Da “Lacerti d’anima”
Forse un giorno ci siederemo per caso sulla riva
e parleremo.
E il suono delle nostre voci
si mischierà a quello del mare;
e le nostre risate
saranno l’eco dello stridio dei gabbiani.
Poi, nel tempo in cui sarà possibile distinguere
l’orizzonte dal cielo,
ci alzeremo
e silenziosamente ce ne andremo.
E le impronte dei nostri piedi sulla sabbia,
i nostri piedi che hanno permesso
l’incrocio dei nostri cammini,
lentamente saranno cancellate
dall’onda che avanza
e che, in un impeto di disperazione,
trascinerà con sé
il calco nell’abisso.
Il passante che si ritroverà
ignaro spettatore
di questo mostruoso evento,
si meraviglierà
rabbrividendo
davanti al peso effimero della vita.
22 luglio
Silvia Lisena
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