giuseppe Conte.
Dipinto di Marc Chagall
Un giorno all’improvviso
Un giorno, all’improvviso
mentre ti starai pettinando, in silenzio
o mentre ti infilerai una calza
ti verrà in mente un mio gesto
e ti ritroverai a sorridere pensandomi
Un giorno, all’improvviso
pedalando veloce sotto le prime gocce
di una calda pioggia di settembre
sentirai un odore arrivarti al naso
e risvegliare un ricordo di mestoli e tegami
e mi vedrai davanti al fuoco, per un attimo
Un giorno, all’improvviso
farai qualcosa che facevo anch’io
proprio allo stesso modo in cui la facevo io
e te ne meraviglierai moltissimo
perché non avresti mai pensato
di potermi somigliare così tanto
E ti mancherò da fare male
Ma sarò con te in ogni gesto
o nel muoversi delle foglie
nel frusciare di un gatto nel giardino
o nelle orme di un pettirosso sulla neve
come solo l’eterna presenza di una madre
lo può.
Carolina Turroni
dipinto di Gregorio Sciltian
Stiamocene un po’ in cucina
Stiamocene un po’ in cucina assieme,
l’aria è dolce di bianco cherosene;
un coltello tagliente e una pagnotta…
Se vuoi, prepara ben bene il fornello;
altrimenti raduna e intreccia corde;
prima dell’alba fa’ una grande sporta:
fuggiamo a una stazione, ad un binario
dove nessuno ci possa trovare.
Osip Mandel’štam
dipinto di Jean Baptiste Simeon Chardin
Gli elmi dei vinti
Ecco gli elmi dei vinti, abbandonati
in piedi, di traverso e capovolti.
E il giorno amaro in cui voi siete stati
vinti non è quando ve li hanno tolti,
ma fu quel primo giorno in cui ve li
siete infilati senza altri commenti,
quando vi siete messi sull’attenti
e avete cominciato a dire sì.
Bertolt Brecht
Manipolazione
Il 7 aprile del 2017 avevo scritto un post su Palliwood, ossia la manipolazione dell’informazione mediante makeup cinematografico (https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2018/04/17/il-bene-il-male-e-pallywood/). Vi si vedevano persone che truccavano donne e bambini durante il conflitto siriano per farli apparire come vittime. Ora lo scenario è cambiato, ma questo sta accadendo ancora. Oltre al filmato dove una massa di civili viene ripresa mentre scappa urlando non si sa bene da cosa, ci sono altre figuracce dei nostri media che si aggiungono a quelle che ho postato ieri.
(Volevo scrivere figure di m…a, però ogni tanto mi ricorso di essere una personcina educata). Purtroppo non posso caricare il video perché è in un formato non supportato.
Il Tgcom 24 che spaccia per fuga da Kiev una scena del film Deep Impact (tanto stupidi da non notare l’abbigliamento estivo delle persone ed auto che quasi certa,mente non trovi in Ucraina. Poi ci sono dei soldati catturati: resta il dubbio se siano ucraini o russi…Mentre l’ennesimo giornalista (?) bardato come un combattente in prima linea, mentre un turista dietro di lui riprende tranquillamente il tutto con un cellulare. Oppure il reportage sull’ospedale pediatrico bombardato, peccato fosse in Siria e non a Kiev, Purtroppo non trovo più la chicca più bella: un reporter italiano che si ripara (?) da un bombardamento nell’angolo di una casa, mentre la gente continua imperterrita a passeggiare ed il povero operatore cinematografico resta allo scoperto a riprendere il reporter.
E poi dicono che la gente dovrebbe fidarsi dell’informazione.
Cosa ne pensate?